capitolo 9

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<<tssk>>
quel momento sembra prostrarsi per ore e ore.
i nostri corpi aderiscono l'uno con l'altro.
la mia testa incollata al suo petto, le mie orecchie udiscono i battiti del suo cuore: battiti decisi e forti, l'intervallo tra essi si sono ristretti un poco.
il sudore freddo scorreva ancora lungo le mie tempie.
il mio battito diminuisce la sua velocità e si calma lentamente

questo scemo mi sta veramente aiutando

il dolente se ne va con i suoi passi da elefante.
quel momento è così dolce e genuino da sembrare quasi strano e imbarazzante.
Minho mi libera la testa delicatamente e sguscia fuori dal buco del muro del labirinto.

<<faccio da guardia tu dormi>>
mi dice subito Minho sbarrandomi la strada d'uscita con una gamba
<<io qua non ci sto un secondo di più>>
lo ragguaglio, al ché gli do una rafficca di schiaffetti sul polpaccio per far in modo di farlo spostare.
esco subito non appena sposta la gamba rassegnato.
<<che cosa vuoi fare esattamente fagiolina? >>
mi domanda sollevando leggermente le braccia con i palmi al cielo
<<è notte e questo labirinto brulica di dolenti e in più i muri si spostano, non puoi stare qua fuori è meglio se sta nel buco, non entrerò avrai tutto lo spazio che vuoi>>
aggiunge
<<chi me lo vieta?>>
<<io>>
dice con la mascella serrata infastidito dal mio tono, scuoto la testa e mi siedo con le gambe al petto, la mia schiena al muro
<<puoi starci tu nel tuo buchetto minuscolo io sto qua, faccio la guardia>>
dico imperterrita, lui si avvicina e si china, siamo faccia a faccia a pochi palmi di distanza
<<per quanto mi riguarda il capo dei velocisti sono io, e in teoria essere il capo dei velocisti mi rende il capo qua dentro.>>
dice spiccatamente il moro.
Lo guardo negli occhi, con aria di sfida.
<<io non ci rientro rassegnati, vai a dormirci tu li dentro, dovresti riposarti.>>
serra la mascella infastidito nuovamente, si rialza, sta li fermo due secondi e poi si siede accanto a me.
<<non posso lasciare una fagiolina a se stessa>>

<<pff me la so cavare>>

<<certo e io sono la regina elisabetta>>

lo guardo malissimo

ha appena insinuato che non so badare a me stessa?

lascio perdere e mi metto a guardare in giro, le mie gambe che aderiscono al mio petto.
ormai si stava facendo veramente buio.

è passata ormai mezz'ora, non si vede nessuna creatura inquietante quindi tutto apposto.
il silenzio di tanto in tanto è interrotto da qualche scricchiolio proveniente da chissà dove.

<<non è strano che non si senta nessun dolente neanche in lontananza?>>
finalmente interrompo il silenzio assordante tra me e Minho.
lui si limita a dare una scrollata di spalle.
quindi stufa di aspettare il giorno mi alzo.
<<dove pensi di andare?>>
sento il moro dietro di me alzarsi.
<<in giro. mi annoio>>
mi raggiunge in poche falcate, il buco e Alby saranno a qualche metro da noi adesso.
Minho mi ferma prendendomi dal braccio.
<<non puoi andare in giro come ti pare qua, non siamo nella radura>>
mi ricorda come se non lo sapessi
<<neppure se ti annoi, quindi fila a risederti>>
mi rimprovera indicando il punto dov'eravamo qualche istante prima, sembra un padre che rimprovera la figlia.
mi si alza un sopracciglio per il modo in cui mi si è rivolto.
<<non sono una bambina>>
dico in preda al fastidio
<<lo sembri, sai?>>
i miei occhi si assottigliano, prima che potessi dire qualcosa prova a riportarmi davanti al buco.
mi inchiodo al terreno come se fossi effettivamente una bambina che fa i capricci.
neanche qualche centimetri verso il buco che sentiamo quegli orrendi passi da elefante provenire proprio dalla direzione in cui stavamo andando, subito appare un grosso ragno metallico da dietro l'angolo.

runner¹ // minhoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora