Taehyung guidava silenzioso, diretto a casa di Jungkook.
Da quando avevano lasciato la "madre" in quella struttura, il minore non aveva più parlato. I suoi grandi occhioni erano lucidi e cercavano di trattenere le lacrime.
Neanche Hobi parlava.
Quando arrivarono, Jungkook scese dalla macchina e andò in casa, senza fermarsi a guardare gli altri.Hobi afferrò il braccio di Taehyung, fermandolo. «Ha bisogno di metabolizzare la situazione, di stare al sicuro e tranquillo. Se non riesci a mettere da parte i tuoi sentimenti per aiutarlo, allora vai via.»
Taehyung guardò il maggiore con occhi sicuri. «Ho sbagliato e ho fatto un casino, ma non accadrà più. Lui è tutto quello per cui ho lottato, tutto quello che mi ha spinto ad andare avanti. Lui è l'unico motivo per cui vivo. Adesso che finalmente l'ho trovato, non lo perderò più. Farò di tutto purché sia al sicuro e sia felice.»Hobi rimase in silenzio, mettendolo alla prova, ma lo sguardo del minore era risoluto. «Se vorrà venire a casa con te, allora lo lascerò fare.»
I due entrarono in casa e trovarono il piccolo che metteva le sue cose in uno zaino, prima di voltarsi per uscire dalla stanza, trovandosi davanti Taehyung.«Non voglio rimanere qui.» sussurrò Jungkook, con gli occhi lucidi.
«Vuoi venire con me?» domandò Taehyung, addolcendo la voce il più possibile.
Jungkook annuì, afferrando la mano che gli porgeva Taehyung.Salutato Hobi, i due si diressero verso la casa del maggiore.
Una volta arrivati, il minore andò nella camera di Taehyung, si mise il pigiama con i coniglietti e andò a nascondersi sotto le coperte.
Taehyung si sedette sul letto, accanto a lui. Se non voleva parlare allora non l'avrebbe costretto, ma non l'avrebbe lasciato da solo a soffrire.Dopo minuti interi di silenzio, il minore finalmente parlò. «Quando ero piccolo piangevo sempre. Mia madre ha detto che avevo un amico immaginario, ma un giorno è sparito. Mi sentivo sempre solo, così un giorno venne da me con un palloncino rosso. Mi aiutò a scrivere il nome del mio amico immaginario e misi il foglietto nel palloncino, poi lo gonfiai. Andammo al parco e mi disse di far volare il palloncino, così il mio amico immaginario sarebbe volato in cielo e andato da Dio, per diventare più buono per quando ci saremmo rivisti.»
«È stata una buona mamma.» sussurrò Taehyung, sebbene non riuscisse a perdonare quella donna.
«Sei tu "Tata", vero?» domandò, scoprendo gli occhi dalla coperta.
«Era il modo in cui mi chiamavi, perché non riuscivi a dire il mio nome completo.»
Una lacrima sfuggì dagli occhi del minore.«Sono così confuso, Taehyung. So che dovrei odiarla, ma le voglio bene. Lei è l'unica madre di cui abbia il ricordo. Ma sono così arrabbiato con lei per tutto quello che mi ha tolto.»
Taehyung allungò la mano, asciugandogli con delicatezza le lacrime sulla guancia. «Va tutto bene, piccolo. Non devi costringerti a provare qualcosa che non provi.»«Non so più chi sono adesso.»
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Namjoon non sapeva da quanto fosse all'Inferno, non sapeva neanche più se fosse giorno o notte. Ma ormai non importava più.
Non faceva che rivivere i momenti peggiori della sua vita. Vedeva i trafficanti di esseri umani fermare l'autobus, uccidere l'autista e stuprare le insegnanti, prima di rapire tutte le bambine, comprese sua sorella e sua cugina. Vedeva la polizia bussare alla porta di sua zia per dirle che erano morti tutti.
Vedeva Jin piangere fino a non respirare, lo vedeva con gli occhi spenti mentre pensava di non valere niente. Vedeva Jin con gli occhi distrutti per aver scoperto la verità.
E poi tutto ripartiva da capo ancora e ancora.Mentre Jin piangeva per l'ennesima volta, d'un tratto Namjoon sentì qualcuno battere le mani.
Alzando lo sguardo vide qualcuno che finora aveva visto solo in foto.
«Sono giorni che aspetto di rimanere sola con te.» commentò Alicia, guardandolo con un sorriso.
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In Your Eyes [Namjin - Taekook]
Storie d'amoreA volte mi fermo a guardare le persone che mi circondano e mi chiedo cosa le renda felici. Un cane? Un conto in banca pieno di soldi? L'amore? Le guardo e mi chiedo che tipo di vita conducano. Ma poi mi ripeto di non pensare. Perché se lo faccio, en...