8 - Un bacio tra i capelli

325 14 0
                                    

Sono sempre la ragazza
Che per poco già s'incazza
Amarmi non è facile
Purtroppo io mi conosco
Ok ti capisco
Se anche tu te ne andrai via da me
Col cuore ti ho spremuto come un dentifricio
E nella testa fuochi d'artificio
Adesso vado dritta ad ogni bivio
Va bene sono pazza che c'è, che c'è
Io sono pazza di me, di me
E voglio gridarlo ancora
Non ho bisogno di chi mi perdona io, faccio da sola, da sola

Pazza - Loredana Bertè

Pazza -  Loredana  Bertè

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

🫀 EVA 🎧

Non sono nemmeno alla pausa pranzo che ho già voglia di fare le valigie e andare in qualche isola sperduta del mondo, dove nessuno, e con nessuno intendo neanche il più piccolo e microscopico essere vivente, sappia chi sono.
Entrare alla University of San Diego è stato come entrare in un frullatore di gente chiassosa, variopinta e strana..., ma probabilmente la strana sono io visti gli anni di collegio che ho fatto.
È vero che mi alleno praticamente tutti i giorni lì, ma è altresì vero che arrivo al Torero Stadium e poi torno a casa, non mi trovo addosso gli occhi di tifosi e ragazzi arrapati.

Esco quasi correndo, per evitare altri rallentamenti quando mi trovo davanti il fratello di Theo.
"Ehi! Che ci fai tu qui?" - Mi sembra un po' troppo grande per l'università.
"Cercavo te! O meglio, speravo di trovarti per offrirti il pranzo." - Mi dice sorridendomi.
Lo guardo bene e non trovo tutta questa somiglianza a parte il colore dei capelli.
Vincent ha occhi e capelli scuri, indubbiamente è alto, ma non come Ulisse, credo assomigli di più a suo padre.

Beh, che dire, per lo meno è sincero.
"Ok, mi hai trovata e anche abbastanza affamata. Cosa proponi?" - Chiedo curiosa mentre ci dirigiamo al parcheggio.
"C'è un locale qui vicino che cucina da paura, può andare bene?" - Indaga mentre apre una macchina sportiva e vi si appoggia con il fianco.

"Pensavo fossi atterrato oggi." - Gli faccio notare guardando la BMW M3 grigia dietro di lui.
"Ah, questa? È di Theo." - Ammette ridendo.
"Hai capito Ulisse? Quindi dopotutto non è così vecchio." - Non lo è affatto, io ci farei più di un giro su quel corpo. - "Ti seguo" - E mentre lui accende l'auto io monto in sella.
Amo i posti caldi proprio per questo, poter usare la moto quasi sempre facilita gli spostamenti e non sono costretta ad interminabili ore in colonna.

Dieci minuti dopo ci stiamo sedendo ad un tavolo all'angolo con vista sulla strada.
"Cosa posso portarvi?" - Chiede il cameriere.
"Per me del pollo alla piastra con verdure. Grazie mille." - Dico sorridendogli.
"Azz sei una salutista convinta. Per me lo stesso, altrimenti mi sentirei in colpa." - Ordina scuotendo la testa.
"Ma no! Non sei mica obbligato! Io devo allenarmi, altrimenti avrei optato per della pasta." - Rido di gusto davanti alla sua faccia mentre dà la sua ordinazione.

"Mi toccherà sdebitarmi e farti della buona pizza italiana." - Prometto mentre il cameriere porta la nostra acqua e il suo vino.
"Sai cucinare?" - Il suo sguardo ora è meravigliato.
"Ovviamente! Io ed El siamo bravissimi ai fornelli. Siamo andati a vivere da soli presto, quindi abbiamo preso lezioni di cucina. O meglio, Stev ci ha obbligato a prenderle. Aveva paura che mi nutrissi solo di cibo spazzatura e poi non rendessi in campo." - Dico ripensando al primo anno fuori dal collegio.

The Perfect Match - Il destino ha fatto centroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora