Capitolo 12

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Il tempo
cambia molte cose ...
Ma non cancella mai bulla

AMY

Questo era uno di quei momenti dell'anno che vorrei scappare e non fare più ritorno. Andare in un posto dove nessuno può trovarmi e vivere la mia vita serenamente.

Angie non c'è e io sono sola. In una casa assorta nel silenzio più assoluto.

Se fino a questa mattina stavo bene. Felice, spensierata, senza nessun pensiero brutto che mi passava per la testa. Adesso rivorrei quella serenità che avevo questa mattina con Chris.

Giro leggermente lo sguardo verso il mio telefono per la miliardesima volta. 

Il messaggio ricevuto da mio padre appena sono risalita in macchina mi ha stravolto totalmente la giornata.

Ho letto il messaggio, ma non ho avuto il coraggio di rispondergli. 

E' da un po' che non lo sento. E ogni volta. Ogni singola volta che ci sentiamo vorrei solo che mi dicesse di più e non le solite cose.

Potrei chiamarlo anche io. Ma ogni volto mi blocco sul punto di far partire la telefonata.

Da quando sono andata via ho sempre la costante paura di sentirmi sbagliata ai suoi occhi. Sono andata via in un altro Stato. Per scappare via da tutto quello che stavo subendo. 

Il mio fermarmi era anche il fatto che lui non si rendesse conto di quello che mi stava causando Ashley. Inizialmente avevo provato a fargli capire i segnali, ma a lungo andare ho perso le speranze. Gli ha fatto il lavaggio del cervello e io mi sono messa l'anima in pace. Perchè? Perchè sono una codarda. Una che ha paura. Una che preferisce la felicità del proprio padre a quella di se stessa. Anche se ciò comporta soffrire e avere incubi durante la notte e prendere delle medicine per fermare gli attacchi di panico. Dovuti quasi la maggior parte da Ashley.

La morte di mia madre ha iniziato a farmi soffrire di attacchi di panico. Ashley ha peggiorato solo la situazione. Se fosse stata diversa tutto questo non succederebbe e io soffrirei solo la mancanza di mio padre della distanza che ci separa e a quest'ora non avrei più nessun attacco per mia madre perchè avrei accettato la sua morte.

Vengo riportata alla realtà quando il mio cellulare comincia a squillare. Sobbalzo leggermente per la paura.

Afferro il cellulare e do un'occhiata allo schermo prima di rispondere. Prendo tutta la forza che ho in corpo e accetto la chiamata.

<Pronto>

<Pronto tesoro>  mi ritrovo a chiudere gli occhi e a non cedere alla tentazione di non piangere. Anche se il mio labbro mi tradisce.

<Ciao papà. Come stai?>

<Tutto bene. Tu? Con l'università?>

<Tutto bene. L'università va benissimo>

<Sono felice. Ho visto che non mi hai risposto al messaggio cosi ho pensato di chiamarti visto che sono a casa> 

<Si. Scusa che se non ti ho risposto ma con l'università e gli impegni che ho, il tempo è poco>

<Tranquilla piccola. La cosa che ti volevo chiedere è se ritorni al ringraziamento. E' da tanto che non ci vediamo e saremo felici di riaverti qui>

Saremo felice di riaverti.

<Non so papà. Anche io vorrei passare quel giorno con voi. Ma dei soldi in più mi servirebbero. Poi il tempo che impiego per venire e ritornare mi occuperebbe qualche ora di studio>

<Tesoro. E' da quando hai finito la sessione che non ci vediamo. E tu sai anche che i soldi non sono un problema per noi>

<Lo so papà. Ma tu e la mamma mi avete sempre insegnato a cavarmela anche da sola. E poi guadagnare qualche soldo mi fa bene. Sai che non voglio che usi i tuoi soldi per me. Voglio sudarmeli e sentirmi soddisfatta dei miei sforzi>

<Lo so piccola. E non sai quanto io sia fiero di te> il mio labbro continua a tremare e sono costretta ad alzarmi per prendere un bicchiere d'acqua. Non voglio piangere. Non voglio che mio padre mi veda debole. Per una volta voglio essere forte e avere una conversazione con lui senza piangere. <La cosa che voglio per te è anche che non ti stressi. Sei una ragazza che si impegna, ma non voglio che tu arrivi a fine giornata che non riesci a fare nulla. Non ti fa bene e lo sai>

<Certo che lo so papà. C'è anche la nonna di Angie che me lo ripete sempre> facendomi scappare una piccola risata al sol pensiero.

<Devo ringraziarla allora> anche lui facendosi scappare una piccola risata. 

Le conversazioni cosi mi mancavano. Anche solo se per telefono, sono felice.

<Bene papà. Allora ci sentiamo>

<Certo tesoro. Però ti prego, almeno il Natale, vorrei passarlo con te>

<Certo Papà. Quello sicuramente>

<Allora ci risentiamo. Ti invio via mail i biglietti per Natale allora>

<Grazie mille papà. Ci vediamo>

<Ciao piccola> 

Non dovevo pensare a nulla. Non volevo piangere anche se sarebbe stato difficile. 

Ogni volta che risentivo la voce di mio padre mi veniva da piangere. Mi manca e se solo ripenso al perchè sono andata via, via in un altro Sato mi viene da piangere ancora di più. Non mi sono neanche resa conto che le lacrime sono cominciate già a scorrere sulle mie guance. 

Mio padre è l'unica persona che mi è rimasta, ma sono dovuta scappare via da lui per colpa di Ashley. La rabbia si impossessa di me e si mischiano alle lacrime. 

La odio con tutto il mio cuore e grazie a lei sono dovuta andare via dall'unica persona che mi è rimasta. Gli ha fatto il lavaggio del cervello.

Prendo il necessario e vado in macchina. Mando un messaggio ad Angie per non farla preoccupare e parto.

In men che non si dica, arrivo in palestra. Poso le mie cose e comincio a correre sul tapirulan con le cuffie alle orecchie. In questo momento non ho bisogno di staccare la spina. 

Durante la corsa però comincio a sentire la velocità diminuire sempre di più. Guardo nella traiettoria dei comandi e al suo fianco noto Chris.

Fermo del tutto l'oggetto e scendo.

Lo sguardo del ragazzo di fronte a me è malinconico. Mi legge dentro senza dire nulla. Sta cercando di prendersi il mio dolore senza fare e dire nulla.

Lo vedo venire verso di me e abbracciarmi. 

Scoppio a piangere. Scoppio a piangere tra le sue braccia.

Sento che mi porta via dalla stanza. Non mi importa dove, ma io lo seguo.

Non mi chiese nulla e lo ringraziavo con tutto il mio cuore

THE FIRST LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora