Uno strano oggetto.

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"Ehm..Professore? Non credo sia esattamente l'ufficio del Preside."

"Oh no,infatti non lo è!"

Il Professore ci prese per un braccio e ci buttò dentro il laboratorio,poi ci chiuse a chiave dentro la stanza.

"PROFESSORE COME SÌ PERMETTE! LE FARÒ DENUNCIA!" Urlò Emma senza risposta.

"Rassegnati,non puoi fare nulla. Le finestre sono sbarrate e la porta serrata." Dissi come se ciò fosse normale.

"Ma questo non ti preoccupa per nulla? Il nostro Professore ci ha rinchiuse in..un laboratorio!" Soltanto nominarlo le fece salire i brividi.

"Lo so. L'ho visto. Ma cosa ci vuoi fare? Aspettiamo."

"ASPETTARE?Ma sei impazzita?"

Non avevo paura. Perché forse sentivo ancora dentro me la presenza del Dottore che doveva venire a salvarmi. Poi ci ripensai.

"Scusa,scusa. Magari se vediamo in giro potremmo trovare qualcosa che ci possa aiutare."

Mi alzai e lei mi seguì.

"Martina." Chiamò.

"Si?"

"Guarda qua."

Mi girai verso il tavolo travolto da 'pozioni' chimiche.

"Cos'è?" Mi chiese.

Vidi qualcosa di strano che con il resto non c'entrava. Un oggetto rotondo fatto di metallo,con una spaccatura al centro.

"Ehm..non lo so."

Lo presi in mano.

"Attenta!" Urlò.

"Che c'è?"

"Magari è qualcosa di velenoso!"

"Oh ma andiamo! Ormai l'ho già preso in mano,e guarda,sono viva!" Si tranquillizzò.

"Guarda,la spaccatura,credo che sia il modo per aprirla."

Mi sforzai ad aprirla perché era dannatamente dura,ma quando si aprì iniziò a bruciare,e la stanza iniziò a colorarsi di un rosso pungente,mentre si sentiva partire una sottospecie di sirena.

"Ops."

Emma mi fulminò con lo sguardo.

"Che diavolo facciamo adesso?!?!" Urlò cercando di superare l'allarme assordante.

"Non lo so! So solo che saranno guai per noi!"

"Nascondiamoci perché sicuramente qualcuno sta venendo a vedere che succede!"

"E dove dianime ci nascondiamo?!?" Urlai ancor più forte.

"L'ARMADIO! C'È ABBASTANZA SPAZIO!"

Corremmo verso l'armadietto vuoto all'interno e ci entrammo,dopo chiudemmo le porte di esso.

Qualcuno stava arrivando.

L'allarme si spense e la stanza tornò alla normalità. Ma quell'oggetto focoso,si ruppe dopo che lo lasciai cadere.

Si potevano sentire i passi tra i pezzi scricchiolanti.

"Sono scappate." Parlò una voce maschile.

"Ma la porta è chiusa e le finestre sbarrate! È impossibile scappare e rimetterle in sesto dopo cinque minuti" Disse un'altro.

"Questo significa che sono ancora qui..nascoste."

Angel || Martina StoesselDove le storie prendono vita. Scoprilo ora