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"Ma chi di te?
Pablo Gavi ma chi ti credi di essere eh?"  Gli fece il solletico facendolo ridere a crepapelle.

"Pablo Gavi" rispose tra le risate.

"Sei solo un ragazzino con la faccia da bambino" gli fece una linguaccia.

"Smettilaa! Sono grande rispetto a te...tu sei piccolina...molto piccolina" con il dito le toccò il naso.

"Sono la tua niña??" Abbracciata a lui lo guardò con occhi sognanti.

"Sei sempre stata la mia niña...non sai quanto ti stavo aspettando.
Sei la prima ragazza che mi ha fatto innamorare..." con un bacio sulla fronte per poi tornare a guardare il mare.

"Non sai quanto mi rendi felice.
Questa è la sera più bella della mia vita.
Te lo giuro" prese il viso del sivigliano tra le mani e gli diede un bacio a stampo lungo.

"Io non ci posso pensare...
Tu mi fai diventare matto." Scosse il capo in segno di resa.
"Perché?? Che ho fatto Pablito??" Sorrise curiosa ma in modo biricchino.

" lasciando stare le provocazioni, il bacio che volevo darti sempre per via che mi provochi di contunuo...
In realtà poi siamo scesi per un'appuntamento amichevole e invece finisco qui a confessarti i miei sentimenti a cuore aperto avanti al mare." Disse scioccato per l'accaduto, era completamente incredulo.

"Te ne stai pentendo?" Chiese a testa bassa.

"No! No! Tu sei il mio cuore...
Non pensarci nemmeno." Le alzò subito la testa per poi abbracciarla forte forte.

"Finiamo i panini e andiamo a casa che devi riposare domani c'è la partita.
Tieni la metà del panino" glielo porse.

"Uh che dulce niña si preoccupa per me...
Dammi un bacio vieni qui" la tirò a sé.
"Fammi mangiare il panino adesso" indispettita prese la metà del panino di Pablo per poi iniziare a mangiarlo.
Gavi scosse la testa ridacchaindo, era proprio bella, bella dentro.
Quel caratterino lo faceva impazzire e piano piano lo aveva fatto innamorare.

Dopo una mezz'oretta tornarono verso l'auto correndo mano nella mano sulla spiaggia.
In auto inziarono a cantare a squarciagola fino fuori casa di Sabrina.

"Ci vediamo domani...avvisami quando arrivi a casa"

"Niña appena arrivo ti chiamo" le fece l'occhiolino per poi avvicinarsi di più.

Voleva rubarsi il bacio della buonanotte e lo fece con grande successo.

"Vai piano" Si raccomandò dopo essere scesa dall'auto.

Pablo annuì e aspettò che entrasse nel cancello per sicurezza per poi tornare a casa.

Pedro e Fer erano già a letto e per fortuna non doveva subirsi nessuna ramanzina così si mise il pigiama e si recò a letto aspettando la chiamata di Pablo.

Guardò il soffitto e fece un lungo respiro.

"Se è un sogno non svegliatemi"
Non si sentiva al settimo cielo per via che Pablo fosse un calciatore bellissimo e fortissimo ma per la persona che era, perché gli piacevano poche cose e quella sera le aveva dimostrato che una di quelle poche cose era lei.

Si sentiva speciale perché Pablo era molto selettivo.

Forse stava esagerando, si stava facendo prendere dall'euforia e a momenti come ogni ragazza già si sentiva sposata.

I soliti film mentali che si fanno le ragazze quando sono innamorate.

A farla ritornare sulla terra ferma ci pensò Pablo con una bella videochiamata che li avrebbe accompagnati per tutta la notte.
Si addormentarono apposta in videochiamata perché non era bastato a nessuno dei due quella sera.
Avevano ancora voglia di loro, una voglia forte, una voglia capace di frati restare senza fiato.



"Che maglietta metti?" Chiese Fernando a sua sorella.

"Quella di Pedri ovvio..." Sabrina non aveva riferito nulla del bacio ma Fer la conosceva bene.

"Dopo quello che è successo ieri?" Disse ovvio.

"Perché Fer cosa è successo ieri?" Come faceva lui a sapere che si erano baciati.

"Ti vedo diversa, felice...
Quindi presumo che sia successo qualcosa tra te e Pablo" fece spallucce appoggiato alla porta.

"Si è vero...però la prima volta che vado a vedere Pedro con la maglia del Barcellona voglio avere la sua maglia" erano cresciuti insieme e il bene che li avvolgeva era forte.

Si diedero un abbraccio e poi tornarono a prepararsi per la serata allo stadio.

I calciatori già erano lì per allenarsi, Pablo la mattina però le aveva mandato anche il buongiorno.
Questo era un buon segno, stava diventando una cosa seria.

Mise la maglietta di Pedri con il numero 8 e si recò con Fer allo stadio.
Si sentiva emozionata e agitata era sicura che avrebbe guardato solo quei due in centrocampo.
Crescendo con Fer e Pedro non poteva non capirne di calcio,infatti sapeva perfettamente tutto.

"Che chiasso" Si lamentò prendendo posto in tribuna.
"Dai non ci pensare...ci divertiremo" suo fratello la scosse qua e là.
"Speriamo che vinciamo" strofinò le mani.
"Sì che vinciamo" il ragazzo ne era certo.
"Ma sì abbiamo Pedri potter in campo possiamo stare tranquilli" risero a crepapelle per il soprannome che avevano dato i tifosi a Pedro.
Non sbagliava quasi mai un passaggio, aveva un gioco pulito e quando c'era lui in campo il Barcellona si alzava di qualità.
Poi c'era Gavi, lui era l'anima del Barça, con lui in campo aveva tutto più senso.
Metteva passione, grinta e il talento ovviamente...quello non mancava a nessuno dei due.
Giocavano fianco a fianco, erano i numeri storici 6 e 8 che gli mettevano una grossa porzione di responsabilità addosso.
Ma non gli pesava perché appena scendevano in campo giocavano come se fossero trentenni con tanti anni di esperienza.

E lei era lì in tribuna aspettando il loro ingresso con molta ansia.
Aveva quasi vergogna che Pablo la guardasse dopo la sera precedente.
Nonostante ciò sperava con tutta se stessa che lui facesse quel gesto, che la cercasse tra mille solo per salutarla.

Continua.....

Ragazze cosa ne pensate?

Culpa mia•|Pablo Gavi|•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora