25 Felicity

13 2 1
                                    

Quando finalmente riuscii ad aprire gli occhi vidi quello che prima mi era addosso, adesso era a terra. Mi girai e vidi... Alex. Era stato lui a metterlo a KO. Più avanti c'era Ben che dava un altro pugno all' altro ragazzo. Quello vicini ai miei piedi si alzo e si lanciò su Alex.
<< Alex attento!>> anche la voce era tornata ma ero ancora incollata alla parete incapace di muovere un passo.
Alex si girò subito e prese quel mascalzone in contropiede. Gli assestò un pugno nello stomaco e un altro sul viso e quello cadde nuovamente a terra. Questa volta non credo si sarebbe rialzato, pensai.
Alex aveva il fiatone. Il suo petto si alzava e si abbassava talmente veloce che faticavo a stare a passo con lo sguardo per vedere i suoi movimenti.
All' improvviso come una forza che non riuscii a capire da dove veniva, mi staccai dalla parete e corsi nella sua direzione mentre Ben metteva al tappeto anche l'altro brutto ceppo.
Alex allo stesso modo mi venne incontro e io sprofondai con la testa nel suo petto. Mi strinse forte. Il suo profumo alla brezza marina mi avvolse e io in quelle braccia per quanto fosse sbagliato, mi sentivo a casa.
<< È tutto finito... È tutto finito>> mi sussurrò appoggiandomi un bacio sulla testa.
Le lacrime uscirono e lui cercò di tranquillizzarmi.
Alzai la testa e guardai dritto nei suoi occhi. Vedevo dentro la paura e la rabbia allo stesso tempo in quello sguardo.
<< Felicity!!>> Mary urlò il mio nome uscendo dal locale e correndomi incontro. Mi staccai da Alex prima che mi si gettasse tra le braccia.
<< Dio stai bene>>
<< Adesso si>> e la strinsi ancora più forte a me.
<< Menomale che siete arrivati velocemente visto che vi ho scritto poco fa>> disse rivolta ai ragazzi. Mi staccai il giusto per guardare Mary negli occhi.
<< Che vorresti dire?>>
<< Beh...>> abbassò lo sguardo con fare imbarazzato. Stava per continuare ma Ben si intromise.
<< Mary ci aveva detto che avresti avuto un incontro con Noah, così le ho detto di venire con te e di mandarci la posizione. È tutta la sera che giriamo nelle vicinanze in modo che se sarebbe successo qualcosa fossimo intervenuti in tempo. >> Fece un momento di pausa e poi proseguì andando ad abbracciare la sua ragazza visto che mi ero staccata da lei. << E menomale che lo abbiamo fatto. Siamo stati fortunati che sono ubriachi fradici, se no ci avrebbero dato del filo da torcere>> ora capivo perché Mary ha insistito nel venire qua e perché si stava comportando in modo un po' insolito. Era tutto un piano. Ammetto che ero arrabbiata perché mi aveva mentito e messo in mezzo i ragazzi, ma dall' altro lato se non fosse stato per lei non so come sarebbe finita stasera.
Poi lei si avvicinó a me,<< mi dispiace, non volevo mentirti ma era necessario. Quando ho visto quei due avvicinarsi a te mentre che io stavo uscendo, sono andata nel panico e ho avuto paura e così ho scritto a Ben e sono venuti di corsa. Mi dispiace davvero e so perché sei stata qui stasera e l' ho visto con i miei occhi davvero ma non mi sarei perdonata il fatto che ti fosse successo qualcosa e io non potevo fare altro che guardare. Non lo avrei accettato.>> Mi prese le mani e continuò<< avevo paura che Noah potesse farti del male ma ho visto quel lato di lui che solo tu hai visto. Il vero Noah ma ->> venne interrotta da Alex,<< quelli sono suoi amici e se abbia orchestrato tutta questa situazione non ne sarei sorpreso. Per questo ti avevo pregato di stargli lontano>> il suo tono era un po' duro ma sapevo che era per la paura che si è preso.
Le lacrime finirono di scendere, ma continuavo a tremare come una foglia. Non sapevo cosa pensare. Non credevo che Noah avesse organizzato tutto questo. Non ci volevo credere perché ho visto quel qualcosa in lui. No non poteva essere. Ma allo stesso tempo un'altra vocina in testa mi disse che poteva esserlo invece. Che era tutta una strategia. Che Noah fosse scomparso nel nulla proprio perché lo sapeva. Non riuscivo a credere a niente. Volevo soltanto fare una cosa...
<< Portatemi a casa>> fu l'unica cosa che riuscii a dire.
Trascorsi tutto il tragitto in macchina con Alex in silenzio. Mary e Ben presero l'altra macchina.
Arrivati a casa non c'era nessuno. I miei erano a Princeton a sbrigare delle cose.
Accesi la luce ed entrai sempre con lo sguardo che seguiva ovunque da quando ci eravamo partiti di Alex. Entrò subito dopo di me e poi arrivarono anche Ben e Mary.
<< E... Noi andiamo di là>> mi disse Mary e io annuii.
Tolsi il giacchetto e lo buttai sul divano. Andai in cucina a sciacquarmi la faccia. Sentivo che avevo gli occhi gonfi a causa delle lacrime e avevo ancora le mani che mi tremavano. Alex venne dietro di me e le prese nelle sue.
<< Va tutto bene. Sei assicuro adesso. Abbiamo chiamato la polizia e già li avrà presi. >> Mi girai verso di lui. Ero incastrata tra il suo corpo e il lavello. Mise le sue mani nelle mie braccia e poi mi accarezzò la guancia portando indietro una ciocca di capelli. << Ci sono io con te>> aveva uno sguardo colmo di tristezza ma sentivo anche il senso di colpa che incombe all' improvviso guardando il mio polso. Abbassai a mia volta lo sguardo e vidi che era rosso.
<< Non è niente>> e lo ritirai ancora prima che lo potesse prendere. Staccai le mie iridi dalle sue perché già stavano iniziando a stregarmi e questo non andava per niente bene.
Riuscii ad uscire da quella posizione e andai a sedermi sul divano. Lui non fece obbiezioni. Poi andò verso il freezer e prese un impacco di ghiaccio. Non lo guardai ma sapevo cosa stava facendo tramite i suoi passi. Alla fine venne da me e mi sedette accanto. Mi prese la mano e posò l'impacco delicatamente sul mio polso ma non lasciò la mia mano.
<< Non dovresti essere qui>> riuscii a dire di nuovo qualcosa.
<< Sono nel posto esatto, con la persona con cui voglio stare>> e lì alzai lo sguardo nel suo. Dio come poteva farmi sentire così persa ma giusta  nello stesso momento...
<< La tua ragazza sarà in pensiero per te>> dissi quasi in un sussurro abbassando gli occhi sull' impacco. Lui mi accarezzò la guancia e poi mi fece alzare il viso.
<< Non ho nessuna ragazza. Quello che hai visto l'altro giorno è un malinteso. È questo che cercavo di dirti ieri>>
<< Mi dispiace per come ti ho trattato>>
<< Non fa niente ma me lo meritavo>> disse con un sorrisino sul volto.
<< Quindi non provi niente per quella ragazza?>>
<< No. Lei non conta niente per me. A me piace solo una persona, che non è lei>> gli piaceva una persona. La cosa buona che non era quella ragazza ma gli piaceva un' altra. Dio quanto sono stupida e io che ci speravo ancora.
Annuii debolmente e poi controllai il mio polso. Non faceva male ma era rosso e molto probabilmente domani Matt sarebbe diventato viola e avrebbe fatto un po' male.
<< Come te lo senti?>> chiese indurendo la mascella per la voglia di rompere di nuovo il naso a quel cafone.
<< Bene. Per ora non fa male ma credo che domani un pochino si farà sentire>> annuì piano d poi spostò lo sguardo dietro di noi. Mi girai in quella direzione e vidi Ben.
<< Come stai?>> chiese preoccupato anche lui.
<< Bene>> cercai di fare un leggero sorriso, che risultò un po' finto. Se ne accorsero entrambi.
<< Io vado. Mary è a letto. Tu rimani ancora un po' oppure vieni anche tu?>> chiese Ben ad Alex.
<< Non lo so...>> disse dubbioso lui guardando verso di me.
<< Vai pure. Hai già fatto abbastanza per me>>
<< Sicura? Se vuoi posso rimanere non c'è problema>> disse avvicinandosi ancora di più a me.
<< Sì, sono sicura. Vai a riposarti oppure i tuoi saranno in pensiero>> era meglio che se ne andasse, se non sarei riuscita a lasciarlo andare e questo non potevo permetterlo. Lui mi guardó ancora cercando di capire se poteva andare veramente e poi si alzò lasciando la mia mano che teneva ancora tra le sue.
<< Vi accompagno>> mi alzai e aprii la porta. Ben uscì ma non prima di avermi abbracciato.
<< Per qualsiasi cosa, chiama>> annuii. Poi uscì e Alex era dietro di lui. Stava uscendo quando lo chiamai. << Alex>> lui si girò verso di me e poi gli sorrisi. Stavolta mi venne spontaneo sorridere e quello sì che era un sorriso vero. << Grazie>> dissi quasi in un sussurro. E lui mi abbracciò a se. Poi si staccò da me e senza dire niente se ne andò.

La leggenda della farfalla biancaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora