L'atmosfera natalizia aveva invaso tutta la città di San Pietroburgo. Luci colorate lungo le strade ed alberi nelle piazze, creavano un'atmosfera di magia. I bambini giocavano divertiti nella neve, contenti di non essere a scuola.
Dazai vide passare un coro che intonava i Kolyadka, canti tipici della tradizione russa. Si fermò a dare loro una moneta, era almeno la ventesima volta in pochi giorni che ascoltava "La piccola rondine".
Con delle buste piene di pacchi regalo, entrò in ospedale. Le infermiere lo salutarono sorprese, non sapendo che fosse di turno proprio quel giorno. Lui spiegò loro che infatti era lì solo per consegnare i regali ai bambini.
Anche se non era orario di visite, essendo ormai conosciuto lo lasciarono entrare in reparto. I bambini sarebbero stati contenti di ricevere dei regali.
Come al solito, lo accolsero sorridenti e lo abbracciarono.
Andò vicino a Luigi, con un sorriso caloroso che però non venne ricambiato. Dazai fece una smorfia anche se era strano, avrebbe dovuto aspettarsi quella reazione.
La madre si scusò e lo rassicurò, dicendogli che non ce l'aveva con lui in particolare. Gli disse che Luigi si era esercitato con le carte e che aveva scoperto dei nuovi trucchetti, ma Dazai sembrò non interessato all'argomento.
Esortò invece tutti i bambini ad aprire lì i loro regali, adesso che era anche lui presente oltre ai genitori, per vedere le loro reazioni.
Era piuttosto strano in realtà, l'ente che si occupava del volontariato di solito non faceva direttamente regali, ma solo donazioni ed infatti ne era già stata avviata una dallo stesso Dazai. Forse quei regali erano un suo pensero personale, pensò la madre di Luigi.
Eppure, qualcosa non andava quel giorno, era come se Dazai fosse diverso, come se non ricordasse di lei, di suo figlio. Lo aveva trattato diversamente dal solito.
I bambini scartarono i pacchi regalo, per un minuto si sentì solo il rumore della carta che veniva lacerata.
Uno dei bambini la strappò direttamente con i denti.
"Che gioco è?" chiese il ragazzino confuso, aveva aperto anche la scatola, trovandovi un oggetto rosa dalla forma allungata.
Il padre del bambino scattò in avanti, strappandoglielo dalle mani per nasconderlo, quasi si trattasse di una pistola carica e pronta a sparare.
Non era solo quel regalo ad essere sbagliato, c'era chi aveva ricevuto delle manette, chi dei preservativi o ancora un plug anale.
Tutti i doni che Dazai aveva portato a quei bambini, erano dei giocattoli erotici.
"Vi sono piaciuti?" chiese Dazai, trattenendo a stento le risate.
Una mamma urlò "qualcuno pensi ai bambiiini", ci fu agitazione nel cercare di nascondere i vari giocattoli. Un vibratore volò fuori dalla finestra.
Un padre si avvicinò a Dazai e gli diede un pugno.
"Fuori di qui, subito" lo minacciò.
Non volendo essere picchiato, il moro lasciò il reparto.
Velocemente uscì anche dall'ospedale e scoppiò a ridere.
Dissipò l'illusione che lo mostrava come Dazai e si massaggiò la guancia, quel pugno gli avrebbe lasciato un livido ma pensava che a Dazai avrebbe fatto molto più male perdere completamente la faccia.
Sentì il telefono suonare e lo prese dalla tasca per rispondere, era Fyodor.
"Come da accordi, ho svuotato il conto corrente dell'associazione, facendo in modo che risulti mosso da Dazai. Il tuo piano invece?".
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My Partner in Crime 2
FanfictionDopo la morte di Oda, Dazai decide di sparire dalla circolazione andando in Russia. Qui conoscerà Fyodor Dostoevisky