18. My hollow heart finds it too hard to trust.

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        Nicholas's pov

Ieri sera Daniel tornò a casa incazzato nero.

Per il mio bene non gli chiesi niente e non parlammo proprio di quello che gli era successo.

Quando vorrà me lo dirà lui.

Non ero uno che metteva fretta, riguardo a queste cose. Gli darò il suo tempo, come giusto che sia.

Tornai a casa abbastanza tardi e oggi avremmo saltato le lezioni perché ci dovevamo allenare per il campionato che sta per iniziare.

Entrai nella palestra con il mio borsone sulle spalle e subito sentii l'odore familiare del sudore misto a quello del parquet appena lucidato.

Ero ancora mezzo addormentato anche se mi ero scolato una tazza bella piena di latte e caffè, molto insolito ma c'era solo quello e non volevo svegliare a nessuno.

Mi sono svegliato abbastanza presto. Forse verso le cinque ed ora erano le sette, anche se erano passate due ore belle piene ero ancora mezzo stordito. Ho passato la notte in bianco, di nuovo.

L'eco delle voci e dei passi rimbombava sulle pareti capendo che i miei compagni di squadra si trovavano anche loro già qui.

Il coach era già impostato in mezzo al campo.

<<Buongiorno coach>>

<<Fai muovere il culo ai tuoi compagni, Winchester>> disse con il suo solito tono arrogante ma oggi era ancora peggio.

Sarebbe stata una sessione tosta, non mi piaceva il suo sguardo e aveva quell'area insopportabile che significava solo che ci avrebbe fatto sputare sangue questa mattina.

Appena entrai nello spogliatoio, trovai alcuni ragazzi che scherzavano tra di loro e la maggior parte non era neanche pronta.

<<Il coach si è svegliato dal lato opposto
del letto?>> domandai aprendo il mio armadietto.

<<È arrivato alle sei. La moglie l'ha cacciato di casa, hanno litigato.>> spiegò Brice.

<<Come fai a saperlo?>> chiese Michael.

<<Segreti del mestiere>> ridacchiò.

<<Sì, proprio così. Dillo che te l'ha detto tua madre. È la segretaria del preside, sa i cazzi di tutti e anche come so fatti.>> pronunciò Daniel sbucando dal bagno.

<<Può darsi>> sibilò Brice con un sorriso sulle labbra. <<Cosa hai appena detto?>> corrucciò le sopracciglia dopo aver realizzato cosa aveva detto Daniel, quest'ultimo sghignazzò e li lasciai perdere mentre si insultavano.

<<Cap! Pronto a farti massacrare, come sempre?>> urlò Samuel con un sorriso malizioso.

<<Come sempre. E tu? Pronto a piangere quando il coach ti urlerà contro, come sempre?>> risposi ridendo. 

Sapevamo entrambi che oggi sarebbe stata una di quelle giornate. Quando il coach era furioso se la prendeva puntualmente con noi.

<<Ragazzi, sapete che oggi il coach ha una nuova serie di esercizi? Scommetto che ha trovato nuovi modi per farci odiare il basket>> dissi strappando una risata generale.

Ma oltre al voler essere scherzosi veramente il coach alcune volte ci uccideva prima dei tornei amichevoli figuriamoci ora che dovevamo vincere la Final Four e dovevamo farci notare dai talent scout.

Appena suonò la sveglia delle sette e mezza uscimmo dallo spogliatoio e il coach ci accolse con la sua solita espressione severa.

<<Bene, bene, signorine! Vediamo se oggi riuscite a fare qualcosa di decente.>>

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