"Baby, let the games begin"
- Taylor SwiftDando solamente uno sguardo al palazzo davanti al quale mi trovai, avendo seguito le indicazioni datemi da Arien il giorno prima, riuscivo a immaginarmi l'intero arredamento, l'illuminazioni e le decorazioni dell'intera casa.
Persino dov'era posto il bagno con la vasca da bagno e dove quello con la doccia.Il condominio, un alto palazzo sulla 5th Avenue, aveva come un'enorme freccia al neon sulla punta che, lampeggiando, urlava a gran voce "Arien Villayn abita proprio qui".
Scesi dall'auto ringraziando Ernest e lo informai che lo avrei chiamato una volta terminato il patto con il diavolo.
"Accidenti Calliope, lo hai voluto tu. Avresti anche potuto dire di no" .
Era ciò che continuavo a ripetermi ogni qualvolta mi lamentavo della situazione nella quale stavo per cacciarmi.«Penso che sia troppo tardi per tirarsi indietro, vero?» chiesi continuando a guardare le porte in vetro all'entrata, davanti le quali era posto un portiere sulla quarantina che sorrideva e si toglieva davanti ad ogni persona che entrava nel palazzo.
«Si» rispose Elizabeth affiancandomi.
Inspirai e mi feci coraggio, sentendo le gambe muoversi autonomamente verso le vetrate, seguita da Elizabeth, costretta a fermarsi ogni due per tre a causa della borsa a tracolla che le scivolava dalla spalla.
Sorrisi al portiere, il quale stava tenendo la porta aperta per me ed Elizabeth e ci dirigemmo verso il bancone all'entrata, dietro il quale, un signore giacca e cravatta, alzò lo sguardo dalla pila di fogli sparsi sulla superficie, indossando un paio di occhiali arancioni per vedere meglio chi avesse davanti a lui.
«Desidera?» chiese aprendo la bocca leggermente, ricordandomi un personaggio di un cartone animato della Disney.
«Salve, avrei appuntamento con il signorino Villayn» dissi togliendomi gli occhiali da sole e potei notare il cambio d'espressione da annoiato a sorpreso.
«Certamente, signorina Valentino. Fred, vieni qua e accompagna le signorine al 1.365A» disse alzando di poco la voce, suonando il campanello posto vicino alla mia mano e richiamando l'attenzione di un ragazzo dall'altra parte dell'androne.
«Grazie mille» lessi il nome sulla targhetta «Leonard»
L'uomo arrossì di poco e mormorò un flebile «non c'è di che», per poi tornare nuovamente alle sue scartoffie.
Seguimmo Fred fino agli ascensori dove, una volta entrati, spinse il pulsante 13, facendo chiudere le porte, proprio mentre un uomo stava venendo nella nostra direzione, esortandoci a fermare le porte prima che si chiudessero.
Lanciai uno sguardo allo specchio posto sopra le nostre teste, scorgendo Fred sbadigliare ed Elizabeth imprecare quando la tracolla le cadde per l'ennesima volta.
«Tutto bene?» le chiesi, vedendola alquanto irritata e nervosa.
«È da molto che non pratico, ho paura di farti finire nei guai» sussurrò piano al mio orecchio, cercando di non farsi sentire da Fred.
Gli lanciò un'occhiata veloce, assicurandosi che non stesse ascoltando la nostra conversazione, ma Fred sembrava preso più dal rispondere a una certa Betsie, piuttosto che ascoltare i nostri "loschi" piani.
«Elizabeth, sono già finita nei guai, non può andare peggio di così» sentenziai una volta che, finalmente, fummo arrivate al tredicesimo piano, cercando di rassicurarla.
Mi sorrise e cercammo di mantenere le distanze da Fred, il quale, sembrava come non sapere che fossimo così distanti, continuando a camminare per il lungo corridoio, fermandosi ad una doppia porta bianca, con il numero 1.365A posto sulla sua superficie.
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Non d'amore, ma d'accordo
Romance«Il mondo era impazzito per noi. E io con lui. Per lei» Il mondo dello spettacolo è pieno di scoop freschi di giornata, ma Calliope Valentino ha sempre preferito rimanerne fuori. Seppur chiunque pagasse per sapere cosa accade nella vita della figlia...