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Want You Back; 5 Seconds of Summer.Strofinai con vigore la tazza che Vincent aveva appena lanciato nel lavandino, rischiando di rompermi un dito.
Dovevo muovermi, lo sapevo bene. Se non fossi stata davanti alla porta entro tre minuti al massimo avrei dovuto fare la strada fino a scuola a piedi, e il tempo non era affatto dei migliori: nuvole grigie coprivano il cielo e sapevo che sarei stata talmente sfortunata da inzupparmi.
Sentii i passi pesanti dei miei fratelli percorrere il corridoio e precipitarsi giù per le scale, dunque sciacquai le stoviglie rimaste e asciugai le mani sui jeans.
Non mi premurai nemmeno di controllare se i capelli fossero stati in ordine, infilai le scarpe in fretta e corsi davanti alla porta; Vincent e Victor erano già in macchina, non so con quale velocità, e guardavano verso di me. Victor, seduto dal lato del passeggero, esibì un ghigno beffardo in mia direzione prima di dare una gomitata a nostro fratello, che partì a tutta velocità.
Maledetti idioti.
Con un sospiro leggero presi lo zaino e lo caricai in spalla. Sarei arrivata in ritardo, come accadeva spesso a causa di quei due, e non sapevo davvero come giustificarmi. Alla prima ora avrei avuto spagnolo e la signora Diaz era davvero antipatica; infatti, quando cominciò a diluviare sopra la mia testa, sapevo già che avrebbe avuto da ridire sul mio aspetto.
I capelli biondi si appiccicarono alle guance, infastidendomi a dir poco, mentre la felpa grigia assumeva un colore scuro. Mi sarei presa un brutto raffreddore e tutto per colpa dei gemelli.
Non riuscivano proprio ad essere gentili con me. Sapevo che stavano cantando vittoria a causa del diluvio, consapevoli che stavo facendo il tragitto sotto quello che sembrava essere il Diluvio Universale.
Mi misi a correre, sarei arrivata fradicia ma magari non in ritardo, e questo forse avrebbe distolto l'attenzione dell'insegnante da me.
La pioggia batteva con forza sull'asfalto... potevo essere così sfortunata?
Arrivai davanti a scuola pochi minuti prima del suono della campanella, cosa che mi permise di precipitarmi fino al mio armadietto per recuperare i libri necessari. Avevo appeso uno specchio all'anta, poiché vedevo che tante ragazze lo utilizzavano per sistemare il trucco, quindi mi ero uniformata, nonostante mi fosse severamente proibito, se non in qualche occasione, truccarmi o, in generale, risultare appariscente.
Lo usai per lisciarmi i capelli e verificare che aspetto avessi: quello di un pulcino bagnato e infreddolito. Strizzai le ciocche zuppe e chiusi gli occhi prendendo un respiro profondo.
Percorsi il corridoio in completo silenzio, il chiacchiericcio sovrastava anche i miei pensieri. La gola iniziava a bruciare, segno che stavo rischiando un bel raffreddore.
Scorsi mio fratello intento a parlare con la sua ragazza, Joy, appoggiato agli armadietti.
Joy era sempre carina con me. La sua bellezza mi lasciava sempre a bocca aperta, ma mai quanto la sua gentilezza; non so davvero cosa ci facesse con Vincent, che era un coglione patentato che mi trattava sempre male, ma, tra i due fratelli, era il migliore.
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Not a Cinderella's story
RomanceBlue odia la sua vita. Odia casa sua, i suoi fratelli e suo padre. Dopo la morte della madre si è ritrovata catapultata in un universo completamente maschile, malato e violento. Ma ormai è abituata a tutto questo, niente deve distrarla dai suoi comp...