23. Tonight she's mine

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Black Out Days; Phantogram.

Dieci minuti dopo, Blake continuava ad imprecare al di là della porta e, quando non riuscii più a sopportarlo, aprii di nuovo

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Dieci minuti dopo, Blake continuava ad imprecare al di là della porta e, quando non riuscii più a sopportarlo, aprii di nuovo.

«Che vuoi?» Blake sbuffò, «Sto cercando di essere gentile.»

In risposta, alzai gli occhi al cielo.

«Non posso venire» dissi solo, «Mio padre non me lo permetterebbe.»

Blake fece un solo passo avanti, che mi fece arretrare e, in quel modo, entrò in casa mia con mio grande disappunto.

«Ci hanno pensato i tuoi fratelli.»
«Perché non ci vai da solo?»

Chiusi la porta. «Che figura ci farei? Dovevo dare a Cindy la maglia.»

Incrociai le braccia al petto, «Sono d'accordo con te» sentenziai. «Sarà per la prossima volta, ora ti prego, vai a vestirti.»

Sapevamo entrambi che non ci sarebbe stata una prossima volta: quello era il nostro ultimo anno e non ci sarebbero state altre sfilate. La prima partita dei Gators era l'ultima per lui, così come lo era per i miei fratelli

Blake probabilmente avrebbe preso una borsa di studio per il basket e sarebbe andato lontano, molto lontano.

Vivevamo in California, in una piccola cittadina a due ore da Los Angeles. Blake sarebbe andato lì, o forse addirittura a New York... o chissà dove. Comunque lontano da me.

In ogni caso, sapevo che entro un mese avrebbe iniziato a mandare le domande al college, Vincent e Victor stavano già preparando le loro, e io sarei rimasta lì, intrappolata con mio padre.

L'idea di andare al college, dopo la morte di mia madre, non era neanche stata più concepita in casa Williams.

Per Victor e Vincent si prospettava un futuro brillante, mentre tutti i miei sogni erano stati infranti brutalmente.

Sin da bambina ero stata una sorta di Rory Gilmore, solo che, al contrario suo, avevo scelto subito Yale. Tenevo poster in camera, avevo magliette e felpe personalizzate e, durante una vacanza a New York, avevo addirittura convinto i miei genitori a farsi due ore di macchina pur di portarmici.

Amavo Yale, era il mio sogno più grande. Desideravo studiare lì e diventare una giornalista di successo.

A tutti gli effetti, ero una Rory Gilmore spezzata.

«Blake, davvero, sei molto gentile, ma non mi va di venire» provai a convincerlo, ma lui in risposta scoppiò a ridere.

La sera prima non era finita bene per me, dopo la partita... uscire due giorni di seguito non era una bella mossa.

«Tuo padre non tornerà» mi tranquillizzò Blake. «Victor e Vincent l'hanno mandato in vacanza con un'amica.»

Abbassai la testa, «Pensi che mi fidi di te o di voi? Giusto ieri mi hai lasciata in mezzo al nulla e loro sono stati complici!»

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