Capitolo bonus: Do you get deja vu?

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Il 27 febbraio ho compiuto la bellezza di 21 anni!
Volevo farvi un regalo quindi vi lascio questo capitolo bonus.
Torniamo indietro nel tempo, vi va?
Si parte.

Victoria's PoV

Victoria e Alexander, 4 luglio 2018.
Due mesi alla fuga.

La mia adolescenza sta giungendo al capolinea e questo significa che tra due anni mi diplomo.
Diploma uguale università, cioè entrare nel mondo degli adulti e cambiare vita...
Mi sta venendo un attacco d'ansia, basta così.

Scrollo tranquillamente il mio Instagram stravaccata sul divano con le urla di nonna J e Thomas come sottofondo. Stanno giocando a carte da più di due ore e litigano quando uno dei due tenta di barare. Io mi limito ad affogarmi di cibo e non ho nessuna intenzione di staccare il culo da questo divano comodo, nemmeno per aiutare mia madre che sta preparando una cena con i fiocchi.
Grace la pazza ha deciso di mettersi all'opera già adesso, sono le cinque del pomeriggio e non credo che sarà pronto prima delle nove.

"Victoria, vai ad aprire. Ho le mani sporche!" Urla mia madre facendomi sobbalzare. Il trillo insopportabile del campanello ha spezzato la mia quiete, quindi non mi alzerò nemmeno sotto tortura. Non lo lascio il posto fisso.

"Nonna, potresti andare tu?" Chiedo dolcemente mettendo in pratica il miglior  sguardo da cucciolo abbandonato e sporgendo il labbro inferiore.

Il viso di nonna J improvvisamente si fa sofferente e inizia a massaggiare la schiena come se dovesse lenire con quel gesto un dolore lancinante.

"Io ho la sciatica."
La vecchia mi prende pure in giro, è proprio stronza.

La mia testa scatta verso Thomas ma anche lui sembra avere un malore improvviso.

"Anch'io ho la sciatica, mi sta venendo proprio adesso." 
Rettifico, ci sono due stronzi in questa casa.

"Vi odio." Li fulmino entrambi con lo sguardo e ormai arresa muovo i miei arti per raggiungere la porta.

Il campanello suona altre tre volte e mi sto veramente incazzando adesso, odio quel suono insopportabile.
Evidentemente qualcuno ha deciso di rovinare la mia giornata.

"Ho capito! Non c'è bisogno di suonare cento volte." Urlo camminando spedita verso la porta con il mio prezioso sacchetto di patatine tra le mani.

Agguanto con forza il pomello e spalanco la porta pronta a sbraitare contro il genio che ha tentato di spaccarmi i timpani, e non solo.

"La mia stella è già arrabbiata? Ti davo altri cinque minuti di autonomia."

Mi paralizzo all'istante quando la voce di Alexander arriva alle mie orecchie.

La sua spalla muscolosa poggia sullo stipite della porta, i suoi occhi gialli mi rivolgono uno sguardo furbo che mi fa tremare le gambe e le labbra rosse si schiudono mostrandomi un sorriso perfetto.
Sono così sorpresa e felice della sua presenza che il sacchetto delle patatine mi scivola dalle mani.

Mi fiondo su di lui e getto le mani attorno al suo collo. Senza sforzi Alex mi carica in braccio ed automaticamente le mie gambe attorcigliano la sua schiena.

"Ma che ci fai tu qui! Pensavo non venissi più."

Assalgo con una serie infinita di baci la guancia morbida e sento la sua pancia tremare a causa della mia reazione. È questo il sapore della mia felicità, la sua risata che non concede quasi mai a nessuno e la sua pelle morbida pronta a ricevere le mie attenzioni, come la mia.
Allineo il viso con il suo e il mio stomaco si contrae quando i miei occhi si posano sui lineamenti perfetti.
È bellissimo, non mi abituerò mai all'effetto che mi fa.

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