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"Non ho mai incontrato qualcuno di così simile a me"

Dazai aveva liquidato quelle parole, non volendo dare loro peso.

Aveva finto di non capire di cosa stesse parlando e chiuso l'argomento. L'altro non aveva insistito, ma di sicuro la faccenda non sarebbe finita lì.

Era passato ormai più di un mese da quando era arrivato a San Pietroburgo, dove si trovava quel convento.

Annoiato dalla routine, anche se il più delle volte cercava il modo per evadere dai suoi compiti e farli fare a qualcun altro al posto suo, decise di andare a visitare la città.

Si avvolse bene nel cappotto di pelliccia nero che aveva comprato, (i vestiti che aveva portato con sé dal Giappone non erano minimamente adatti al clima russo), per poi indossare anche la sciarpa il cappello ed i guanti. Non aveva mai sentito il bisogno di coprirsi così tanto fino ad ora.

Anche se era solo inizio ottobre, le strade erano già avvolte da un manto di neve.

Raggiunse il ponte, sotto il quale scorreva il fiume Neva e come suo solito passatempo, immaginò di buttarsi sotto.

C'erano vari posti che avrebbe voluto visitare, ma era molto curioso di fare una partita al Museo dei Videogiochi Arcade Sovietici.

Anche se non aveva mai posseduto una console, oltre a quelle portatili, come molti ragazzini della sua età a Dazai piacevano molto i videogiochi.

Apprezzava in particolare quelli di guerra e strategia, nei quali riusciva a dare il meglio di sé.

Aveva passato parecchi pomeriggi insieme a Chuuya alla sala giochi, era diventato il modo in cui risolvevano le dispute.

Spesso Dazai versava qualche liquido appiccicoso sulla tastiera del rosso per rallentarlo e farlo perdere.

Sorrise al ricordo, sentendo subito una fitta di nostalgia, era come un pugno nello stomaco. Anche se si sforzava di non pensarci, il suo pensiero correva a lui, e ricordarsi subito dopo che non ci sarebbero stati altri momenti del genere era doloroso.

Anche se, i ricordi più dolorosi erano quelli che riguardavano Oda.

Per quanto lontano, Chuuya era ancora vivo.

Poteva ancora sperare di rivederlo, di recuperare il rapporto.

Al museo passò gran parte della giornata a giocare, divertito soprattutto dai vecchi giochi di guerra.

Oltre a fargli passare il tempo, gli avevano messo addosso una certa curiosità riguardo alla storia di quel paese, avrebbe dovuto approfondire.

Andò in una locanda tipica, ed ordinò una zuppa di borsch, una zuppa a base di barbabietole, manzo e maiale.

Adattarsi alla cucina tipica si stava rivelando piuttosto difficile per lui, forse avrebbe dovuto optare di andarsene in un altro paese europeo, come la Francia, l'Italia o anche la Spagna, paesi che tra l'altro avevano anche un clima più mite.

In ogni caso era libero di andarsene quando voleva.

Per concludere la serata, aveva preso un biglietto per il balletto al teatro Mariinskij, sarebbe andato a vedere lo Schiaccianoci.

Lo spettacolo si rivelò ottimo per fare una dormita, in effetti, si rimproverò, non era mai stato un patito del balletto e quello russo non faceva eccezione.

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