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The Night We Met; Lord Huron.10 anni prima
La bambina dagli occhi blu sorrise sentendo l'odore di hamburger.Marcus, suo padre stava davanti alla griglia con un sorriso soddisfatto stampato sul volto e il grembiule stretto intorno alla vita.
Amava i venerdì sera estivi.
«Blue... vuoi il pomodoro nel panino?» La donna le accarezzo i capelli biondi, identici ai suoi, e le sorrise. «Sì mamma.»
Si sedette al tavolo, in trepidante attesa. I suoi fratelli erano a giocare nel giardino davanti a casa e, al tavolo, i posti erano cinque. Blue aggrottò la fronte, non sapendo l'identità del loro ospite.
«Ragazzi!» li chiamò sua madre qualche minuto dopo, portando in tavola l'acqua.
Faceva ancora caldo nonostante il sole fosse quasi del tutto tramontato. Blue si sventolo il volto con il tovagliolo.
Il padre le diede un buffetto affettuoso sulla guancia e le si sedette vicino. I due fratelli giunsero correndo, lottando per prendere il posto più lontano da lei.
Quello vicino rimase vuoto fino a pochi istanti dopo, quando una testa corvina si accomodò accanto a lei, senza rivolgerle lo sguardo.
«Blake, spero ti piaccia» disse sua madre con dolcezza. Il bambino annuì e, finalmente, voltò la testa verso Blue, che stava aspettando con ansia di vederlo.
Non si conoscevano. Vincent e Victor avevano iniziato le elementari l'anno prima e lei avrebbe iniziato pochi mesi dopo.
Lui le rivolse un sorriso cordiale, prima di catapultarsi sul suo hamburger.
Lei lo imitò, non sapendo bene come comportarsi. Provò ad imitare sua madre nella speranza di risultare educata e composta, ma fallì miseramente quando la salsa le macchiò il vestito bianco.
I suoi fratelli scoppiarono in una fragorosa risata, «Sei proprio una poppante... non sai neanche mangiare!»
Gli occhi di Blue si riempirono di lacrime e corse in casa con la scusa di andarsi a cambiare; in realtà, nel mentre, si sarebbe concessa di piangere.
La sua camera era dipinta di blu oltremare, poiché era il colore preferito di sua madre e, per questo, aveva scelto di chiamarla così.
Si sedette sul pavimento, ancora con il vestito addosso, e giocherellò con l'orlo mentre le lacrime le inondarono le guance.
«È solo una stupida macchia» tuonò una voce, spaventandola.
Blake stava appoggiato allo stipite della porta. Aveva poco più di sei anni ma era già molto più alto di Vincent e Victor.
Blue arrossì e si asciugò in fretta le lacrime, sentendosi improvvisamente in imbarazzo. Non poteva piangere davanti a lui.
«Lo so» mormorò la bambina in risposta.
Come glielo spiegava che il giudizio dei suoi fratelli la feriva? Che voleva solo che loro la accettassero?
Blake si sedette sul pavimento accanto a lei. «Mi piace il colore della tua stanza» commentò.
«L'ha scelto mia madre.»
«È uguale ai tuoi occhi.»Blake non la stava guardando, quindi la bambina non capiva come facesse a sapere la sfumatura delle sue iridi, o comunque a ricordarsela dopo la breve occhiata di poco prima.
Appoggiò il mento sulle ginocchia e lo guardò. All'inizio non venne ricambiata ma, dopo svariati secondi, gli occhi verdi di Blake trafissero i suoi.
Quasi sobbalzò dall'intensità di quello sguardo.
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Not a Cinderella's story
RomanceBlue odia la sua vita. Odia casa sua, i suoi fratelli e suo padre. Dopo la morte della madre si è ritrovata catapultata in un universo completamente maschile, malato e violento. Ma ormai è abituata a tutto questo, niente deve distrarla dai suoi comp...