Capitolo 4

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POV AMY

<Grazie per avermi accompagnato> Angie mi aveva accompagnato a riprendere la mia auto.

<Tranquilla. Ti aspetto qui se vuoi cosi ritorniamo insieme>

<Vai tranquilla. Ci vediamo direttamente a cena, dopo aver finito qui devo passare in farmacia> cominciando ad aprire la portiera della macchina.

<Va bene. Però stasera voglio e pretendo che mi racconti tutto quello che succede con il meccanico> minacciandomi puntandomi il dito contro.

La prima cosa che mi viene da fare è alzare gli occhi al cielo <Ok. Ma sai che non succederà nulla e ti stai facendo i film mentali vero!> incrociando le braccia.

<Sisi come vuoi tu> sventolando la mano con aria disinvolta <Ma sono sicura che prima o poi mi ringrazierai>

<Ok come vuoi tu. Io adesso vado altrimenti non faccio in tempo> avvinandomi a lei dandole un bacio sulla guancia.

<A dopo>

Scendo dalla macchina e mi dirigo verso l'officina.

<Salve> avvicinandomi vicino piano piano.

<Salve> mi saluta un ragazzo poco più grande di me venendomi incontro <Come posso aiutarti?>

<Si ehm, sono venuta a riprendere la mia macchina> cominciando a toccarmi il cerotto sentendo l'ansia salire.

<Ok. Se mi dici chi è che ti ha riparato la macchina te lo chiamo>

<Ehm. Un ragazzo con capelli biodi e occhi verdi>

<Oh si Chris. Te lo chiamo subito> lo vedo subito allontanarsi di poco permettendomi però di sentire <Ehi Bennet, ti vogliono>

<Arrivo>

Il ragazzo che mi ha accolto si gira verso di me e mi saluta.
Qusndo comincia ad avvicinarsi li guardo però aggrotto subito la fronte e le sopracciglia. No. Non può essere lui. Lui è in tutt'altro Stato.

<Scusami per l'attesa> il mio sguardo scatta su di lui.

<Tranquillo. So cosa significa avere tanto lavoro> facendomi comparire un piccolo sorriso sul volto.
Però non posso fare a meno di guardarlo. È impossibile anche se ha qualcosa che riporta a pensare a lui. Lo analizzo più che posso senza sembrare inquietante.

<Già> facendosi scappare anche lui una piccola risata <Allora la macchina è tutto ok> cominciando a prendere il blocchetto per la ricevuta.

Osservandolo meglio mi salta all'occhio un piccolo particolare che l'ultima volta non avevo notato.

<Chris> mi lascio sfuggire dalla bocca. Alzò il suo sguardo e lo rivolse verso di me <Sono Amy. La ragazza che veniva a scuola con te. La bambina che viveva a qualche isolato da casa tua, quella con la doppia altalena in legno> facendo un sorriso che mi fece sentire più al sicuro. Stavo bene, quel bene di cui ne sentivo la mancanza da tanto tempo.

<No. Non ci credo> guardandomi con faccia stupita <Non può essere> facendo il giro del banco e venendo di fronte a me.

Poi venne tutto spontaneo. Ci abbracciammo. E per la prima volta dopo anni mi sentivo bene tra le braccia di qualcuno. Dopo non so quando ci staccammo.

<Ti vedo bene. Come stai?> guardandolo.

<Abbastanza bene. Tu?>

<Anche io sto bene> non smettendo di sorridere.

THE FIRST LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora