Capitolo 15

64 5 0
                                    

POV AMY

Mi riprendo dallo stato di trans quando un raggio di sole mi colpisce gli occhi.

Mi ritrovo a chiudere gli occhi e ad abituarmi alla luce del sole che sta sorgendo.

Mi giro verso l'orologio e sbuffo.
Mi alzo dalla sedia e mi avvicino al mobiletto dove sono i medicinali.

La guardo e la riguardo.

L'odio si impossessa di me.
Mi viene da ripensare a lei.

Lei che mi ha rovinato la vita e adesso mi ritrovo a prendere queste dannatissime medicine per l'ansia per colpa sua.

I ricordi mi riportano a mio padre.

Odio il fatto che non sa nulla. Odio il fatto che non posso dirgli nulla.

Il suo attaccamento a quella donna è micidiale.

Gli ha fatto il lavaggio del cervello.
E anche per colpa sua il rapporto con mio padre è andato a perdersi.

Il solo pensare che tra qualche giorno devo tornare in quella casa mi fa venire il volta stomaco.

Non per mio padre. Ma per lei.

Sono pronta a tutto quello potrà farmi.
Sento il mio mio cervello che comincia a ragionare sulle possibili ipotesi e a prepararsi mentalmente.

Ma il mio cuore. Il mio corpo. Non so quanto reggeranno.

A volte mi rimane difficile seguire il mio cuore.

Il corpo fa così.

Il cuore e il cervello sono sempre uno contro l'altro. Ragionano in due modi differenti ed è difficile che vadano d'accordo.

È giusto crollare, ma a volte. Quando hai sofferto tanto, il cervello diventa più forte e cerca in tutti i modi di non farti crollare perché oramai hai già sofferto abbastanza.

Il cuore incassa i colpi ma è come se fosse solletico.

Faccio fatica anche a piangere. Non voglio piangere, tanto meno davanti alle persone.
Voglio soffrire in silenzio, anche se le lacrime non escono.

Guardo la tazza vuota di thè e mi avvicino al mobiletto dei medicinali.

Prima di ingoiare la pasticca guardo la scatola e vorrei solo che tutto questo finisse.

Prendo ma pasticca e la bevo insieme all'acqua.

Mi avvio in camera e prendo tutto il necessario per la partenza. Guardo un pò in giro per la stanza per ricordarla meglio.

Penso che tornerò dopo le vacanze natalizie, che non scappa e rimane qui.

Ma è casa mia alla fine, anche se per cinque anni.

Mi avvio verso la camera di Angie e le do un bacio sulla guancia.
Al solo pensiero che voleva accompagnarmi in aeroporto nonostante sia mattina presto, mi fa sorridere.

Lei è la mia famiglia insieme a Betty. Vorrei anche che papà ritorni la mia famiglia al cento per cento.

Esco dalla porta di ingresso e mi avvio a prendere il primo taxi disponibile che mi porta all'aeroporto.

THE FIRST LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora