9.2. Is it over? I could be another.

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Alexander's PoV

Per la seconda volta da quando mi sono trasferito casa mia è diventata un centro accoglienza ed è quasi surreale, io odio la confusione e non ospito mai nessuno.

Mentre gli altri si accomodano in soggiorno, noto
Betty osservare il nostro appartamento con gli occhi sgranati e ovviamente non riesce a trattenere i suoi pensieri.

"Bella casa per uno che viene da un quartiere pieno di criminali e gente poco raccomandabile." Dice dandomi un colpetto sulla spalla.

"Grazie fidanzata del gemello, ci siamo dati da fare e abbiamo speso un sacco di soldi per andare a recuperare la tua amica." Gli sorride Mike affiancandola.

Il tempismo di Mike è proprio di merda perché la ragazza dai capelli color grano che mi ha stregato quattordici anni fa passa in quell'esatto istante e sogghigna divertita da quelle parole.

"Se continui a straparlare sai dove verrai seppellito e ti giuro che porterò un cane a pisciare sul tuo corpo." Sussurro incazzato all'orecchio del mio amico.

Mike risponde con il suo sorriso da stronzo, ma la mia attenzione viene rapita da Victoria che ci guarda duramente con le braccia conserte che sollevano il seno tondo e una spalla poggiata sullo stipite della porta.

"Potreste darvi una mossa? Abbiamo una videocassetta da vedere, capire di cosa si tratta e scoprire chi ha rotto il finestrino di Sophie. Sbrighiamoci."

Betty e Mike non obbiettano e si dirigono velocemente dagli altri.

Lei non muove un arto e sembra mi stia aspettando con gli occhi ben piantati sulla mia bocca che lecco per avere un po' di sollievo.
Quando lei è nei paraggi la mia lingua automaticamente bagna le mie labbra, come se il mio corpo avesse bisogno di quel gesto per resistere alla tentazione di divorarla.

In due falcate la raggiungo e mi abbasso per raggiungere il suo viso.
Siamo pericolosamente vicini e la voglia di sbatterla nel primo angolo di casa mia è troppa.

"Pensavo volessi fare la giornalista, non la detective. Ti ci vedo stretta in una gonna e con la camicetta sbottonata, magari potresti interrogarmi."

Lentamente traccio una linea immaginaria sulla stoffa della sua t-shirt esattamente tra il solco dei suoi seni.
Il suo petto si alza e si abbassa velocemente e schiude le labbra carnose assumendo un espressione confusa.
Il luccichio di desiderio puro attraversa le iridi marroni ma dura troppo poco.

Con la sensualità di una pantera afferra il mio dito e lo porta alla bocca, bagnando il polpastrello con la lingua soffice che vorrei sentire da un'altra parte.
Non mi perdo nemmeno un movimento della sua lingua e il mio cazzo guizza all'istante.
Adesso sono io a non avere più controllo dei miei respiri.

"Preferirei interrogare il fratello di Mike, mi piaceva la lacrima tatuata sotto l'occhio. Sono sicura che me la farebbe vedere da più vicino."

Mi paralizzo ascoltando quelle parole che mi mandano in bestia mentre lei mi sorride fiera della sua piccola vittoria.

"Stronza."

"Non ne hai idea." Pronuncia dandomi le spalle e camminando verso gli altri, con quel culo perfetto che ondeggia passo dopo passo.

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