la ragazza di zucchero (poesia)

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La ragazza di zucchero osserva pensierosa;
non ride, non gioisce.
Constata, forse,
l'esistenza di un alone fisico,
di una fortezza immaginaria, possente e limitante.
L'assillante eco delle forze disgregatrici
percepito come un attacco alla propria serenità interiore,
sarà un motivo di riscatto sociale?
La ragazza di zucchero è sotto pressione, ma
rispettosa di un occulto fato
e sensibile al contesto sociale.
Sforzàtasi in una conversazione,
intrattiene il tempo
mentre scorge l'assenza della propria energia.
Penseranno, essi,
che abbia riacquisto parola,
ma temeraria sarà, forse,
per scegliere di restare?
Un contatto umano...
un'esigenza o un equivoco?
La ragazza di zucchero è perplessa,
si limita ad accettare il silenzio della sua voce.
Sospira, ma non è afflitta.
Alla fine dei giochi
lascerà che il pianto suo di vocali si esprima,
ed esordisca un'amara vittoria.
Illesa,
ma ferita nelle pareti dello stomaco,
griderà, tormentandosi dell'ira incausata:
rosseggerà il suo viso arzillo,
le cui goffe smorfie prenderanno vita per un breve lasso di tempo.
Sfiderà, forse,
l'immobile destino?
Al richiamo sopito della propria stanchezza fisica,
rischiara il cielo che,
un tempo cupo e risoluto,
assumerà un proprio colore,
limpido come l'acqua,
e bianco come una margherita.
Che tu possa trovare serenità in coloro che ti accolgono a braccia aperte,
ragazza di zucchero,
ma soprattutto che tu possa apprezzare la bellezza della tua anima,
preziosa e non commerciale.
Abbine cura.

a chiunque si immedesi nella ragazza di zucchero

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