22 - Perché la scrittura?

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"My mind and me, we don't
get along sometimes"
- Selena Gomez

«Non puoi abbandonarci all'ultimo, avevamo un accordo»

«Ascolta Calliope, siamo sommersi di lavoro tanto quanto te. Non la vedere come una ripicca, semplicemente abbiamo altri clienti prima di te»

«Martha, mi avevi dato la tua parola»

La sentii sospirare dall'altro capo del telefono, in lontananza delle urla e rumori di stampanti.

Continuai a camminare su e giù per lo studio, mettendomi una mano tra i capelli e fermandomi un secondo per bere un goccio d'acqua dalla bottiglia posta sulla scrivania in mogano.

«Calliope, sai meglio di me quanto io odi dare forfait per quelli che sono considerati gli eventi più importanti nel settore della cosmetica, ma siamo a corto di personale e non possiamo permetterci di perdere altri clienti, non dopo il declino dell'agenzia di due mesi fa»

Sentii il sangue ribollirmi nelle vene.
Sapevo perfettamente di cosa stava parlando Martha, anche la mia azienda si era ritrovata a licenziare del personale a causa del problema a Wall Street e delle varie quotazioni in borsa che avevano quasi toccato terra, ma così facendo avrebbe perso clientela e nient'altro.

Sentii bussare alla porta del mio studio e mi voltai nella sua direzione, dalla quale emerse la testa di un' Elizabeth nel panico più totale, quasi quanto la sottoscritta.

«Sei consapevole del fatto che mi hai comunicato tutto ciò a neanche due settimane dall'evento, vero?» gli chiedo furiosa, facendo trapelare tutta la rabbia che mi covavo dalla notizia di qualche ora fa.

«Si»

«E sei anche consapevole che avete appena perso la cliente che vi procurava la metà dello stipendio per ogni impiegato dell'agenzia?»

Martha non accennò a rispondere, così fui costretta a ripetere nuovamente la domanda, sentendola trasalire.

«Potremmo discuterne domani in ufficio»

«Sei così manipolabile, Martha?»

Di nuovo silenzio.

«Bene, mi aspetto di essere rimborsata a tempo debito, aggiungendo anche una somma cospicua data dalla vostra negligenza lavorativa nel comunicarmi la vostra indisponibilità a meno di un mese dall'evento. Ti auguro una buona giornata e una buona vita, signora Stewart»

Non le lasciai neanche il tempo di scusarsi e di salutare, che le avevo già attaccato la chiamata in faccia.
Feci il giro della scrivania, prendendo la testa fra le mani e facendo dei respiri profondi, metodo che non falliva mai a farmi calmare.

Ma, purtroppo per me, Elizabeth si trovava nel mio studio con una pila di documenti e cataloghi non per farne tanti piccoli pezzettini e lanciarli per lo studio come se fossero coriandoli.

«Queste sono le ultime pratiche per la nuova collezione, qui ci sono dei cataloghi che ho pensato potessero interessarti» disse poggiando le due pile davanti ai miei occhi, allungando anche un ulteriore foglio, facendolo scivolare in mezzo alle due montagne di carta formatesi sulla scrivania.

«Qui ho raccolto tutti i numeri telefonici delle agenzie più famose e competenti di New York e dintorni. Hanno organizzato eventi per qualsiasi celebrità, come Edward Coulson, Janet Xanden e Lady Gaga»

Scacciai indietro le lacrime che stavano minacciando di uscire a causa del forte stress che gravava sulle mie spalle, portando il mio cervello a immaginare come potesse risolversi una situazione del genere.

Non d'amore, ma d'accordoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora