7. Last night

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Last Friday Night; Katy Perry.

La sera prima Non appena il padre di Blue mi rivolse un sorriso di circostanza, capii che lei non sarebbe di certo venuta alla festa con me quella sera

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La sera prima
Non appena il padre di Blue mi rivolse un sorriso di circostanza, capii che lei non sarebbe di certo venuta alla festa con me quella sera.

L'uomo rientrò in casa non curante.

Ma noi condividevamo lo stesso segreto. O almeno, una parte di esso. Lui sapeva, era impossibile il contrario.

Il mio telefono squillò la casa di Blue continuò a guardarmi con indifferenza.

«Blake, amico, dove sei finito?» gridò Victor, con la voce sovrastata dalla musica altissima. «Sto arrivando, ho avuto da fare... arrivo tra poco» replicai.

Ma in realtà rimasi fermo ancora un po', quasi nella speranza di vedere Blue uscire di nuovo.

Mi sentii un bambino indifeso, come quando mi rifugiavo tra le sue braccia dopo aver scoperto della malattia di mio padre, senza dirle la verità per non ricevere la sua compassione.

Sentii l'impellente bisogno di inginocchiarmi sul selciato e supplicarla di consolarmi, poiché lei era l'unica persona capace di vedermi davvero. Era così da sempre.

Blue era destinata a me e io a lei. Da sempre.

Ma da anni c'era un muro enorme a separarci e sapevo che nessuno dei due aveva intenzione di abbatterlo.

Ormai tra noi regnava l'odio. Nient'altro.

Pensai a tutti i modi in cui avrei potuto infastidirla nei prossimi giorni.

Alla fine sospirai pesantemente e tirai fuori un'altra sigaretta. Aspirai in fretta, fumandone una dietro l'altra fino a quando non arrivai dove si teneva la festa.

Da sempre camminare mi faceva stare meglio; nonostante ciò amavo guidare, sia in macchina che in moto, superando i limiti imposti per sentirmi vivo.

Da anni ero un morto che camminava, ma, dalla morte dei miei, lo ero più del solito.

Non sapevo di chi fosse la casa e, a dire il vero, neanche mi importava.

Scrissi a Caroline che non sarei tornato quella sera, chiedendole di coprirmi.

A parte i miei nonni, che cercavano di mettermi sulla retta via e di fare andar bene le cose, tutti facevano ciò che chiedevo per compassione.

Caroline non voleva raccontare bugie per non mettermi nei casini, eppure i miei genitori erano morti.

Quindi faceva sempre quello che chiedevo, nonostante ci tenesse a darmi una scossa subito dopo.

Povero piccolo Blake.

Quei pensieri mi fecero arrossare il volto, così buttai la sigaretta sull'asfalto, incurante della ragazza con i fiori incastrati tra i capelli che venne ad urlarmi contro, poiché stavo rovinando il suo pianeta, ed entrai in casa.

Not a Cinderella's storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora