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Al termine dello spettacolo, Fyodor attese fuori dal tendone che Dazai uscisse per poi tornarsene insieme a casa.

Non pensò di raccontargli cosa aveva visto durante lo spettacolo, del potere che si era manifestato durante il numero.

Parlare di ciò che succedeva nella loro giornata, non era il genere di conversazioni che intraprendevano insieme, né Fyodor trovava grande utilità nel comunicare quell'avvenimento.

Inoltre, lesse sul viso di Dazai che non era proprio in vena di fare conversazione.

Aveva l'espressione di uno che progettava un omicidio.

Non un omicidio calcolato, a sangue freddo, realizzato solo per un qualche interesse. Un omicidio passionale, uno di quelli in cui è più facile scoprire per la polizia l'assassino, in quanto lascia sempre tante prove e moventi ben chiari.

Quindi, doveva aver rincontrato qualcuno del suo passato, qualcuno che credeva ormai di non rivedere più.

Camminando, nessuno dei due si accorse della minuscola coccinella che si era attaccata al cappotto di Dazai e che li seguì fin dentro casa, spiando tutte le loro mosse.

Per un paio di settimane, la vita proseguì come al solito, una sera però, rientrando in casa, la trovarono circondata dalla polizia.

Quel giorno, per racimolare dei soldi facili, i due erano andati ad un nuovo casinò che da poco aveva aperto in città.

Passarono la giornata senza vedere la televisione, ascoltare la radio e senza scrollare i social, dato che nel casinò la linea non prendeva bene.

Iniziarono a rendersi conto che c'era qualcosa di strano, già imboccando il viale che conduceva al loro appartamento.

Era sera tardi, a quell'ora non doveva esserci nessuno in mezzo alla strada se non qualche ubriacone o ragazzini a fumare l'erba di nascosto.

Il quartiere infatti, era piuttosto desolato ed i viali erano sporchi e puzzavano di piscio.

Qualche senzatetto a volte chiedeva loro l'elemosina, e quando si sentiva particolarmente generoso, Fyodor dava loro un paio di banconote, mentre se era nervoso li prendeva a calci.

Quella sera, le famiglie che vivevano lì, sembravano aver deciso di fare una riunione di quartiere fuori al balcone.

Ascoltando le conversazioni, i due capirono che la polizia stava cercando delle persone.

Si avvicinarono furtivamente, passando dietro le auto parcheggiate per nascondersi. Utilizzando un piccolo viale abbandonato, raggiunsero la casa, ancora nascosti dal muro.

Dazai sporse la testa per dare un'occhiata.

La sua preoccupazione era fondata, la polizia aveva circondato proprio la loro casa.

Ascoltò uno dei poliziotti, comunicare via radio, che si trovavano sotto l'appartamento dei due ricercati, coinvolti nell' incendio di Sant'Eufemia.

Dazai guardò Fyodor con aria interrogativa, quella faccenda ormai doveva essere chiusa. Il Sacerdote era stato accusato e condannato come colpevole.

Qualcuno, doveva aver fatto riaprire il caso.

Conoscendo ormai la zona, furono in grado di allontanarsi senza destare troppi sospetti, rubarono un giornale in un'edicola per cercare di capire la situazione.

In prima pagina, vi erano stampate le loro foto.

La cosa inquietante, era che quelle foto ritraevano i due nella loro casa, come se qualcuno si fosse infiltrato per scattargliela.

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