capitolo 11

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<<è un bambino!>>
strabuzzo gli occhi quando arrivo dell'ascensore metallico incavato nel terreno.
<<ma che cazzo>>
esclama Gally.
<<perché hanno mandato un bambino in sto inferno?>>
Minho chiede a se stesso con voce flebile, il suo tono triste e con occhi spenti.
non ci penso due volte e mi butto dentro la scatola, sono seguita da Newt.
il bambino se ne sta lì, accasciato per terra, come addormentato.
il piccoletto ha i capelli castani ed è mingherlino, i suoi arti appoggiati delicatamente sul pavimento, il suo viso tranquillo.
io e Newt ci guardiamo, il nostro sguardo è torbido.
noto che sopra al bambino, infilato nella tasca della sua camicetta azzurra, sporge un biglietto.
lo prendo e lo apro dispiegandolo.
alzo le sopracciglia sconcertata dal contenuto.

un regalino in anticipo. uno fra gli ultimi.

si sente un tonfo accanto a me, il respiro di qualcuno sul collo mi fa rabbrividire.
<<che caspio significa?!>>
sposto lo sguardo a destra ritrovandomi Minho a pochi centimetri di distanza, gli porgo il biglietto come stratagemma per allontanarmi un pochetto.
accanto a noi arriva anche Newt che legge il biglietto.
<<che ci sta scritto?>>
chiedono un pò di persone
<<un regalino in anticipo. uno fra gli ultimi.>>
legge il ragazzo dagli occhi a mandorla.
in un sobbalzo il bambino si sveglia in preda al panico.
sputa dell'acqua come se un attimo prima qualcuno abbia tentato di affogarlo.
vado verso di lui velocemente, seguita dal biondo e dal moro.
il bambino si dimena per mezzo secondo, e vedendoci arrivare indietreggia con la forza delle sue minuscole braccia.
ha dei bellissimi occhi verdi.
<<ei ei sta tranquillo non ti vogliamo fare del male>>
dico sperando si calmasse almeno un pochino
<<ci capisci fagiolino?>>
Newt si fa avanti verso il bambinello, con un braccio sospeso come se si stesse riparando dal bambino per non essere attaccato.
il bambino non guarda Newt o Minho e tanto meno non guardava in alto, dagli altri ragazzi.
guarda me, solo e solamente me.
i suoi occhi incastonati nei miei.
sento questa connessione tra me e quel bambino, non capisco il perché.

non ricordo.

mi avvicino e mi metto accanto a Newt.
<<che ne dici di uscire eh?>>
dico con voce ferma e calma al bambino dai capelli castani ponendogli una mano.
<<Minho riesci ad aiutarlo?>>
dico chiamando in causa il moro dagli occhi spenti che ci fissava.
il bambino mi da la mano e si alza,
Minho viene verso di noi e allarga le braccia e si inginocchia per prendere in braccio il bambino.
il piccolo è un pò titubante
<<sta tranquillo, questi ragazzi ci vogliono aiutare>>
gli dico lasciando che il moro prendesse in braccio il bambino convinto dalle mie parole
<<Newt sali che te lo passo>>
dice Minho, Newt appoggia il piede su una scatola e in un salto esce dal buco.
afferra il cucciolo e io e Minho saliamo.

abbiamo messo il bambino in una stanza del casolare a riposare.
era troppo confuso e spaventato, parlava a stento.
vado con Newt e Minho a vedere un pò Alby, stava nel lettino dell'infermieria inerme.
mi fa effetto quando lo guardo, sono triste e arrabbiata.
vedere la figura inerme di Alby, il punto di riferimento qua al campo, mi fa sentire male dentro, nel petto, anche se comunque ci siamo parlati relativamente poco durante queste settimane.

sono decisa ad uscire da questo maledetto posto, esco dal casolare con passo veloce.
mi affianca una figura alta
<<dove stai andando?>>
altri non è che Minho
<<nel labirinto>>
dico accelerando il passo, subito lui però mi blocca andandomi davanti
<<non ci pensare neanche, ci sei uscita di stento>>
<<ci siamo>>
si corregge
<<nessuno ci rientrerebbe dopo questa esperienza>>
lo guardo negli occhi
<<io si>>
dico lampante alzando le sopracciglia, mi guarda, scava nei miei occhi.
<<non siete mai riusciti a vedere nitidamente un dolente figuriamoci ad ucciderlo, ci si è palesata questa possibilità e adesso mi vuoi dire che non vuoi fare nulla?>>
gli chiedo
<<non sei curioso neanche un pò?>>
chiedo alzando poco le braccia con i palmi alzati
<<quindi tu vorresti andare a dissezionare quel dolente? da sola per giunta?>>
mi chiede, ora ha anche lui le sopracciglia alzate, per lo stupore
<<questa cosa non è abbastanza palese?>>
chiedo ironicamente, sbuffando leggermente
<<non ti lascio mica andare da sola>>
<<mi posso fidare a lasciarti un attimo qua da sola? ritorno subito con rinforzi>>
lo guardo per un attimo e annuisco.

runner¹ // minhoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora