XIX- Valentino

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«Cosa cazzo vuol dire che andremo a un ballo?!» Charlie gli fece segno di fare silenzio allungandogli il biglietto dorato che era riuscita a reperire grazie all'intervento di suo padre. Husk ringhiò e lo afferrò. Poi la figlia di Lucifero sospirò. «Husk ho un piano per riavere l'anima di Angel indietro.» il felide soffocò con il sorso di Bourbon che stava bevendo e guardò la principessa con gli occhi fuori dalle orbite. «Che cazzo stai dicendo!?» lei trattenne il respiro, cercando di racimolare il coraggio. «So che Valentino sta organizzando un evento al jackpot hotel il prossimo weekend. Tu...tu giocavi vero?» non aveva mai visto Husk così arrabbiato. «Cosa cazzo hai in mente principessa eh? Vuoi che mi giochi l'anima di Angel a Poker?!» lei annuì. «Cosa cazzo ti sta facendo quello psicotico del mio capo eh?! Non ho niente da offrire a quel viscido bastardo anche accettassi. Se tu non lo avessi capito, la mia anima appartiene ad Alastor cazzo.» lei deglutì a vuoto. «Farò uno scambio.» sussurrò, riprendendo il discorso prima che la interrompesse. «La mia anima per la tua. Così sarete entrambi liberi.» Husk aprì la bocca ma sembrava per la prima volta senza parole. «No.» lei sorrise. «Husk, dubito che tu non sappia che a me Alastor piace. La mia anima è già come se gli appartenesse, quindi...» - «No cazzo! Tu non sai cosa significa avere Alastor come signore. Tu sei libera. Non devi stare a forza sotto i suoi loschi giochetti, anche se sei troppo fottutamente ingenua e ci caschi sempre.» la bionda si sentì punta sul vivo. «Husk è l'unico modo...pensaci per favore.» lui riprese a tracannare alcool dalla bottiglia. «Non ho bisogno di pensarci, la mia risposta è no.» poi si accigliò. «Angel sa di questa tua trovata stupida?» lei scosse la testa. «No e non lo deve sapere.» lui la guardò male. «Non voglio avere segreti con lui.» Charlie pestò una mano sul bancone. «Husk non costringermi a farlo.» lui si accigliò. «A fare cosa?» lei sentì il potere demoniaco strisciarle sotto la pelle, le corna che premevano per uscire. Lasciò che Husk lo percepisse. «Ad ordinartelo.» vide il pelo del felide arruffarsi e le ringhiò contro. «Solo Alastor può impartirmi ordini nonostante la cosa non mi faccia per un cazzo piacere.» lei sorrise tutta denti aguzzi. «Non sai di cosa sono capace.» Huskier ringhiò di nuovo. «Vaffanculo principessa. So che non siete abituata ai "no" dato il vostro retaggio ma non sfracassate i coglioni a me con i vostri capricci da bambina viziata di merda.» la forma demoniaca di Charlie esplose. Afferrò Husk per il papillon e lui la guardò con sfida. Fu tentata di mettersi a gridare, ma gli avrebbe solo dato ragione: lo lasciò andare e si afflosciò sullo sgabello. «Dammi un whiskey...per favore.» il gatto rise. «Non sapete cosa voglia dire essere minacciosa voi.» Charlie lo guardò di sottecchi mentre lui le versava l'alcolico. "Lo vedremo" pensò.

«Alastor!» chiamò, senza ottenere risposta. «Alastor!» la principessa girò su se stessa nella biblioteca, sentendosi osservata, fino a che non la notò. L'ombra di Alastor, il suo demone Loa, proiettata sul divano dove Charlie si era lasciata andare e aveva baciato Alastor. L'ombra sembrò colta in fallo e Charlie ridacchiò al suo agitarsi. «Ehi ciao.» il Loa si fermò e la guardò con i suoi occhi vuoti. Charlie si avvicinò. «Come mai sei qui da solo? Non mi starai spiando vero?» l'ombra tornò ad agitarsi e così il cuore di Charlie. Perché Alastor avrebbe dovuto spiarla? «Mia cara mi stavi cercando?» La principessa sussultò e guardò l'ombra di Alastor venir "risucchiata" ai piedi del proprietario. «Si, domani sera oltre a noi ci saranno anche Angel e Husk.» informò voltandosi per fronteggiarlo. Subito notò le occhiaie sotto i suoi occhi e si avvicinò preoccupata. «Al...tutto bene?» lui rise. «Ma belle ma certo che sì!» scosse una mano. «Come mai i miei commilitoni di redenzione verranno con noi? Hai deciso di invitare anche il demone volpe per caso? Cos'è un'attività redentiva a sorpresa Mh?» lei arrossì per nessuna ragione e scosse la testa. «Ma no! Volevo solo fare una sorpresa ad Angel! Sai com'è, sta lavorando tanto in questi giorni eheh.» lei si riassettò e si avvicinò ancora. Il demone sorrise più ampiamente ma le sue palpebre si abbassarono guardinghe. «Devo parlare con Valentino a proposito, vieni con me?» lui rilassò le spalle e rise nuovamente. «E infilare la mia raffinata persona in quella squallida torre! No mia cara non penso proprio.» lei si afflosciò come un palloncino. «Ah...va bene lo stesso, dovevo immaginarmelo. Bhe allora ci vediamo!» lo oltrepassò e sobbalzò quando l'ombra di Alastor dal basso fece una specie di faccia da cucciolo bastonato. Charlie gli sorrise e il Loa si agitò. Alastor le mise una mano sulla spalla e lei fissò le sue dita artigliate con il cuore che le batteva direttamente nella gola. «Si...?» soffiò. «Come mai sei intenzionata a parlare con il padrone del nostro effemminato amico? Cosa nascondi a questo demone?» lei si voltò verso di lui, non nascondendo un'occhiataccia. «Io non ti nascondo proprio niente! Anche fosse probabilmente lo sai già.» il suo sorriso si fece sottile. «Mhhh, sono poche le cose della quale la mia persona non è a conoscenza lo ammetto. Ma ahimè penso che questa mi sfugga.» Charlie non gli credeva per niente. «Allora immagino che dovrai scoprirlo da solo.» sorrise e si voltò nuovamente. Ma dopo un paio di passi, giusto quando era vicino alla porta si voltò, sospirando. «Sto solo facendo un favore ad un amico.» dichiarò, guardando lo sguardo ombroso del demone della radio; il suo sorriso ridotto ad una linea dura. Lo osservò un secondo in attesa di risposta, ma non ottenendo niente, se ne andò.

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