1

871 45 5
                                    

A svegliarmi stamattina è stata quell'odiosa sveglia. È lunedí è sono dovuta per forza andare a scuola: ho il compito di mate, bella merda, visto che ogni volta non ci capisco mai un cazzo. Ma chi me lo ha fatto fare di scrivermi qui.
Vado in bagno, mi guardo allo specchio: i soliti capelli neri scompinati, i soliti occhi gonfi e le pupille azzurre arrossate.
Ma che faccio a botte la notte invece di dormire?
-Nina sbrigati che sono quasi le otto!
Mi urla mamma dalla cucina.
In fretta mi preparo, metto le adidas superstar rosa, un paio di jeans stretti e una canotta bella larga sopra. Ho sempre amato lo stile "hip hop", ma mi interessa anche quello tipico delle ragazze di classe, solito chiamato "vintage" o cose cosí.
Mi lavo il viso per togliere il sonno, e con un filo di eyeliner scendo giú a preparare lo zaino.
-Come hai dormito?
Mi chiede mamma.
-Come al solito, ma sto bene.
-Nina non mentirmi
-Mamma, sto bene.
Le dico scandendo le parole. Da quando mio padre non c è piú, sono cambiata molto; fino a poco tempo fa ero vivace e spensierata, e ora mi ritrovo sempre a piangere la sera, come se qualcosa o meglio qualcuno mi mancasse. E giuro che non sopporterei un altra mancanza, mi sarebbe da suicidio. A volte ci penso spesso, ma poi mi soffermo alle piccole cose, e afferro un paio di cuffie e ascolto musica ad alto volume, per escludermi da questo mondo che non mi piace affatto come gira, o almeno, per me gira sempre storto, mai niente dritto. E ora con la mancanza di mio padre, a stento riesco a svegliarmi la mattina, ad andare a scuola e a trovare quelle teste di cazzo in classe mia che non fanno altro di parlare di sesso. Sono tutti cosí malati di perversione, che nessuno pensa mai al vero amore, tranne me, la solita sfigata che se si innamora va sempre male.
-Nina ci sei?
Mi dice mamma interrompendo i miei pensieri. Dopo averla salutata di corsa, vado a scuola, che si trova a qualche chilometro da casa mia. Ero in netto ritardo e fuori all'entrata non c era nessuno, tranne me, ovvio.
Corro in classe, busso alla porta.
-Signorina Johnson ancora un altro rirardo?
Mi dice la prof irritandomi i nervi.
-C era traffico
Dico sotto le risate dei mie compagni.
-Cazzo ridete?
Dico senza accorgermene e la prof mi fa restare un'ora fuori.
-benissimo, parte alla grande la giornata.
Dico sbattendo la porta e uscendo fuori scuola. Mi siedo su un muretto, ero l'unica sfigata che non aveva amiche, forse le avevo anche avute, ma di colpo mi hanno voltato le spalle, senza che io facessi niente. Ma va bè. Per distrammi dai miei pensieri negativi, ascolto musica e metto "riproduzione casuale", ed esce la canzone "Chandelier" di Sia. Quella canzone ogni volta che la ascolto, a parte a spaccarmi i timpani, mi fa sentire libera e felice, mi da sfogo. È semplicemente stupenda.
Mentre ascolto la Canzone, chiudo gli occhi, e quando li riapro mi ritrovo davanti una figura maschile, che mi guarda incuriosita. Rimango per un pó ad osservarlo, quando poi mi toglie una cuffietta e mi dice "entra in classe, che ci fai qui?
Ascoltai la sua voce, come una melodia, e giuro, che per un istante, me ne persi all'interno.

Ciao ragazze, come va?❤ Questo è il primo capitolo, il primo fa tanti di questa storia d'amore, iniziata cosí, per caso. Fatemi sapere cosa ne pensate, un bacio❤❤❤

Di(m)entic(a)rt(i)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora