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"Che ci fate voi qui?"

Allison si liberò dalle catene e si rimise in piedi, Dmitry, ancora addormentato e legato dall'altra parte della stanza, attirò gli sguardi degli ultimi arrivati.

"Jack ha come percepito che avessi bisogno di aiuto e siamo volati qui. Stai bene?"

"Benissimo".

"Allora perché eri legata come un salame? E tu?" Dean si rivolse a Klaus. "Eri venuto per aiutarla?"

"A dirla tutta, ero venuto per ucciderla. Per finta, si intende", Klaus ridacchiò dell'espressione spazientita di sua cognata.

"Ma che sta succedendo?" brontolò il maggiore dei Winchester. "Si può sapere o è una specie di segreto di stato? E poi, dove siamo?"

"Istanbul", fece sapere loro Allison.

Doveva ammettere che il suo piano non stava funzionando come aveva sperato. Era lontana da casa da diversi giorni oramai, ma per qualche strano scherzo del destino, sembrava che non fosse possibile aiutare Dmitry così come lei avrebbe voluto fare. Sapeva, in cuor suo, di non poter sempre risolvere ogni cosa, e sapeva che la cosa più saggia sarebbe stata quella di tornare a casa e lasciare il vampiro al suo destino. Non spettava a lei sistemare le cose, forse. Non quella volta.

Eppure, una parte di sé proprio non ne voleva sapere di lasciar perdere, un po' perché credeva di doverlo a Dmitry, un po' perché per quanto le piacesse illudersi del contrario, anni a sacrificare ogni cosa che amava, non l'avevano ancora resa una completa egoista.

Forse, pensò, era il caso di cambiare strategia. Era tempo di smetterla di manipolare le cose a proprio piacimento, anche perché quell'approccio non l'aveva comunque portata da nessuna parte. Decise di considerare i continui imprevisti in quella specie di missione di salvataggio come un segno che stavolta non c'era altra scelta se non la verità.

E allora, che verità fosse.

Sospirò liberando Dmitry dalle catene, poi schioccò le dita e lui si risvegliò. Dapprima sembrò confuso, poi si voltò piano a guardarla e Allison capì che era quello il punto da cui partire.

"Klaus vi spiegherà tutto", disse ai suoi amici. "Lasciatemi sola con Dmitry, per favore. Jack, porta tutti fuori di qui, io arriverò tra poco".

"La signora Mikaelson", mormorò Dmitry mettendosi in piedi. "Ora ricordo ogni cosa".

"Ottimo", replicò Allison. "Siediti, dobbiamo parlare".

E mentre tutti li lasciavano soli, Dmitry si mise a sedere.

****

"Guarda com'è bella la luna stasera".

Elijah alzò gli occhi al cielo e si perse nella vista della luna. Era un mezzo spicchio perfetto, giallo e splendente in mezzo ad una coltre scura puntinata di stelle. New Orleans era quasi vuota a quell'ora della notte, qualche persona brilla barcollava verso casa, qualcun altro si nascondeva in vicoli scuri per baciarsi lontano da occhi indiscreti. Lui e Allison avevano preso l'abitudine di passeggiare a quell'ora; era il loro momento, quello in cui erano semplicemente un uomo e una donna innamorati che camminavano mano nella mano per le strade di una delle città più belle del mondo. Non c'erano mostri, non c'erano tormenti né pensieri. Solo loro, le loro dita intrecciate, le loro labbra che si incontravano tra un passo e l'altro.

Allison sollevò il braccio di Elijah e se lo passò sulle spalle, stringendoglisi addosso, sorridendo quando lui le poggiò un bacio tra i capelli castani. "Sarebbe bello se il mondo fosse sempre così", mormorò.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 19 ⏰

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