Capitolo 28

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Neanche Taehyung sapeva spiegare come avesse fatto a convincere Jungkook a rimanere ad ascoltarlo, ma alla fine ci era riuscito.
Jungkook si era seduto di nuovo sulla panchina, mentre Taehyung si era inginocchiato di fronte a lui e gli teneva le mani, come per convincerlo a non scappare via.
«Qualche giorno dopo il tuo compleanno, siamo andati al centro commerciale perché era uscito il nuovo volume di un manga che leggevamo insieme, "Naruto". Tua madre si era fermata fuori dalla fumetteria perché le era squillato il telefono e doveva rispondere per forza, quindi siamo entrati insieme, mano nella mano. Siamo andati allo scaffale giusto e io ti ho preso in braccio perché volevi essere tu a prendere il volume ma non ci arrivavi, poi siamo andati alla cassa per pagarlo. Ti ho lasciato la mano solo cinque secondi, per dare i soldi, prendere il resto e il volume nella busta e tu... tu non c'eri più. Mi sono girato e tu non c'eri più. Ti ho chiamato, ho urlato il tuo nome fino ad avere male alla gola, ti ho cercato dietro ogni scaffale e più i secondi passavano e più mi sentivo morire. Se solo... Se solo non ti avessi lasciato la mano... È stata tutta colpa mia.» Taehyung scoppiò a piangere, dicendo finalmente ad alta voce quello che aveva sempre pensato.

«È stata tutta colpa mia, piccolo. Ti prego, scusami. Mi dispiace tanto, non volevo lasciarti la mano. Non ti lascerei mai la mano!» I sensi di colpa costrinsero Taehyung a chinare il capo, mentre le lacrime continuavano a scendere.
Jungkook si chiese se qualcuno avesse mai saputo del senso di colpa che il maggiore si portava dietro, se avesse mai pianto per questo.

«Eri solo un bambino, Taehyung. Non è colpa tua.» mormorò Jungkook, accarezzandogli dolcemente i capelli.
Il maggiore alzò il viso, guardandolo con gli occhi colmi di lacrime e il viso bagnato. «Se non ti avessi mai lasciato la mano, tu non saresti stato portato via e saremmo stati insieme.»
«Perché pensi che sia io, Taehyung?» chiese Jungkook.

Taehyung tirò su con il naso prima di rispondere. «Perché ho fatto analizzare il DNA sul tuo spazzolino.»
Il cuore di Jungkook si fermò. «Sono io!?»
Il maggiore non capì se fosse una domanda o un'affermazione, ma confermò. «Sì, piccolo, sei tu. La mia Anima sei tu.»

Taehyung strinse la presa su una mano, mentre gli liberava l'altra per uscire dalla maglia la collana che non si era mai tolto dal collo.

Taehyung strinse la presa su una mano, mentre gli liberava l'altra per uscire dalla maglia la collana che non si era mai tolto dal collo

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Vedendo il ciondolo bianco, Jungkook spalancò gli occhi.
«Questa collana...»
«È quella che ti ho regalato per il tuo compleanno. Non l'ho mai tolta da quando me l'hai messa.»

Il minore sentiva la sua testa esplodere. Se era veramente l'Anima di Taehyung, come aveva fatto a scomparire nel nulla? Come si era ritrovato a Seoul con sua madre?
Sua madre...

«L'11 settembre.» sussurrò Jungkook.
Taehyung lo guardò sorpreso. «È il giorno in cui sei stato rapito.»

Gli occhi di Jungkook divennero lucidi. Tutto quello che aveva sempre creduto, tutti i suoi ricordi, tutto il suo passato... Come poteva tutta la sua vita essere una menzogna?!
«Jungkook?» lo richiamò Taehyung, spaventato dal suo silenzio.
Il minore si alzò, scrollandosi la mano dell'altro di dosso. Taehyung, a quella reazione, andò in panico e si affrettò a riafferrargli la mano.

In Your Eyes [Namjin - Taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora