"we are not who
we used to be"
- Harry StylesSe qualcuno, qualche anno fa, mi avesse fermato per strada e mi avesse detto che un giorno avrei scritto e pubblicato un libro, probabilmente avrei chiamato la polizia.
Dopo aver trascorso notti insonni a scrivere, e poi altre notti insonni a preoccuparmi di aver scritto una grandissima cazzata, quel 28 luglio avevo come l'impressione che si trattasse di un giorno qualunque.
Il lavoro procedeva a gonfie vele, la nuova collezione era quasi pronta e mancava poco al lancio pubblicitario ufficiale.
I preparativi per la festa dell'anniversario del brand continuavano e avevo preso parte a varie interviste da parte di riviste importanti come Pink Magazine, FashionBeauty e tante altre.Insomma, una semplicissima giornata di fine luglio.
Eppure, dall'espressione stampata sul mio volto, ogni persona che passava vicino a me, mi squadrava di poco, per poi fare una faccia confusa e tornare a vivere la loro vita, non sapendo cosa stesse succedendo nella mia.
E ciò mi rendeva estremamente felice.
Perché, per la prima volta in 25 anni, potevo finalmente avere qualcosa mio.
Tutto mio.
Solo ed esclusivamente mio.
Senza che nessuno, a parte alcune persone che potevo contare sulle dita di una mano, sapesse il mio piccolo segreto.Una vita trascorsa solo ed esclusivamente davanti ai riflettori, davanti a miliardi di flash, a tiro di chiunque decidesse di leggere ciò che avessi combinato nell'ultimo periodo, il mio fatturato annuale e quello della mia impresa.
Tutto ciò che avevo sempre ritenuto superficiale e che avevo deciso di rendere pubblico.
Ma non questo.
No.
Questo segreto era solo mio.Il fatto di vedere qualcuno seduto a un bar, in una giornata frenetica di Los Angeles, intento a leggere il mio romanzo, mi faceva battere forte il cuore.
E, anche se l'impulso di corrergli incontro e urlargli in pieno volto che ciò che stava leggendo era stato concepito dalla mia mente era assai grande, sapevo che se volevo continuare a mantenerlo un segreto non avrei dovuto urlare un bel niente in faccia a nessuno.«Ti ho portato la colazione, quei documenti che mi avevi chiesto ieri e la lista degli invitati fatta recapitare da Clara poco fa» annunciò Elizabeth entrando nel mio ufficio, con in mano una bustina bianca, una spremuta d'arancia e le varie scartoffie richieste da me in una cartellina.
«Ottimo, grazie Lizzy» la ringraziai e notai che aveva lasciato un messaggio su un post-it attaccato sulla cartellina.
Ho appena ricevuto il tuo libro, non vedo l'ora di iniziarlo.
Alzai lo sguardo su di lei ma, prima che potessi risponderle, se ne andò, lasciandomi da sola nel mio ufficio, intenta ad addentare la brioche al cioccolato e a bere la spremuta che mi aveva portato, dando un'occhiata alla lista degli invitati, modificandola leggermente, togliendo alcune persone ed inserendone altre.
Quando finii con la lista, iniziai a dare un'occhiata ai documenti sulla nuova collezione e altre idee da parte delle ragazze, circa una nuova linea trucco e cura della pelle, mentre altre sostenevano di voler avviare una linea per la cura dei capelli.
Appuntai ogni cosa nel mio raccoglitore e, mentre terminavo di bere la spremuta, sentii il telefono squillare.
Lo presi e notai il nome di Phoebe sullo schermo.
Accettai la videochiamata e, non appena si caricò l'immagine, gli occhioni colmi di lacrime e la faccia sconvolta di Phoebe si fecero largo nel mio campo visivo.«Pheebs, cos'è successo?» chiesi allarmandomi che fosse successo qualcosa di grave.
«Tu termini il romanzo in questo modo e hai anche il coraggio di chiamarmi Pheebs?» urlò in preda alle lacrime, soffiandosi il naso e asciugandosi gli occhi con la manica della felpa, mandandomi a farsi fottere.
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Non d'amore, ma d'accordo
Romance«Il mondo era impazzito per noi. E io con lui. Per lei» Il mondo dello spettacolo è pieno di scoop freschi di giornata, ma Calliope Valentino ha sempre preferito rimanerne fuori. Seppur chiunque pagasse per sapere cosa accade nella vita della figlia...