VIII- I don't forgive u

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Charlie era nel suo letto, il telefono stretto in mano. Non riusciva a dormire e il messaggio che lampeggiava sul suo schermo di Voxstagram la aveva messa in crisi quasi quanto aver preso coscienza dello star sviluppando dei sentimenti romantici per il suo hotelier: Vaggie, le aveva scritto.
Charlie ricapitolò mentalmente le cose sconvolgenti di quel lasso di ore: la prima su tutte, aveva lasciato bere il suo sangue ad Alastor, per cui aveva una cotta; Assurdità delle assurdità.
La sua ex le aveva scritto quando due giorni prima erano andate a letto, e dopo averle detto di non chiamarla più, per di più: scrivendole "Ehi sono nelle parti dell'hotel e vorrei riprendermi la mia roba" e oh cazzo aveva appena visualizzato il messaggio. Imprecò contro se stessa, indecisa se risponderle o meno. Riflettè su cosa avrebbe fatto Angel e decise che non avrebbe replicato. Chiuse la chat ma nemmeno due minuti dopo il senso di colpa ebbe il sopravvento.
"Ehi...si puoi passare all'hotel quando vuoi." Decise di scriverle e prima di pentirsi lo inviò.
Charlie fu tentata di pregarla a ritornare all'hotel, che aveva bisogno non solo della sua ragazza, ma della sua consigliera...però sentì la voce della sua coscienza -che somigliava a quella di Angel- che le diceva che sarebbe sembrata solo patetica.
Spense il telefono, e ancora avvolta dalla giacca del demone della radio tornò a dormire.

Si svegliò dopo nemmeno due ore, colpa di incubi convulsi che non ricordava appieno e forse era meglio così. Scese dal letto, si diede una rinfrescata e si vestì dei suoi soliti abiti, decidendo di riportare la giacca ad Alastor. Quando arrivò alla porta però, si ritrovò per terra un biglietto.
"Buongiorno sladost', ti va di prendere un tea con me per parlare un po' questa mattina?"
Charlie trovò il gesto molto dolce e decise di scrivere velocemente un biglietto affermativo, con l'intenzione di consegnarlo a Nazar quanto prima.
Una volta aver infilato il messaggio sotto la porta del vulpide , si incamminò verso quella del demone della radio; con quale faccia lo avrebbe guardato ora che capiva cosa provava?? Sapendo che lui non era minimamente interessato a lei poi...sospirò e arrivata a destinazione bussò. Questa si aprì dopo poco, rivelando un Alastor arruffato in un pigiama sobrio rosso a righe più scure, una vestaglia da notte nera, aperta al di sopra. «Dolcezza, dovresti essere nel mondo dei sogni a quest'ora.» Charlie arrossì, trovandolo tremendamente bello anche appena svegliato. Era la prima volta che lo vedeva vestito in maniera non del tutto elegante e la cosa le strinse lo stomaco. «Emh, la tua giacca, tieni, ciao!» gliela spinse in mano e si diede alla fuga. «Dove stai scappando?» le ricomparve lui di fronte, la giacca ancora in mano. «Io? Scappando? Noooo ma che dici Al!» e ridacchiò nervosamente. «E che presto arriverà la...una nostra conoscenza e devo accoglierla.» lui sorrise furbamente. «Senza il tuo fidato hotelier? Così mi ferisci ma chèrie.» Charlie incassò la testa nelle spalle. «È un po' complicato...» lui fece un gesto noncurante con la mano libera. «Un ospite è un ospite mia cara! Niente di complicato.» lei deglutì a vuoto, abbassando lo sguardo. «È Vaggie...» quando la principessa non ottenne risposta, rialzò lo sguardo su Alastor, bloccato in un sorriso ferale e l'espressione indecifrabile. «Ma che incredibile sorpresa! Come mai qui Mh?» snocciolò con il suo solito tono allegro. La bionda sospirò, incrociando le braccia al petto. «Voleva riprendersi le sue cose.» lui si piegò verso di lei, ridacchiando. «E la tua testolina stupidamente bonaria ha acconsentito! Che scelta sciocca!» rise di più lui, tanto che la principessa si sentì a disagio. «Devo andare, scusa se ti ho disturbato.» decise di tagliare corto, oltrepassandolo, ma lui la sorprese, facendola sobbalzare quando le mise la mano sulla spalla. Sentiva il suo alito cattivo sull'orecchio, e il pensiero di regalargli un dentifricio le solleticò di nuovo le tempie come una piuma. «Ti raggiungo subito

Alastor non era in vista per fortuna, perché Charlie non aveva idea di come avrebbe potuto reagire a quella scena. «Alloooora -iniziò la principessa una volta che Niffty ebbe portato del tea con dei biscotti- come mai mi hai chiesto di parlare da soli?» Nazar sorrise, prendendo un sorso dalla sua tazza. «Volevo parlarti di alcune anime che sono arrivate nelle mie mani tempo orsono.» lei stirò le labbra in sorriso incoraggiante. «Cosa posso fare per te? Bhe- se vuoi vendermele potrei arrabbiarmi ti avviso.» scherzò la principessa pur facendo intendere che fosse il suo effettivo pensiero. Lui ridacchiò. «Non mi permetterei mai.» il suo sguardo si fece furbo. «Vorrei portarvi stasera al mio "mostra e racconta" per fartele conoscere.» Charlie si tese sulla sua poltrona. «Non berrò un goccio d'alcool, ti avverto.» la curva delle sue labbra si fece malizioso. «E se ve lo chiedo per favore?» lei rise. «Cerchi di comprarmi con la gentilezza?» lui ridacchiò a sua volta. «Ci sto riuscendo?» lei sospirò. «Se mi prometti di tenermi lontana da Alastor e di non farmi fare uno strip tease con Angel allora sì.» Il demone volpe la guardò profondamente per un lungo attimo. «Ti terrei volentieri tutta per me allora.» A Charlie andò di traverso il tea, tanto che tossì convulsamente per evitare di soffocare. «Scusami?!?» squittì. Lui scoppiò a ridere. «Ma certo, sennò se sei distratta dagli altri come posso presentarti le mie due anime.» lei si passò nervosamente una mano tra i capelli, spettinando l'acconciatura. «Ma certo...» esalò stentando un risolino. «A stasera allora.» si alzò il demone, che le prese la mano per poggiare delicatamente le labbra sulle nocche. Charlie ritrasse velocemente la mano quando questi lasciò la presa con una carezza. «A proposito, ho lasciato per te un regalo in camera tua.» le sussurrò all'orecchio, per poi rimettersi definitivamente dritto e aggirare il divanetto.
Lì incontrò a metà strada Alastor. Si fermarono entrambi, guardandosi in cagnesco ostentando sorrisi. E si oltrepassarono senza degnarsi di un saluto.
Charlie si rassettò, spostandosi sul divanetto e invitando Alastor a fare lo stesso. «Non ho voglia di vederla.» il demone della radio rise «Mia cara hai dei pessimi gusti in fatto di partner!» lei sorrise, appoggiando la testa sulla spalla. «Non sai quanto.» mormorò, conscia che il suo cuore stesse battendo più veloce solo per la vicinanza con lui. La principessa sobbalzò quando lui le prese una mano, guardando le loro dita intrecciate con interesse, le sopracciglia aggrottate.
«Che cazzo sta succedendo qui?»
Si voltarono entrambi verso la porta: Vaggie faceva la sua comparsa sull'uscio, le braccia incrociate e l'espressione omicida. Il demone della radio si alzò, stringendo appena la presa sulla mano della principessa. Vaggie fissò lo sguardo proprio lì, ridendo senza allegria. «Mi chiedevo quanto ci avreste messo.» Charlie si sentì avvampare e sciolse la presa che condivideva con il peccatore, alzandosi a sua volta. «A fare cosa?» la falena fece un gesto con la mano, indicandoli. «Ma guardatevi cazzo! A mettervi insieme. Eri sempre "Alastor qui, Alastor lì" Da quando è arrivato non gli hai mai tolto gli occhi di dosso!» il rosso rise sguaiatamente. «È per questo che hai deciso di spezzarle il cuore? Che sollazzo!» Charlie guardò Vaggie, incredula, e questa abbassò lo sguardo. «Mi hai davvero lasciato per via di Alastor?! E tutto il discorso sul fatto che non ti avrei perdonata??» la principessa era sull'orlo delle lacrime. L'ex angelo abbozzò un sorriso. «Tesoro tu perdoneresti chiunque.» e il suo sguardo si piantò in quello del demone della radio. «Lui di certo lo sa, e se ne approfitta, non ci tiene mica a te davvero!» Alastor fece per rispondere, un sorriso alquanto divertito sul volto, ma fu la principessa, carica di rabbia, ad intervenire. «E chi ci terrebbe? Tu? -sorrise amaramente- Prendi le tue cose e vattene. Avevi ragione, c'è una cosa che non perdono ed è il tradimento.» Alastor rise di gusto. «Il sottoscritto crede che tu abbia perso il diritto di chiamarla "tesoro" cara.» Vaggie spiegò le ali dietro di lei, balzando in avanti per colpirlo con la sua lancia angelica, ma Charlie gli si parò istintivamente davanti, e la lama le trapassò la spalla da parte a parte, lì dove doveva esserci il petto di Alastor. «Merda!» Vaggie sfilò l'arma, indietreggiando e per il contraccolpo la bionda finì contro il petto del demone della radio. La pelle le sfrigolava li dove l'acciaio angelico era passato, e puntini neri presero a volteggiarle davanti agli occhi. Alastor la sorresse, adagiandola sul divano, gli occhi neri come la pece. «Ora ci penso io ma chèrie.» Charlie ci provò a tenere gli occhi aperti, ma erano troppo pesanti. «N-non farle del male Al...» mormorò lei cercando con una mano la sua: non la trovò. «Quanto basta ma belle non preoccupartene.» Charlie singhiozzò. «Fallo per me...» lo sentì ridere. «Oh cara, la tua ingenuità mi esilara!»
«Allontanati da lei stronzo.»
La principessa avvertì appena lo spostamento di Alastor di fianco a lei, il sangue che le inzuppava sempre di più i vestiti.
A Charlie si strinse il petto in una morsa: le due persone che avevano il suo cuore si sarebbero ammazzate di li a poco e lei non poteva fare niente. Sentì la testa farsi pesante e leggera al tempo stesso mentre il buio la reclamava per sè.

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