6. I miss you, i'm sorry

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Nicholas's pov

Era svenuta.

Di nuovo.

Due volte in un giorno.

Ora stava dormendo in camera mia.

<<Mamma>> mi avvicinai verso mia madre che si trovava a lavare i piatti

<<Mamma ho paura per lei>> confessai un po' titubante appoggiandomi sulla cucina

<<Non devi farlo>>

<<Ogni volta che la vedo o che ci incontriamo la trovo sempre triste, piangente o svenuta. Come faccio a non pensarci?>> ammisi distrutto

Mamma non parlava, forse non mi stava nemmeno ascoltando.

<<Mi ricorda lei capisci?>> farfugliai sperando che non mi avesse sentito.

Era ancora un argomento delicato.

Erano passati tre anni. E anche se ci provavo ad andare avanti, non ci riuscivo. Forse nessuno di noi quattro l'aveva mai fatto.

Volevo piangere come una femminuccia ma non mi uscivano lacrime. Non ne uscirono neanche quando lo venni a sapere.

Per questo mi chiamarono insensibile.

Mi avevano chiamato senza cuore. Mi avevano detto che non volevo bene a Margaret. Mi avevano detto tutte quelle cose brutte, da voltastomaco che ero diventato così.

E a pensare tutto questo mi mandava a puttane il cervello.

Provavo a non pensarci ma era più forte di me.

Chiusi il rubinetto che scorreva da solo.

Misi le mani sulle spalle di mia madre e la girai verso di me.

<<Mamma ritorna da me... per favore>> la supplicai

Da quando me ne ricordo mamma aveva sempre avuto questi momenti di trans, dove si immobilizzava a fissare il vuoto. Ma la situazione si era peggiorata due anni fa.

E come se non rimanesse nella realtà, alcune volte ci metteva tempo a ritornare di nuovo alla realtà. Era come se viaggiasse in un'altro universo.

Questo mi faceva male.

Volevo che portasse tutto il suo dolore e che me lo desse a me.

Volevo soffrire io.

<<Mamma>> sussurrai ma non mi stava ascoltando, era ancora intrappolata nella sua mente

<<Mamma>> ripetei una volta.

Due volte.
Tre volte.
Quattro volte.
Cinque volte.
Alla sesta si risvegliò.

E tutto quello che disse era "chi ha chiuso il rubinetto?"
L'avevo detto, si rinchiudeva in se stessa e pensava così tanto da non rimanere nemmeno cosciente.

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