4. Why do you cry?

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Nicholas's pov

L'avevo trovata in una condizione in cui non mi sarei mai aspettato di trovarla.

Quando era uscita quella ragazza dal bagno mi aveva detto che era tutto apposto e che sarebbe uscita dopo qualche minuto.

Sembrava così tranquilla.

Da quando ho sentito cose che cadevano, e un urlo talmente forte sono entrato di corsa e ho acceso immediatamente tutte le luci.

Ero rimasto almeno cinque minuti con gli occhi sgranati e a domandarmi cosa cazzo fosse successo per far sì che accedesse tutto questo.

Stava lì con volto straziante, circondata da pezzi di vetro e altre cose. Piangeva come non avesse mai fatto. Metà dei suoi capelli erano bagnati, la sua faccia cacciava lacrime a non finire.

In quell'attimo sentì crollarmi il mondo addosso.

Soffriva di attacchi di panico e anche di rabbia, suppongo.

Anche a me avvenivano alcune volte ma non arrivavo al suo punto nemmeno lontanamente.

Mi faceva male vederla sempre così. In quelle poche volte in cui l'avevo vista piangeva o indossava la sua solita espressione facciale: quella passiva. Mai una volta che sorridesse, me lo potevo solo immaginare il suo sorriso.

Appena la presi tra le mie braccia era subito caduta in un profondo sonno.

E avevo deciso di portarla a casa mia. Non me la sentivo di rimanerla in infermeria, con la paura che poi le avvenisse di nuovo una cosa del genere.

Era successo qualcosa in quei pochi minuti in cui quella ragazza è entrata, non avrebbe mai fatto una cosa del genere senza un motivo. Non la conoscevo così bene ma non avrebbe messo sotto sopra una stanza per un motivo inesistente. Nessuno l'avrebbe fatto. Dovevo assolutamente scoprire cosa sia successo, forse dovrei chiamare Daniel.

Stava dormendo già da un paio d'ore, nel frattempo mi sono dato una sciacquata veloce, le avevo preparato qualcosa da mangiare pronto a svegliarla e quando sono tornato in stanza l'avevo trovata impregnata di sudore.

Stava facendo un brutto sogno. Anche nei sogni non poteva stare in pace.

<<Svegliati!>> la scossi, cercando in qualche modo di svegliarla

<<Su svegliati>> la scossi di nuovo, e un'altra volta, ancora un'altra e finalmente aprì gli occhi e si alzò di scatto

<<Ehi.. tutto bene?>> le sussurrai dolce

Si scaraventò tra le mie braccia e pianse. Singhiozzò, pianse e nel mentre io le accarezzavo la testa.

Faceva ridere il fatto che io non abbia mai consolato nessuno mentre piangevano. L'avevo fatto solo con mia sorella. Ma di solito guardavo e basta, forse facendo anche uno sguardo consolatorio ma non andavo vicino a nessuno. Mentre adesso stavo facendo da spalla a una sconosciuta di cui non sapevo neanche il nome.

Il mio cuore quando la vedevo in questo stato si appesantiva. Mi faceva male.

Avevo capito una cosa in questi pochi giorni in cui le stavo accanto. 

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