Capitolo 14

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«Chi era quello?» chiese Namjoon.
«Mio cugino Hobi.»
Erano ancora seduti per terra, uno di fronte all'altro.
«Mi dispiace di essere saltato a conclusioni affrettate e di essermi fatto prendere dal panico.» sussurrò Jin, con lo sguardo basso.

«Mi fai una promessa anche tu?» domandò Namjoon, dolce.
«Cosa vuoi?»
«Voglio che qualsiasi cosa accada, tu non scappi da me. Non importa quanto sia brutto quello che succede, voglio che me ne parli, che chiariamo.»
Jin annuì. «Promesso.»

Per un po' rimasero in silenzio, godendosi quell'attimo di pace.
«Hai mangiato?» chiese Namjoon.
Il maggiore scosse il capo.
«Allora andiamo, avevo preparato tutto.»
«Dove andiamo?»
Namjoon si alzò e gli tese la mano. «Vedrai.»

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«Ci metterò il doppio del tempo così!» si lamentò Jungkook, sbuffando.
«Allora concentrati!» lo sgridò Taehyung, comodamente sdraiato sul suo letto a leggere un manga.

«Come faccio a concentrarmi sui compiti di fisica se tu leggi manga di fianco a me? Voglio leggerli anche io!»
«Prima finisci i compiti.»

«Sì, papino.» lo prese in giro l'altro, tornando a fissare il libro che aveva davanti.
Taehyung sgranò gli occhi, fissando Jungkook come se avesse due teste.

Papino?!
Scosse il capo, cercando di togliersi dalla mente quello che aveva pensato e tornò al manga, ma questo non sembrava più interessante come prima. Frustrato, lo chiuse e lo posò sul letto, accanto a lui e recuperò il telefono.

Sbloccò con l'impronta la galleria e sfogliò quelle foto che conosceva nei minimi particolari. La sua Anima era a dir poco meravigliosa.
Jungkook alzò lo sguardo, aprendo la bocca per fargli una domanda, ma trovò Taehyung fissare il cellulare con sguardo dolce.
Uno sguardo che Jungkook non aveva mai visto.
Uno sguardo che fece accelerare il suo cuore.

In fretta, recuperò il telefono e mandò un messaggio al suo amico.

[Hyung, credo di essere nei guai.] digitò in fretta, prima di riportare lo sguardo su Taehyung.

Cosa stava vedendo di così dolce da sorridere così?

La vibrazione del telefono lo riportò con i piedi per terra.

[Che succede Kookie? Va tutto bene? Dimmi dove sei e arrivo subito.] aveva scritto Jimin.
Jungkook sorrise. Jimin era uno hyung meraviglioso, sempre attento e preoccupato per lui.

[Come capisci che sei innamorato?] digitò, esitando qualche secondo prima di inviarlo. Jimin avrebbe voluto una marea di risposte, ma era anche l'unico che poteva aiutarlo.

Dall'altro lato, Jimin fissò il telefono sconvolto. Non si aspettava una domanda del genere da Jungkook. La situazione stava degenerando e, presto, si sarebbero trovati tutti con il cuore a pezzi.
«Che succede, mammina?» chiese un ragazzo seduto sul divano.
Jimin lo fulminò con lo sguardo. «Sbaglio o ti avevo detto di smettere di chiamarmi così?»

«Sbrigati a rispondere, voglio tornare a giocare.» si lamentò ancora.
Yoongi, tornato dalla cucina con una ciotola piena di mandarini, diede una schicchera in testa al ragazzo. «Bambam, lascia in pace tua madre.»
«Ma io ho solo ventidue anni!» urlò Jimin.



«Non dovresti studiare?» chiese Taehyung, facendo sobbalzare Jungkook.
«Era un messaggio di mia madre. Vuole che io torni subito a casa.» mentì, prendendo le sue cose per metterle nello zaino.

Taehyung capì subito che c'era qualcosa che non andava, ma decise di non chiedere, vedendo l'agitazione dell'altro.
«Ti riaccompagno, andiamo.»

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In Your Eyes [Namjin - Taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora