Posizionato di fronte allo specchio, Dazai guardava attentamente le sue mani. Ultimamente si stava esercitando nei trucchi di magia, iniziando da quelli con le carte. Non avrebbe dovuto essere difficile per lui, data la sua manualità.
Osservando i suoi movimenti, riusciva a capire se il trucco sarebbe riuscito o meno. Era importante che i suoi movimenti fossero veloci, altrimenti non sarebbe riuscito ad ottenere l'illusione di cui aveva bisogno.
Anche se il suo era un pubblico di bambini, non voleva comunque sottovalutarli e credere che si sarebbero fatti fregare facilmente.
Fare volontariato in ospedale era certamente difficile, ma gli stava dando anche tante soddisfazioni. Sentiva adesso di avere un motivo per svegliarsi la mattina. Il suo umore stava migliorando e la voglia di suicidarsi era quasi scomparsa.
Aveva anche deciso di riprendere a studiare, magari avrebbe potuto iscriversi all'università.
Le carte che teneva in mano caddero a terra, i pensieri lo avevano distratto. Si abbassò a raccoglierle sorridendo, quel giorno avrebbe mostrato i trucchi che aveva imparato ai ragazzini.
Anche se c'erano spesso facce nuove in ospedale, alcuni aveva imparato ormai a conoscerli, si stava affezionando e immaginava che anche per loro fosse lo stesso.
Si preparò per uscire e prese il tram.
A differenza dei primi giorni, preferiva non uscire già truccato e sistemarsi magari nel bagno dell'ospedale. Arrivò quindi con un po' di anticipo ed andò a truccarsi.
Quando metteva quel naso rosso in faccia, si sentiva quasi un'altra persona. In quel momento era una persona positiva, di supporto e non l'uomo dal passato oscuro.
Salutò le infermiere ed entrò nel reparto, salutando gioiosamente i bambini.
Gli risposero tutti, tutti tranne uno.
Luigi era un ragazzino apatico e scontroso, col quale proprio non riusciva ad entrare in confidenza. Il bambino aveva perso un occhio a causa di un tumore maligno che si era sviluppato nella fovea e che i medici avevano dovuto operare con urgenza. Adesso indossava una benda sull'occhio e con la vista ridotta a metà del suo campo visivo, faceva fatica ad adattarsi. Urtava continuamente contro gli oggetti e le persone, procurandosi anche dei lividi, ma nonostante la difficoltà non voleva essere aiutato.
Dazai lo considerava molto intelligente ed avrebbe voluto davvero ottenere la sua stima, anche perché gli ricordava molto come era lui stesso anni prima.
La madre di Luigi invece era molto ben disposta nei suoi confronti.
Era una madre single, che aveva dovuto crescere suo figlio da sola e che in qualche modo si sentiva anche responsabile della sua malattia. La donna era molto gentile e soffriva per come suo figlio si comportava nei suoi confronti, non riusciva a capirlo e se ne rammaricava.
Dazai le aveva provato a spiegare che Luigi le voleva bene e che in questo momento, se i suoi atteggiamenti erano aggressivi, era dovuto al suo non voler essere compatito e soprattutto non voler essere per lei un peso.
Sempre sorridendo, Dazai radunò il suo pubblico davanti a sé.
Estrasse le carte per eseguire i trucchi, quelli con i quali si sentiva sicuro.
"Prendi una carta" fece cenno ad una bambina coi capelli biondi legati in due code laterali.
La ragazzina prese il dieci di cuori e Dazai mostrò a tutti la carta per poi rimetterla nel mazzo. Mischiò nuovamente le carte e spaccò il mazzo a metà, facendo uscire proprio il dieci di cuori.
I bambini applaudirono e si congratularono con lui, estasiati da quel gioco che ai loro occhi sembrava una vera e propria magia.
Tutti tranne Luigi.
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My Partner in Crime 2
FanfictionDopo la morte di Oda, Dazai decide di sparire dalla circolazione andando in Russia. Qui conoscerà Fyodor Dostoevisky