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Quella mattina il telefono continuava a suonare nonostante si fosse assicurata di aver tolto tutte le sveglie.
Fu costretta a svegliarsi dal suo bel sonno per rispondere al telefono.
"Pepiii che vuoi???
Volevo dormire di più oggi" lo rimproverò per poi sbadigliare.
"Lo so ma ho dimenticato di mettere le scarpette nuove nel borsone e mi sono portato dietro quelle vecchie" sbuffò suo fratello dall'altra parte del telefono.
"Usale solo oggi dai"
"No Sabrina si sono appena rotte nei lati, se prendo una caduta mi faccio pure male" spazientito pregò di portagli quelle nuove.
"Arrivo dai fammi staccare"
"Muoviti che gli altri già hanno inziato l'allenamento"
"Dammi il tempo di venire mamma miaaaa" urlò per poi staccare la chiamata.
Prese le scarpette nuove e le poggio sul tavolo per poi andare al bagno a darsi una sistemata.
Per la fretta mise una mogliettina sottile bianca senza reggiseno e prese la giacca grigia della nike che le aveva regalato Pablo.
Mise su dei pantaloni di tuta del medesimo colore e si recò in macchina.
"Cazzo le scarpe" scese di nuovo dall'auto e tornò dentro a prenderle.
Mentre si dirigeva al centro sportivo che non distava molto sentiva un profumo diverso sui suoi vestiti.
Presto si rese conto che era la giacca e non appena si fermò ad un semaforo rosso la prese e la annusò.
Odorava del bel sivigliano e senza rendersi conto si morse il labbro inferiore.
Sentì una felicità salire su per lo stomaco non appena si rese conto che avrebbe visto di nuovo Gavi tra poco.
Parcheggiò più vicino possibile all'entrata e varcò la porta con sicurezza.
"Salve sono..." Non fece in tempo a presentarsi in reception.
"Si sei la sorella di Pedro González, vai pure" la signora in modo molto cordiale la fece passare senza problemi.
Cercò di non perdersi nei mille corridoi di quel centro per poi imbattersi vicino a degli spogliatoi.
"Signorina" un uomo alle sue spalle cercò la sua attenzione.
"Devo portare queste a Pedri"
"È nel campo infondo a destra.
Conosce la strada o la devo accompagnare?" Doveva essere un assistente ed era molto gentile.
"Non preoccuparti Gabriel gli mostro io il campo" alle sue spalle una voce familiare la fece girare.
"Pablo..." furono le uniche parole che riuscì a dire dopo averlo visto.
Era difronte a lei mezzo nudo, solo l'asciugamano in vita copriva qualcosa ma non abbastanza.
Era bagnato, le gocce gli sfioravano la pelle cadendo verso il basso dove si imbattevano nei suoi addominali scolpiti.
Lo guardò attentamente dal basso verso l'alto cercando un autocontrollo che non trovava.
Era un Dio greco, era veramente troppo bello.
"Capisco che hai un belvedere avanti ma se continui a guardarmi così Pedro non inizierà mai il suo allenamento senza le scarpe niña" sorrise in modo malizioso con la testa bella alta.
"Stavo solo vedendo se avevi il braccialetto.
E non c'è l'hai quindi levati che gli porto le scarpe" non poteva farsi sgamare così e quindi era meglio reagire un pó malino che passare per quella scema che era rimasta imbambolata.
Per passare andò a sbattere apposta con la spalla contro quella del calciatore che se la rise un pó per l'accaduto.
Aveva notato bene lo sguardo che lei lo aveva riservato, non c'era bisogno che lo ammettesse.
Pedro finalmente inziò il suo allenamento con tanto di compimenti per la sorellina da parte dei compagni di squadra che lo fecero infuriare.
Sabrina tornò dentro per ritornare a casa ma qualcosa o meglio qualcuno non l'avrebbe lasciata passare così facilmente.
"Perché hai quella faccia nervosa??" Si mise difronte a lei in mutande,precisamente bianche.
"Credi che io sia come le troiette che sbavano dietro te e Pedro?" Si impose con le braccia conserte.
"No. Ma non puoi negare il modo in cui mi hai guardato" mise anche lui le braccia al petto.
"Ti sei preso gioco di me...
Mi hai derisa.
Hai un bel fisico sei un bel ragazzo e ti ho guardato.
Ma che problema c'è??" Ammise con maturità gesticolando.
"Hai ragione...scusa però guarda il braccialetto è sul mio polso.
Lo tolgo solo quando devo allenarmi per paura di romperlo e poi devo tenerlo lontano dalla vista di Pedro" mostrò il polso sorridendo come un bambino.
"Torna a fare il timido perché se ti faccio vedere io il mio belvedere la smetti presto di fare lo stronzetto!!" Sbottò lei con la sopracciglia inarcata.
Pablo era alle strette ma quel caratterino aveva proprio il suo fascino.
"Ok avanti fammi vedere!" La sfidò.
"Dai sto aspettando"
Lei si tolse la giacca mentre lui la guardava impaziente aspettando che si spogliasse.
Posò gli occhi più in basso facendo caso alla mancanza del reggiseno.
Lei notò subito che come aveva previsto avanti al suo corpo anche lui sarebbe rimasto imbambolato.
"Riprenditi la tua giacca!" Gliela lanciò addosso con faccia soddisfatta.
Se quello era un gioco,adesso erano in parità.
"Aspetta Sabrina" fece un passo verso di lei per fermarla ma lei si fermò da sola.
"Anzi ridammi anche il mio braccialetto" andò verso di lui con fare arrogante.
"No!fermati ormai è mio" si scansò dalla presa della ragazza.
"Smettila che se lo vede Pedro lo riconosce...ti conviene ridarmelo o passerai un guaio" lo informò del fatto che suo fratello avrebbe fatto mille domande e tanti casini se solo avesse visto quel bracciale addosso a Gavi.
E per fortuna non aveva notato che lei indossasse l'imdumento del suo amico.
"Non mi importa! Potete anche scatenare una guerra...il bracciale ormai è mio" Si impose.
"Che testa dura!!" Gli diede due colpetti in testa per poi scoppiare a ridere.
"Scema" le toccò la punta del naso e poi gli porse di nuovo la giacchetta con il viso che traspirava un SCUSA PER PRIMA  anche se non lo stava dicendo.
Lei la riprese e la indossò soddisfatta per poi girare i tacchi e camminare.
"Sabrina...sei proprio poco educata sai" la stuzzicò pensando a quello che gli aveva detto Fernando la sera prima.
Lei non si girò, aveva il cuore a mille e si stava mordendo forte le labbra.
Prese un bel respiro e si girò per poi correre verso il bel calciatore che le mise le mani in vita.
Schioccò un bacio sulla sua guancia e poi diede un'occhiata alla sua mandibola squadrata,ai suoi nei, alle sue cicatrici e poi alle sue labbra.
Lui richiamò subito l'attenzione sugli occhi ma poi cascò sulle labbra della ragazza.
Quest'ultima mise una mano sul suo petto nudo e lo spinse leggermente.
"Ci vediamo" sorrise per poi fargli un occhiolino che lui ricambiò.
"Ah ma poi perché già ti sei lavato??" Chiese curiosa.
"Uno strappo muscolare,è meglio che riposo" Si toccò l'intero coscia.
"Va bene Pablito!!"
Si scambiarono l'ultimo sorriso e si recò a casa pensando tutto il tempo a quel maledetto ragazzino.
Gavi dall'altra parte andò a mettersi sul divano di casa e passò il resto della mattinata a girare e rigirare quel braccialetto.
Insomma c'erano delle emozioni che erano in grado di smuovere ogni cosa dentro...nessuno sarebbe stato capace di contrastarle.
Era la vita a decidere e per Pablo questa vita voleva essere un pó più dolce.
Gli aveva già donato un amico con cui condividere le giornate, per attenuare la sua solitudine e gli stava regalando un qualcosa di speciale che ancora non era in grado di capire.

Ragazze sclero tantissimo e voi???
Che cosa avreste fatto al suo posto??
Vi sta piacendo la storia?
La continuo che dite ?

Culpa mia•|Pablo Gavi|•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora