19 Alex

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Dopo aver raccontato a Felicity di mia nonna, mi sentivo meglio, come se quel peso che mi opprimeva si fosse in qualche modo alleggerito. Spero di aver fatto lo stesso con lei. Oggi è la commemorazione di Ellen e penso che sia già partita da un po' visto che erano già le undici e alle undici e mezza ci sarebbe stata la commemorazione. Sapevo il dolore che poteva provare in quel momento quindi decisi di chiamarla.
Ero ancora a letto. Presi il telefono che era sul comodino e cercai il suo numero. Una volta trovato indugiai un pochino nel premere il tasto avvia chiamata ma lo feci. Squillò per qualche secondo quando sentii la sua voce dall' altra parte.
<< Pronto?>>
<< Ciao Feli>>
<< Oh, Ciao Alex. È successo qualcosa? Mary sta bene?>> sentivo dalla voce che era preoccupata ma allo stesso tempo stupita per la mia chiamata.
<< Si, tranquilla. È che volevo sapere come stavi. Oggi è un giorno doloroso>> dissi a mia volta con una fitta di dolore.
Sentii silenzio dall' altra parte e poi un sospiro.
<< Sto male. No-non riesco a credere che questo giorno sarebbe arrivato. Io non sono andata al suo funerale perché non c'è l' ho fatta e ho paura di non farcela neanche adesso>> conoscevo quella sensazione. Altro che se la conoscevo. Cercai allora di rassicurarla perché lei c'è l'avrebbe fatta. Lei c'è la fa sempre. Può sembrare una principessa delicata e indifesa ma lei è una guerriera, quindi c'è l'avrebbe fatta.
<< Ehi so cosa stai passando ma tu c'è la farai. Sei in grado di fare tutto perché sei forte>>
<< E se questa volta non lo fossi abbastanza?>>
Scossi la testa e sorrisi anche se lei non poteva vedermi,<< se pensi di non esserlo, allora pensa ai momenti belli. Loro ti daranno la forza e il sostegno di cui hai bisogno>>
Sentii di nuovo silenzio dall' altra parte ma me la immaginavo con un leggero sorriso sul volto.
<< Grazie>> infine disse.
<< Ci sono e ci sarò sempre per te>> ed era vero. Ci sarei stato sempre per lei.
<< Anche io per te>> disse semplicemente.
<< Se hai bisogno chiamami>>
<< Certo e grazie>>
<< Prego>> e chiusi la chiamata. Restai ancora lì a fissare il suo numero per qualche minuto e poi decisi di andare a fare colazione. Andai in cucina e presi una tazza e la riempii di caffè.
<< Buongiorno>> disse una voce raggiante e con tono rilassato. Era mia zia.
<< Giorno Zia>> la salutai mentre versavo il caffè nella tazza. Feci segno a lei se ne volesse ma fece di no con la mano.
<< Io, Daniel e i tuoi cugini andiamo in spiaggia. Vuoi venire con noi>>
<< Tra un altro po'. Vedo Ben che fine ha fatto e vi raggiungiamo>>
<< Va bene. Bambini è ora di andare>> urlò dalla cucina per chiamarli.
<< Arriviamo mamma>> dissero alcune voci in coro. Arrivarono correndo pronti con i loro costumini già messi e i loro giocattoli. Mi salutarono e uscirono di casa. Io rimasi solo a sorseggiare il mio caffè e accesi un po' la TV. Quando lo feci mi comparve la stessa puntata di Grey's Anatomy che avevo visto l'altro giorno da Felicity. Sorrisi al ricordo di quel giorno alla dichiarazione di quello. Come si chiamava? Ah, sì. Derek. Felicity si stava letteralmente sciogliendo come un gelato. Era così carina. In verità lei lo era sempre... Quindi guardai quella puntata e poi comparve Ben alle mie spalle.
<< Che c'è ti stai appassionando anche tu a questa serie TV?>> Rise appoggiandosi allo schienale del divano.
<< Si, problemi?>> Dissi a mia volta scherzosamente.
<< No per carità>> e si alzò dallo schienale e anche lui andò a prendere una tazza di caffè. Poi si venne a mettere seduto sul divano con me.
<< Allora, come va con la tua ragazza?>> Lui a solo al suo pensiero sorrise. Era completamente perso. Ma ero felice che avesse trovato qualcuno come Mary. Così in linea con la sua personalità. Era raro trovare qualcuno così.
<< Va alla grande. Lei è così intelligente, seria e divertente allo stesso tempo.>>
<< Sono contento per te.>>
<< E tu? Quando dirai a Felicity che sei pazzamente innamorato di lei?>> Alzò il sopracciglio e mi guardò con aria curiosa.
<< Non lo so. Oggi non è una bella giornata per lei>>
<< Si vero, Mary mi aveva accennato qualcosa. L'hai chiamata vero?>>
Annuii<< so come si ci sente in questa situazione. Volevo aiutarla in qualche modo>>
<< Hai fatto bene. Di sicuro ne aveva bisogno>>
<<Si>> restammo ancora un po' a parlare sul divano e poi andammo a casa di Giuly per vedere Mary come stasse e da lì insieme a Giuly la portammo in spiaggia. Camminare in acqua le avrebbe fatto bene. Siamo stati fino alle due di pomeriggio in spiaggia e poi le riaccompagnamo a casa. Tornati a casa abbiamo pranzato tutti insieme e poi sul mio telefono è arrivata una notifica di un messaggio. Era di Will. Ci chiedeva se ci potevamo vedere insieme agli altri visto che è da tanto che non ci vedevamo. Ovviamente accettammo. Decidemmo di incontrarci sul lungo mare verso le quattro e mezza.
Arrivata l'ora, io e Ben ci partimmo.
Una volta arrivati vedemmo già due teste super ricce insieme a un altra più mossa.
<< Ciao ragazzi>> li salutammo.
Will, Mark e Axel si girarono verso di noi, sorridendo e ricambiando il saluto.
Will indossava un costume verde e una canottiera nera, Mark un costume blu con delle strisce bianche ai lati e una camicia aperta bianca con disegnate delle palme blu e Axel invece un costume nero e una polo blu con i bordini bianchi.
Il primo a parlare fu Mark.
<< I due innamorati si sono fatti vivi>> 
<< Allora Ben, come va con la tua ragazza>> chiese Axel con sguardo curioso.
Ben era un po' in imbarazzo ma rispose<< molto bene. Lei... Lei è fantastica>> e fece un sorriso di quelli che solo Mary riusciva a fargli fare anche se non era fisicamente presente.
<< E bravo! Tu Alex invece a che punto sei? Quando le dirai che la ami>> chiese Will.
Io sinceramente non sapevo quando fare questa mossa. Oggi non mi sembrava l'ideale visto che sarebbe tornata stasera da una giornata difficile per lei.
<< Non lo so. Oggi e a Princeton per la commemorazione di una persona cara. Non so se sia l'ideale.>>
<< Beh forse è meglio non stasera ma magari puoi domani mattina>> propose Axel.
<< Esatto. Non sprecare più tempo di quanto già ne hai consumato. Se la ami diglielo, perché se aspetti troppo potresti pentirtene.>> Disse tutto d'un fiato Ben. Diceva le cose sempre al momento giusto. Questo mi aiutava un sacco.
<< Bene è deciso. Domani mattina vado da lei e glielo dico>>
<< Bravo! Adesso andiamo a mangiarci un gelato>> disse Will entusiasto. Andammo da Johnny e prendemmo un gelato a testa e poi continuammo a passeggiare sul lungo mare.
Parlammo del più e del meno. Will e Mark ci dissero che i suoi genitori stavano organizzando la serata di beneficenza che si sarebbe svolta la prossima settimana nella loro villa.
Poi a un certo punto sentimmo una voce squillante e dei passi veloci che sembravano di più una corsetta che ci stavano raggiungendo.
<< Ehilà ragazzi come va?>> Era Vicki la sorella minore di Axel. Ha diciassette anni. Rispetto a lui è completamente diversa almeno di aspetto fisico. Ha dei lunghi capelli neri raccolti in uno chignon scombinato, occhi grigi, lineamenti morbidi e una carnagione chiara. Indossava una canottiera nera che le lasciava un po' di pancia scoperta, dei pantaloncini bianchi e delle scarpe di tela grigie.
<< Ciao Vicki>> le dissi. Lei mi guardò e mi sorrise. Credo che abbia una cotta per me da anni anche se non le ho mai dimostrato interesse e lo tenuta sempre a distanza in quanto sorella di uno dei miei migliori amici.
<< Ciao Alex>> mi guardò con gli occhi da gattina che cercava di prendere la sua preda. Cercai di stare un po' più distante.
<< Ciao Vicki come va?>> Le chiese Ben.
<< Molto bene grazie>> disse senza distogliere lo sguardo da me.
<< Beh che dite se ci avviamo verso casa?>> Dissi cercando di trovare una via di "fuga".
<< Si andiamo>> disse stavolta Axel affiancando sua sorella.
Ci incamminammo e poi dopo un po' squillò il telefono a Ben. Rispose << oi, Mary. Dimmi>>
Lei gli disse qualcosa ma non riuscii a capire cosa e poi la salutò<< ciao lentiggini>> e chiuse la chiamata.
<<Ha bisogno di qualcosa?>> Gli domandai.
<< No mi ha detto che è a casa di Felicity perché è già tornata>>
<< A è già qui?>>
<< Si. Mi ha detto che è arrivata mezz'ora fa'>>
<< Ok allora andiamo>>
Insieme ai ragazzi raggiungemmo casa mia. Ben li salutò e andò da Mary. Io a mia volta li salutai e mi diressi a casa di Felicity. Volevo vederla. Ne avevo disperatamente bisogno. Sentivo un forza premere sul mio cuore. Avevo voglia di dirle quanto l'amavo. Nonostante sapessi  che non era il momento giusto e che era meglio aspettare domani come avevo detto ai ragazzi, ma in fondo Ben aveva ragione e io non volevo più aspettare. Non volevo stare più lontano da lei. Avevamo aspettato troppo tempo, perché sprecarne altro? .
Ero quasi giunto a casa sua , quando la vidi da lontano
con Noah. Che ci faceva con lui? Mi aveva promesso che gli sarebbe stata lontano. Poi vidi lei che lo si avvicinò a lui e lo abbracciò. Sentivo qualcosa dentro di me. Gelosia? Paura che Noah le avrebbe fatto del male? Non lo sapevo ma non volevo rimanere lì a guardare, quindi tornai sui miei passi fino ad arrivare davanti casa mia.
<< Alex, aspetta>> sentii la stessa voce squillante come quella del lungo mare. Mi girai e vidi Vicki.
<< Ehi Vicki. Che succede?>> La vidi avvicinarsi a me con il fiatone.
Una volta ripreso fiato parlò, << niente è che volevo dirti una cosa>>
La guardai attentamente<< ok dimmi>>
<< Si è che non so come dirtelo>>
<< Dai dillo e basta che sarà mai>> dissi un po' scherzosamente anche se la mia testa era da un' altra parte. Era da Felicity. Era sempre a lei. Ogni mio pensiero era a lei.
Ma a un certo punto tutto accade velocemente. Vicki si avvicinò a me e mi baciò.
All' inizio rimasi paralizzato ma poi mi allontanai da lei.
<< Vicki che ti è venuto in mente?>>
Lei abbassò gli occhi. Era diventata tutta rossa. Era in imbarazzo.
<< Tu mi hai detto di dirti quello che ti dovevo dire e l' ho fatto>>
<< Baciandomi? Questo non è voler dire qualcosa>>
<< Lo so è che... Tu mi piaci Alex e molto>>
Feci un respiro profondo e chiusi gli occhi. Avevo mal di testa. Prima Noah e e Felicity e adesso Vicki. So che lei non ha colpa e che non può controllare i suoi sentimenti. Le presi le braccia e lei alzò lo sguardo per guardarmi.
<< Vicki mi dispiace ma io non provo lo stesso che provi tu per me. Io...>>mi fermai.
<< Tu?>> Lei mi incitò a continuare.
<< Io amo un'altra persona>>
Lei riabbassò lo sguardo e poi mi guardò di nuovo.
<< Capisco. Sapevo che non avevo speranze e il tuo cuore era già occupato da un'altra persona. L' ho sentito da alcune chiamate con mio fratello>>
<< Non volevo ferirti ma...>> Lei mi interruppe.
<< No davvero tranquillo. Volevo solo provare ma i sentimenti che provi per lei sono forti.>>
<< Sicura che sia tutto a posto?>>
<< Sì, davvero. Me la caverò. Possiamo rimanere amici?>> Chiese e allungò la mano in segno di pace.
<< Sì, amici>> strinsi la sua mano e dopo di che lei se ne andò. Però avevo una strana sensazione, come se qualcuno mi stesse guardando. Mi girai per vedere se c'era qualcuno ma niente. Era completamente deserto.

La leggenda della farfalla biancaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora