19. Happy and free in leather.

344 20 2
                                    

Daniel's pov

Quella testa di cazzo! E poi voleva che lo chiamassi anche 'migliore amico'.

L'universo oggi non era dalla mia parte.
Non solo oggi, direi quasi sempre.

Come ieri, con l'incontro inaspettato di Olivia nel mio posto, nel mio chiosco. Quella ragazza.

Nella mia mente risuonava ancora la sua voce, con quell'accento tanto marcato che aveva. Ma non mi doveva occupare i miei pensieri, io non la sopportavo.

E mi continuai a ripetere questo durante tutto il tragitto verso la fermata dell'autobus.

Il mio NOKIA 3310 era morto.

Di solito se toglievo la batteria e la scaldavo tra le mani, quando lo rimettevo a posto si riaccendeva quasi subito, ma come giusto che sia ora ovviamente no.

Quando mai mi andava qualcosa bene.

Stavo per diventare uno iettatore per quanto la malasorte faceva parte della mia quotidianità.

Seduto sulla panchina frugai nel mio zaino con l'intenzione di trovare qualcosa da sgranocchiare ma non trovai nulla, come previsto.

All'improvviso sentii un rumore alle spalle. Non ci feci molto caso, magari era solo un passante.

<<Tu! Io l'avevo detto che eri il mio stalker personale.>>

Olivia.

Quella ragazza sembrava sempre pronta a scattare, come se avesse qualcosa da dimostrare a tutti.

Il suo tono era acido come se avesse deciso in anticipo di attaccarmi senza un reale motivo.

<<Dovrei dire che saresti tu la mia di stalker visto che sono arrivato io prima.>> sbottai irritato dalla sua presenza.

<<Sbagliato!>> esclamò puntandomi un dito contro. <<Non dire a nessuno cosa hai visto oppure ti taglio le palle>>

Cosa ho visto?
Cosa avrei dovuto vedere?

Non c'era nessuno prima che arrivassi.

<<Non ho visto niente.>> dissi la pura verità. Non avevo nessuna voglia di iniziare una discussione, ma sembrava che lei abbia un vero e proprio piano nella sua mente.

Mi guardai intorno e non notai niente di strano. Era una semplice fermata di un autobus in mezzo al nulla.

Si avvicinò di un passo, tenendo sempre teso quel dito puntato contro di me, con quella solita espressione irritata.

<<Stai mentendo.>> mi accusò.

<<No.>>

<<Sì.>>

<<Io ti dico di no.>>

<<Io ti dico di sì.>>

<<Cristo! Sto dicendo la verità, non ho visto un cazzo.>>

Finalmente fece cadere quel dito e incrociò le braccia non lasciando mai il mio sguardo.

Ero abituato alle ragazze che appena le guardavo le loro gote arrossivano, invece a lei non accadeva niente. Il suo sguardo non era dolce bensì era furioso, di ghiaccio. Dipendeva da come si svegliava.

Ricambiai quello sguardo atroce che mi stava facendo girare le palle.

Ci si metteva già il bus che era in ritardo, come sempre, ci mancava solo lei che mi guardava come se mi volesse tagliare le palle, come aveva detto poco prima.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 09 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Silent LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora