XIV- Fucked

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Ora Charlie si rese conto di essere fottuta. Come avrebbe detto ad Alastor che non sarebbe venuto con lei all'ambasciata e ci avrebbe portato invece Nazar? Stava giocando parecchio con la sua capacità di perdonarla, e dubitava lo avrebbe fatto quella volta. Di ritorno all'hotel trovò Angel Dust stravaccato su un divanetto, sulle gambe di Husk. Appena quest'ultimo la vide spinse via l'aracnide, che cadde poco elegantemente dalla seduta. «Cazzo babe, che modi!» si offese il pornodivo rimettendosi in piedi. Husk bofonchiò qualcosa che Charlie non colse, le guance rosse e lo sguardo dell'aracnide si ammorbidì. «Solo perché sei tu non vuol dire che non mi offenderò Huskuccio, ma per stavolta ti perdono...se mi dai un bacio.» Husk arrossì ancor di più. «Ma fottiti!» il felide si rese conto troppo tardi dell'errore, quando Angel si piegò su di lui con fare sensuale. «Fottimi tu~» la principessa arrossì e tossicchiò a disagio. «Sapete dov'è Alastor?» il ragnetto non abbandonò la sua posizione, ma scosse la testa. «No tesoro, è da oggi che non lo vediamo.» poi si alzò e ammiccò verso di lei. «Astinenza? Io ne so qualcosa vedi.» lei rise nervosamente. «Cosa?! No! È che gli devo parlare di una cosa importante.»  Angel si lasciò cadere sulle gambe di Husk, con un'imprecazione di quest'ultimo, cingendogli un paio di braccia attorno al collo, abbastanza strette da farlo essere per metà affondato nel suo pettopelo. «Dì tutto al tuo Angel di fiducia tesoro, sembra che più che parlare te lo debba mettere senza lubrificante da dietro!» fece una smorfia mentre Husk si spostava con espressione schifata. «Io l'ho provato, non è affatto bello.» la principessa dell'inferno se possibile divenne ancora più rossa. «È una questione delicata...» - «Gli vuoi regalare un dentifricio?» Husk ridacchiò. «Ne avrebbe bisogno.» mormorò e poi si guardò attorno come se si fosse pentito di averlo detto ad alta voce. «No...e che...ho fatto un accordo con Nazar e-» Angel sgranò gli occhi, il sorriso che gli moriva sulla faccia. «Charlie...» - «Lo so! Ma mi ha convinto a portarlo con me in paradiso domani e non so come dirlo ad Alastor e-» Angel abbozzò un sorriso teso. «No, intendo, Charlie.» e indicò con un dito verso di lei. Lei si sentì improvvisamente come se tutto il suo sangue fosse fuoriuscito via dal suo corpo; si voltò in trance, e mano a mano che metteva a fuoco la figura di Alastor sembrava che il suo cuore rallentasse di un battito. Lui la guardava con gli occhi sgranati, il sorriso ampio e inquietante. «Tu, hai fatto, cosa?» Charlie provò ad aprire la bocca, a spiegarsi, ma come aveva fatto con Vaggie quando le aveva comunicato di volerla lasciare, non ne uscì che una specie di gemito morente. Il demone rise sguaiatamente, mentre le luci prendevano a lampeggiare e la sua figura si ingrandiva, tanto che dovette piegarsi per non sfondare il soffitto. Appoggiò le enormi mani ai lati di Charlie, che si ritrovò ad un palmo dalla dentatura demoniaca del peccatore, a fissare gli occhi neri e rossi. «Al -riuscì a mormorare- mi dispiace ma-» lui rise così forte che le sembrò che l'hotel prendesse a tremare. Un riso lugubre e grottesco. «Stai collezionando torti nei miei confronti non indifferenti principessa. Pensi di poter giocare con il demone della radio? Mh?? -le sue corna si allungarono se possibile ancora di più- Ti sbagli.» ringhiò. Le veniva genuinamente da piangere, e non si controllò stavolta, le lacrime rotolarono giù dai suoi occhi prima che potesse anche solo pensare di fermarle. «Al, non capisci, ho dovuto.» Charlie percepì il gelo arrampicarsi nella stanza, e dovette farlo anche il rosso, che si voltò verso l'ingresso con aura assassina. Nazar sorrideva ampiamente, e applaudì ridendo. «Ma guarda! Il demone della radio è geloso!» fu un attimo e Alastor tornò alle sue sembianze normali, che rideva sguaiatamente. «Temo che tu non abbia compreso la situazione caro.» Angel affiancò Charlie che si era messa a singhiozzare. «Oh invece penso proprio di averla compresa appieno. -e indicò il demone della radio con un gesto teatrale- Sei geloso che porti me con lei e non te.» il rosso digrignò i denti in un sorriso-smorfia. «Fa parte del mio-» - «Sisi certo, del tuo ruolo come no. La nostra cara principessa ha visto un'offerta vantaggiosa e l'ha colta! Nessun bisogno di offendersi dorogoy.» e lo fronteggiò con un paio di falcate. «Non è qualcosa di cui dovresti andare fiero invece?» Nazar stava seriamente cercando di manipolare il demone della radio? Si e a quanto pare Alastor se ne accorse, a giudicare da come lo guardava. «Il mio era puramente intrattenimento personale AH AH! Un giocoso avvertimento.» si voltò verso Charlie, che stava seguendo confusamente la loro conversazione. Angel si parò davanti a lei con la rabbia dipinta in faccia. «Ci hai creduto chèrie? Esilarante!» Nazar rise con lui. «Come se al famoso e sanguinario demone della radio potessero importare queste futilità. Si spiega tutto!» e lo guardò di sbieco con tutti e tre gli occhi. Alastor lo guardò con un sorriso ampio e digrignato. «Vedo che inizi a comprendere mon ami.» il demone volpe sorrise più ampiamente e malignamente. «Ma certo, amico

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