Il fenomeno della violenza contro le donne sembra non voler cessare mai: il caso più recente della giovane Giulia Cecchettin che ha suscitato scalpore lo conferma chiaramente.
Le 20 coltellate che sono state inflitte hanno determinato l'ennesima morte di un essere innocente, vittima della volontà e delle azioni brutali di un giovane ragazzo.
Quest'ultimo dichiarava di amarla, di non poter vivere senza di lei, eppure l'unico tipo di legame che si può evincere è strettamente legato al controllo, a quella legge del possesso di cui non si può fare a meno, perché altrimenti come si può esprimere il proprio essere, la propria volontà?
È un dubbio con cui spesso faccio fatica a immedesimarsi nelle menti di questi giovani assassini che privano una donna di due diritti inviolabili: quello alla libertà, e soprattutto quello alla vita.
Cosa ne sarà di Giulia? Cosa ne sarà della giustizia?
Ogni anno siamo costretti ad assistere ad un elevato numero di femminicidi, nei quali ritengo che l'uomo non conosca limiti quando si entra in merito all'ambito della violenza, della brutalità e della voracità.
Subire e infliggere danni a livello fisico e mentale comporta sempre delle conseguenze, o almeno, questo è quanto sostiene la costituzione.
Ma dove sono queste conseguenze? Dov'è questa giustizia?
Perché le uniche forme di intolleranza verso questi atti si presentano sotto forma di mandati restrittivi, o dai due ai circa sei anni di carcere?
In che modo si sta attuando la legge?
L'unica realtà evidente è data dal fatto che la soluzione a questo problema strutturale continua ad essere rimandata, e nemmeno la giustizia difende chi dovrebbe essere difeso.
Ad ogni modo, l'idea generale secondo cui l'uomo esercita sui corpi delle donne una violenza disumana, privandole delle loro libertà e del loro benessere individuale, e che quindi infligge un dolore inaudito, è sostenuta da un'esaltata affermazione del primato della forza maschile sul corpo femminile, perché è questo che siamo, corpi. E come viene costantemente ripetuto, si porta avanti una oggettivazione del corpo perché a volte si temono le capacità intellettuali della donna, e percependo tutto ciò come una sfida, una competizione personale, nell'uomo nasce una pericolosa forma di gelosia che viene dimostrata uccidendo, impossessandosi del corpo, violando il corpo. Si tratta sempre di un possesso fisico.
Quindi evolviamoci, società, sensibilizziamo quanto sta accadendo e siate tutti partecipi di una rivoluzione che deve partire da dentro ciascuno di noi, perché riguarda proprio questo, una progressiva maturità nelle idee, e nell'affermare che la violenza debba essere bandita in qualsiasi forma.(tema svolto qualche mese fa)
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frammenti d'animo
Não Ficçãouna raccolta di brevi componimenti poetici, di temi, di pensieri, di lettere che ho scritto nel corso degli anni (principalmente in italiano, ma è possibile trovare testi anche in francese e in spagnolo).