Nicholas's pov
Era lei.
Che ci faceva a quest'ora ancora a scuola?
Erano ormai le otto di sera.Quando iniziai ad avvicinarmi verso di lei, Anastasia incominciò ad incamminarsi verso il cancello.
<<Anastasia!>> urlai nella speranza che riconoscesse la mia voce.
Niente.
Non si girò.Magari indossava le cuffie, come sempre.
La raggiunsi giusto in tempo, ci trovavamo vicino al cancello.
E il tempo nel frattempo emetteva dei suoni brutti, si stava preparando per fare un acquazzone.
Le toccai la spalla. Si girò con occhi sgranati e poi sospirò.
Notai subito che non indossava le cuffie e allora perché non aveva sentito la mia voce?
La guardai e non aveva un bell aspetto, era pallida.
<<Ti sono serviti quei medicinali che ti ho portato
ieri?>> domandai guardando i suoi movimenti.Si accigliò.
Prese dalla tasca il suo cellulare, lo aprì e incominciò a digitare a qualcosa.
E sul piccolo schermo del suo cellulare nero c'era scritto:
-quali medicinali?
Come quali?
Come si chiamava, Ma... Margò? Quella tizia non gliele doveva dare quando poi si svegliava?
<<Ieri sono venuto a casa e una certa governate mi aveva detto che tu stavi dormendo, quindi le ho lasciato la busta così che poi te la desse dopo>>
Mi guardava attentamente le labbra.
La guardai di nuovo e forse mi era sfuggito qualcosa.La sua mano sinistra. Ricoperta da una garza.
Tanta garza.E anche se stava scrivendo qualcosa le presi il polso sinistro in mano.
Spostò subito lo sguardo dal suo cellulare e lo spostava tra la mia mano e la sua.
<<Cosa hai fatto?>>
Il suo volto ritraeva una smorfia di dolore.
Lasciai subito la presa. E chiusi la mano in un pugno.<<Cosa hai fatto Anastasia?>> e come la mia voce si alzò anche i tuoni e i lampi si incominciarono a sentire di più.
Prese di nuovo a scrivere.
-mi sono solo scottata con la piastra
Eppure aveva i capelli mossi.
I suoi capelli naturali erano mossi.Strinsi il pugno.
Un'altro tuono. E la pioggia iniziò a cadere.
Aprii la mano e vidi le gocce d'acqua atterrare sul mio palmo.
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Silent Love
Teen FictionKansas City 2006 "Sono difettosa, chi vorrebbe mai una persona come me al proprio fianco?" Era questo quello che pensava costantemente Anastasia Bryce. Chi avrebbe mai voluto una persona come lei. Lei era difettosa. Era sorda e non parlava. Sempr...