XXI- For Love

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Charlie per la sorpresa lasciò la presa sulle gambe di Alastor, che di contro si staccò con occhi da psicopatico e ribaltò le situazioni rinchiudendola di nuovo nelle spire dei suoi tentacoli, tappandole anche la bocca. Charlie si agitò ma la presa era troppo forte. Ma certo! Aveva usato il bacio per evitare di parlare e l'aveva sottomessa: ma non sarebbe finita così. Charlie lo guardò fisso negli occhi, concentrandosi sul comando. Finalmente, le sue pupille si dilatarono e si restrinsero. «Da quando hai poggiato le tue nere labbra sulle mie, i miei pensieri non mi appartengono più...questa fame mon dieu mi sta logorando dentro, come un tarlo che scava nel legno più pregiato. In questo modo il mio calcolato piano si sta ritorcendo indesiderabilmente contro di me.» Ad Alastor ricadde la testa e poi la guardò con l'ira che bruciava negli occhi neri e rossi. Che fosse questo quello di cui Nazar la stava mettendo in guardia? Quale piano? Le lacrime presero a corrergli sulle guance. Perché si innamorava solo di bugiardi...? Singhiozzò e tossì contro quella schifezza che la teneva legata e qualcosa nello sguardo del demone della radio si ruppe. Allungò una mano che tremava visibilmente verso il suo viso e Charlie chiuse gli occhi, pronta ad un colpo che non arrivò. Sentì la presa delle ombre lasciarla e quando riaprì gli occhi Alastor non c'era più.

Angel sembrava sul punto di esplodere. «Lui ha fatto- porca merda- Il signore supremo del "non toccare i miei preziosi coglioni sennò si crepano" ti ha spontaneamente baciato?!» Charlie gli fece segno di abbassare la voce mentre gli allacciava il fiocco del vestito al collo. «Solo per cercare di non rispondermi...non perché io gli piaccia.» lui si girò e le prese le spalle con un paio di mani, scuotendola. «Ma sei così ingenua Tesoro! Ti avrebbe uccisa piuttosto se non lo avesse voluto!» la principessa si allontanò da lui, stringendosi nelle spalle. «Cosa voleva dire per fame poi? Che ti vuole mangiare come un bel bocconcino quale sei mhuhm.» la raggiunse e la abbracciò. «Oppure che vuole sventrarmi come le sue vittime sulla terra perché gli sto rovinando i piani...qualunque essi siano.» Angel la fece girare e la portò alla sua toeletta, facendola accomodare. «Allora faremo tutto il possibile per vedere se il suo interesse è genuino.»

Aveva prestato ad Angel uno dei suoi più bei vestiti, allungato con un po' di magia per adattarsi alla struttura dell'amico. Era un vestito a collo alto dalle spalle e la schiena scoperte, di un bianco lunare che sulla lunga gonna a sirena andava a decorarsi con intricati motivi floreali argentati. Invece lei si era infilata in un abito nero lungo, con uno spacco laterale più lungo e dei guanti in seta in pendant. Il suo vestito aveva uno scollo a cuore che metteva in risalto la collana di perle di sua madre. Lei ed Angel scesero per le scale mano nella mano, ridacchiando di Charlie che a stare sui quei vertiginosi tacchi a spillo perlacei si sentiva su una graticola, contrariamente al suo migliore amico. Alla fine della scalinata, come un dejavu, Husk guardava Angel con devozione, stretto nel suo tre pezzi nero. Charlie cercò Alastor con lo sguardo, ma arrivati in fondo si rese conto che di lui non vi era traccia. Sospirò e si scambiò uno sguardo con la coppia, ma erano troppo impegnati a specchiarsi negli occhi dell'altro per badare a lei. Una stretta dolorosa avviluppò il cuore della principessa, e forzando un sorriso aprì le porte e uscì.

Si trovavano in un castello, ovviamente, le cui luci sembravano estendersi all'infinito. Quando Charlie scese dalla limousine che suo padre le aveva gentilmente offerto -guidata da un'imp parecchio incazzato- fu accecata dai flash dei paparazzi. Cercò una mano da afferrare, incontrando il doloroso vuoto. Si fece coraggio ed uscì, sorridendo forzatamente come se fosse l'anima più entusiasta dell'inferno. Molti mentre camminava sul tre carpet la insultarono, altri si limitavano a scattarle foto alla scollatura, un viscidone allungò una mano e le toccò il culo quando lei si distrasse per via di una voce che la chiamava spaventosamente simile a quella di Alastor. I suoi amici camminavano a braccetto, Angel che elargiva baci volanti e saluti a tutti quelli che gridavano entusiasti il suo nome è Husk con la faccia di uno che voleva spararsi piuttosto che condividere il suo accompagnatore con qualcuno. E lei si costrinse a ingoiare la bile e camminare più in fretta che poteva su quei trampoli che aveva ai piedi per entrare all'interno.

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