Capitolo 4

58 15 8
                                    

«L'Odissea? Ancora?» domandò Jin, avvicinandosi al tavolo di Namjoon.
Era quasi ora di pranzo, perciò il locale non era pieno.
«È una lunga storia.» mormorò Namjoon, mettendo il segnalibro prima di chiudere il volume.
«Ed è interessante?» domandò Jin.

In realtà conosceva la storia, ma voleva sapere cosa ne pensasse il ragazzo di fronte a lui. Da come si era presentato, avrebbe dubitato senza alcun dubbio che conoscesse l'opera. Invece oggi si presentava con un jeans chiaro, una t-shirt bianca a maniche corte e gli occhiali da vista. Niente a che vedere con il ragazzo che era entrato nel suo locale la prima volta. Forse, proprio come Taehyung, Namjoon era tutta apparenza.

«Per me sì, è interessante. Tu l'hai mai letta?»
«Quando andavo ancora a scuola.» rispose.
«A me piace rileggerla, di tanto in tanto.» commentò Namjoon, facendogli cenno di sedersi di fronte a lui.

Jin, stanco di stare in piedi, lo fece. «Cosa ti piace dell'opera?»
«Che ci sia il lieto fine. Ammiro l'amore di Penelope per suo marito.»

«Lo ha aspettato per molti anni, senza vacillare un secondo.»
«Non lo facciamo anche noi?»
Jin lo guardò confuso, così Namjoon continuò. «Aspettiamo ogni giorno di ricongiungerci alla nostra Anima per essere finalmente in pace.»

Jin sbuffò. «Sì, ma spero vivamente che le nostre storie non saranno come l'Odissea.»
«Non aspetteresti tanto quanto Penelope?» chiese Namjoon, posando il mento sulla mano e guardando con interesse la persona di fronte a lui.

«Non accoglierei Ulisse a braccia aperte. Quell'uomo è sparito per dieci anni ed è andato a letto con diverse donne mentre sua moglie cresceva il bambino da sola. Suo figlio è cresciuto senza padre perché lui "voleva sapere".»

«Ma le sue scoperte hanno giovato a tutti, anche al figlio. Non credi?»
«A suo figlio serviva solo suo padre e il suo amore. Un bambino ha bisogno di questo, non del mondo intero.»

Namjoon rimase in silenzio. Aveva capito perfettamente che non stavano più parlando di Ulisse e suo figlio.
«Io non aspetterei come Penelope.» mormorò Jin, guardando le persone passare fuori dalla vetrina.

«Perché non accetteresti l'adulterio.»
«Perché il matrimonio vuol dire condividere con un'altra persona le gioie e i dolori. Ulisse non ha amato la sua famiglia quanto questa amava lui, altrimenti avrebbe fatto il padre e poi sarebbe andato all'arrembaggio a scoprire il mondo e Penelope sarebbe andata con lui, perché sarebbe stata la prima persona con cui avrebbe voluto condividere le meravigliose scoperte e sarebbe stata pronta ad abbracciarlo quando sarebbe rimasto deluso.»

«E la tua Anima cosa ne pensa?» chiese Namjoon, curioso della risposta.
«Non lo so, non l'ho ancora trovata.»

«E come pensi che sia?»
«Spero non come Ulisse.» sbuffò Jin.

«A me piace sapere le cose.» mormorò Namjoon, togliendosi gli occhiali da vista per posarli sul libro chiuso.
«E se questo facesse soffrire le persone che ami? Chi sceglieresti?»

«Se non accettano come sono, allora non mi amano davvero.»
Jin annuì, d'accordo con lui. «Se siamo destinati a una persona un motivo ci sarà.» commentò, alzandosi in piedi per tornare dietro il bancone.

«Jin?» lo richiamò Namjoon, allungando una mano per fermarlo.
Jin guardò la mano calda sul suo polso, poi Namjoon. Non si aspettava per niente un contatto fisico, perciò si irrigidì.
«Io porterei la mia persona con me, perché sarebbe l'unica che vorrei davvero al mio fianco mentre realizzo i miei sogni.» disse Namjoon, mentre gli lasciava andare il polso.

«Allora va' a cercarla. Sta aspettando di essere trovata da te.»

Jimin, dietro il bancone a sistemare i dolciumi in vetrina, alzò lo sguardo e notò il sorriso del maggiore. «Che succede?» domandò, confuso.
«Alcune volte è bello avere torto.» rispose Jin, sparendo nella cucina.

In Your Eyes [Namjin - Taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora