capitolo 8

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atterro sulla roccia fredda e semi ruvida del labirinto.
sento come degli aghi infilzarmi i palmi delle mani e dei gomiti.
alzo un poco la testa per ritrovarmi a pochi passi di distanza Minho con accanto Alby privo di sensi a terra che mi guarda basito.
mi guardo intorno rendendomi conto della cazzata che ho appena fatto.

<<ti sei fottuta da sola fagio>>

eccallà.

adesso che sono dentro mi rendo conto di quanto è effettivamente grande il labirinto, da un muro all'altro, in mezzo al lungo corridoio che si diramava in due vie, ci poteva benissimo stare una casa.
tutta pietra, ad eccezione degli arrampicanti.
Minho si alza con quasi noncuranza di Alby a terra.
mi alzo subito ignorando le bruciature a causa dell'attrito con la pietra sulle braccia.
vado subito da Alby, noto una ferita sulla sua testa
<<che gli è successo>>
guardo il suo braccio e mi si raggela il sangue, una puntura.
<<ho fatto quello che dovevo>>
mi risponde freddamente guardando dall'altra parte Minho
<<che ti prende? >>
gli domando con le sopracciglia corrugate, al ché Minho mi guarda come se fossi scema
<<ma stai scherzando?>>
adesso ha arrabbiato e leggermente infastidito.
mi sta guardando dall'alto, non riesco a decifrare il suo sguardo.
si accuccia mantenendo lo sguardo su di me, l'unica cosa a separarci è Alby privo di sensi.
<<come hai potuto entrare? hai agito impulsamente capisci? è stata una fottuta cazzata Ellie>>
io distendo le rughe che si erano formate sulla mia fronte per la confusione
<<che merda, pensavo fosse una cosa seria>>
mi siedo con le ginocchia al petto, Minho con frustrazione, sbuffa
<<ormai l'ho fatto, e se l'ho fatto è per te>>
mi rendo subito conto di quello che ho detto
<<per voi>>
correggo guardando Alby
<<ti farai uccidere >>
Minho stavolta parla con più leggerezza quasi divertito per la mia correzione
<<nah non posso morire così suvvia>>
lo guardo sorridendo, ora potevo distinguere la sua preoccupazione sulla sua faccia.
il moro sta guardando con preoccupazione Alby, in preda ai ricordi probabilmente.
lo scruto per bene prima di riposare gli occhi si alby
<<non moriremo. >>
dico positivamente prima di alzarmi.
mi chino per prendere Alby da sotto le braccia per poterlo trascinare in giro, Minho si limita a guardarmi con un punto interrogativo in faccia
<<eddai aiutami, non startene lì impalato>>
mi fermo a guardarlo con il busto di Alby fra le braccia e noto che sta ridendo
<<che cazzo ridi>>
con fatica gli tiro a stento un calcio che gli sfiora il ginocchio
<<e che calcio signori>>
dice mentre si alza, mi stanno fumando le orecchie.
Minho si alza, ancora sogghignando, e mi prende Alby dalle braccia avvolgendosi il suo braccio intorno alle sue spalle
<<un ragazza senza muscoli come te non dovrebbe fare tutti sti sforzi>>
okey, se prima mi stavano fumando le orecchie ora stanno andando a fuoco, e ha anche ragione e questo mi brucia.

sta portando Alby come se fosse una piuma.
concretizzo solo ora il suo fisico tonico e slanciato con la sua altezza e come completamente ci sono le vene che percorrono con adagio le sue possenti braccia. i muscoli ben scolpiti si notano tramite la maglia aderente.
il gilet, che interrompe la visuale, mi fa riprendere e smetto di fissarlo.

<<lumaca ci sei? pensavo fossi veloce>>
si ferma e sposta la testa di lato, scorgo solo una parte del suo viso
<<non chiamarmi così>>
in un lampo faccio quei 10 metri che ci dividevano.

<<sta calando la notte, dovremmo trovarci un riparo>>
dico ad un certo punto, ci siamo addentrati nel labirinto.
<<e in fretta, sta per cambiare>>
lo guardo stranita
<<cambiare?>>
<<il labirinto cambia ogni notte, in più escono altri dolenti>>
<<cazzo>>
torno a guardare dritto davanti a me, c'è un bivio
<<lo so>>
<<conosco un posto vieni>>
mi afferra per il polso con la mano libera e mi trascina fino ad un muro che si distingueva dagli altri per gli arrampicanti che ricoprivano tutta la sua superficie.
la sua mano è ancora sul mio polso, come se fosse incollata.
<<non serviva prendermi per il polso e trascinarmi, guarda che ce li ho gli occhi>>
guarda la sua mano sul mio polso e subito la stacca
<<che c'è? questo ti mette in imbarazzo? >>
<<ah sta zitto>>
<<stai arrossendo>>
mi indica ridendo e perculandomi,
è ovvio che non sto arrossendo
spero.
gli tiro un calcio sullo stinco per farlo smettere di ridere, al che lui lascia cadere delicatamente, almeno ci prova, Alby.
<<porcaccia cazzo>>
rido sotto i baffi
<<che c'è? un misero calcio ti fa male?>>
dico cercando di imitare il tono che aveva lui prima
<<cazzo sei una bambina?! >>
cerco di non saltargli adosso e menarlo
<<primo, hai incominciato tu>>
alzo un dito
<<e secondo, prima di darmi della bambina guardati te, sei pure tu infantile. >>
guardo dall'altra parte arrabbiata mentre lui sbuffa
<<senti, dobbiamo andare d'accordo>>
dice lui alzandosi e venendomi incontro, si avvicina anche troppo.
faccio due passi all'indietro ma dopo poco sento l'edera, significato che sono contro al muro.
c'è abbastanza tensione nell'aria.
<<almeno solo per una notte>>
sono obbligata ad alzare la testa di qualche centimetro per guardarlo in faccia, sento il suo fiato accarezzarmi il viso.
<<non percularmi più. >>
mi limito a dire senza ulteriori spiegazione levandomi da quello spazio ormai striminzito.
odio gli spazi piccoli.
in risposta lo sento accennare a una risata da dietro.

il buio ormai è arrivato.

<<che ne dici di appenderlo? c'è un appiglio la su>>
Minho mi passa la corda dopo aver indicato un punto preciso sul muro d'edera.
in qualche modo riusciamo a sollevare Alby di qualche metro più su da noi.
<<qua c'è una sorta di buco, ci dovremmo stare>>
Minho solleva l'edera e dietro essa si cela un buco, un incavo.
mi viene una fitta guardando quel buco buio, faccio finta di nulla.
non appena faccio un passo in avanti, verso il moro, si sentono dei rumoracci, dei passi da gigante.
<<sbrigati entra>>
Minho mi fa segno di entrare nel buco cosa che faccio.

i passi sono sempre più vicini, il dolente doveva essere dietro l'angolo.

<<merda, non ci staremo mai entrambi Minho>>
<<si invece>>
in un lampo, striscia dentro al minuscolo buco.
io sono spappolata fra il muro e il ragazzo.
non mi piace per niente.
<<non sei claustrofobica vero?>>
mi sussurra, siamo uno di fronte all'altro, lui da la schiena all'entrata.
io non dico nulla, mi limito a strizzare gli occhi e ignorare il mio battito cardiaco.
i nostri respiri si fondono.
<<cazzo perché non l'hai detto subito appena hai visto il buco? >>
<<non c'erano altre opzioni se non quella di farsi uccidere>>
rispondo sussurrando in preda ad un attacco di panico silenzioso.
il dolente è ormai lì fuori, proprio affianco a noi, per qualche motivo si è bloccato lì.

sembra che lo facciano apposta.

stringo i pugni cercando di non prendere in considerazione il mio respiro affannato.
sento come se i miei polmoni non riescano a prendere abbastanza ossigeno, e questo mi crea panico.

all'improvviso un braccio mi prende per la vita, è Minho che mi avvicina a se per farmi appoggiare il mio orecchio sul suo petto.
<<ma che->>
cerco di staccarmi ancora più in panico ma lui insiste
<<silenzio, fatti aiutare>>
ha la mano appoggia sui miei capelli per impedirmi di alzare la testa dal suo petto
<<concentrati sul mio battito, se stai a sentire il tuo vai ancora più in panico>>
ha un battito cardiaco stranamente calmo per la situazione.
chiudo gli occhi e mi concentro su quelle pulsazioni in qualche modo calmanti.
<<fa' respiri profondi non così corti, non voglio che ti venga un infarto fra le mie braccia>>
sento le sue dita fredde posarsi sul mio collo, delicatamente.
<<il tuo cuore corre come un cavallo>>
sussurra pianissimo per non farsi sentire dal dolente, sempre se ci sentano.
ha un tono preoccupato e protettivo, tono che non pensavo potesse avesse, soprattutto con me.
<<fa' finta di stare su una spiaggia, alle Bahamas. non sei in un buco in un labirinto chissà dove  ma bensì su un'isola tropicale stesa sulla sabbia>>
le sue dita, che stavano monitorando il mio battito cardiaco, piano piano stavano diventando tiepide a contatto col mio collo rovente
<<c'è tutta l'aria che vuoi lì, c'è un brezza frizzantina, la riesci a sentire? >>
<<e ti stai abbracciando con un bel fusto come me. sei appoggiata sul suo petto e stai pensando a quanto figo può essere in quel momento>>
aggiunge e io rido leggermente per l'assurdità di quello che ha appena detto

<<sei uno scemo>>
sussurro

<<questo scemo ti sta aiutando, e ci sta riuscendo>>
sussurra di rimando.







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                   • spazio autrice •

eiii amori mieii, come state? spero tutto bene. sono tornata EVVIVAAAA.
sono contentissima di ritornare a scrivere questa storia, mi è mancataa.
oggi per voi ho scritto 1300 parole!
sono stupita da me stessa.
ho da dirvi/chiedervi della robina:

stavo pensando di creare una playlist spotify da ascoltare durante la lettura di questa storia, che ne pensate? :D

penso di aver detto tutto quello che vi volevo dire.
incomincio subito a scrivere il capitolo 9! spero che entro la settimana prossima sia pronto :p

xoxo,
~d.a.a. <3

runner¹ // minhoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora