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Al suono della campanella i ragazzi si alzarono riempiendo l'aria di rumori, chiacchiere e risate divertite.

L'unico a non essere ancora in piedi e che si stava attardando nel riporre i libri nello zaino, era Ivan.

Ivan non era contento quando le lezioni terminavano, non aveva piacere nel tornare a casa.

Da quando i suoi genitori si erano separati e sua madre si era risposata, la sua vita era stata un inferno.

Sua madre aveva sempre avuto dei problemi di tossicodipendenza, non aveva mai dato molto affetto a suo figlio, mentre suo padre era sempre fuori per lavoro, almeno così diceva.

Il bambino aveva dovuto imparare già da piccolo a cavarsela da solo, a cucinare e fare le faccende di casa per non ritrovarsi a vivere nella spazzatura.

Almeno però veniva lasciato in pace.

L'uomo con cui sua madre si era adesso sposata, era un violento.

Quando era in casa tutto ciò che si poteva sentire erano le sue urla, e quando non se la prendeva con la donna, toccava a lui.

Cercava spesso scuse per restare fuori casa, di uscire spesso con gli amici, ma non sempre riusciva ad evitarlo.

I suoi voti erano nettamente peggiorati e gli insegnanti non conoscendo la situazione, avevano chiesto un confronto coi suoi genitori.

Eppure Ivan sapeva che difficilmente gli assistenti sociali sarebbero intervenuti a dare una mano.

A malincuore, anche quel giorno tornò a casa.

Aprì la porta con le sue chiavi ed entrò.

Sapeva che sua madre era lì, ma non la salutò né si informò delle sue condizioni. Era stanco.

Andò nella sua piccola stanza e si gettò sul letto, cercando di non pensare. Quella situazione gli creava un gran mal di testa.

Finchè si trovava a scuola riusciva a non pensare ma una volta fuori, le preoccupazioni venivano fuori.

Si addormentò perdendo il conto del tempo.

Sapeva che avrebbe dovuto preparare la cena, era compito suo come tutto il resto. Se ne dimenticò.

Svegliandosi, guardò l'orologio per rendersi conto di quanto tempo fosse passato, erano quasi le otto di sera, doveva sbrigarsi.

Si mise a sedere, cercando di schiarirsi la mente e cercare di ricordare cosa era rimasto in frigo da poter preparare in fretta.

Andò in cucina, c'era del purè in polvere che avrebbe potuto preparare velocemente e della carne da cuocere.

Mise il purè nel pentolino ed aggiunse poco alla volta il latte per farlo condensare.

Sentì sua madre che lo raggiungeva in cucina.

"Che ore sono?" chiese la donna, che sembrava allarmata come lui.

"Quasi le otto" rispose irritato, pensando che anche lei avrebbe potuto svegliarlo prima.

Spesso si chiedeva come fosse possibile per quella donna essere così passiva. Si limitava ad assorbire i problemi, senza cercare in alcun modo di darsi da fare, di risolverli.

Sicuramente quando era rimasta incinta di lui doveva essere strafatta.

Continuò a girare il denso liquido giallino, sentì la porta aprirsi.

Si irrigidì, ascoltando con ansia i passi che si avvicinavano.

L'uomo in divisa blu, entrò nella cucina.

My Partner in Crime 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora