X- Welcome to wonderland

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Il suo innocente pisolino si era tramutato in un coma di quattro ore: era venuto a svegliarla Angel, sbraitando che erano in ritardo e che Nazar e Alastor non facevano che battibeccare come due vecchie bisbetiche.
Quando il ragnetto vide il vestito per poco non si mise a gridare...togliamo il per poco, blaterando poi cose assurde come il fatto che Nazar ci stesse palesemente provando con lei. Ma per favore! Si conoscevano da un paio di giorni. Glielo fece notare mentre lui le stringeva il corsetto fino a farle scricchiolare le costole. «Angel muoio!» fece finta di non sentire, chiudendo i lacci con un bel doppio nodo. «Quella puttana di Vaggie. Anche se non è che avesse tutti i torti ad essere gelosa di Alastor.» La principessa arrossì come un semaforo. «Non avrei mai tradito la mia ragazza!» si difese lei. «Probabilmente non mi sarei mai accorta di provare queste...cose.» Angel le sollevò i capelli, non accettando nessuna obiezione, stringendoglieli in una crocchia. Charlie raccattò il nastrino che aveva indossato durante la serata di Angel e se lo legò nuovamente al collo e infilò quelle scarpe infernali. Riportò alla memoria tutti gli anni di etichetta reale, compiendo un paio di passi di prova traballando, per poi acquisire sempre più dimestichezza andando a zonzo per la sua stanza. «Sembri proprio la cazzutissima principessa del fottuto inferno vestita così tesoro.» Angel si guardò il polso privo di orologio. «Si direi che hai fatto il tuo regale ritardo puttanella. Andiamo su su!»
Attraversarono i corridoi ridacchiando, e Charlie poté ammirare il vestito di Angel, con l'insostituibile scollo a cuore, di un tenue rosa pastello, era lungo, ma aveva due vertiginosi spacchi laterali che mostravano le lunghe gambe e gli immancabili stivali neri, abbinati ai guanti. «Ti sei messo in tiro per Husk?» chiese lei ridacchiando. «Tesoro io mi metto in tiro solo per me stesso.» si indicò con tutte e quattro le mani. Poi con due si sistemò lo scollo, mentre con le altre si ravviava il ciuffo. «Certo che l'ho fatto per colpire Husk che domande. Questa è la cosa meno da troia che ho.» la principessa sorrise per la franchezza dell'amico, prendendogli una mano. «Sei bellissimo Angie.» si sorrisero, e la principessa con uno schiocco di dita decise di far comparire un bel collier dorato al suo amico, per completare ulteriormente il suo outfit. Lui se lo toccò, confuso, e poi le sorrise. «Ti meriti questo e molto di più.» mormorò lei e lui la spinse giocosamente. «Non farmi colare il mascara stronzetta sentimentale!» risero insieme e iniziarono a scendere le scale.
Nazar in fondo alla scalinata era infiocchettato in uno smoking bianco e rosso con tanto di frac e fascia. L'occhio sul suo petto che brillava della sua solita luce sinistra. Sorrideva ampiamente, compiaciuto, lanciando poi un'occhiataccia ad Alastor che se ne stava in un tre pezzi bordeaux e nero dalla coda di rondine, quest'ultimo la guardava con la bocca spalancata. «Ma belle, stai andando ad un ballo reale Mh?» lei si strinse nelle spalle, a disagio, ma Nazar le prese le mani e la spinse a fare una giravolta, che la fece sorridere e dimenticare del commento acido del rosso. «Hai appena reso la mia serata perfetta moy dorogoya.» lei ridacchiò imbarazzata. «Ma smettila, non è ancora iniziata!» lui ghignò. «Risolviamo subito allora!» allargò le braccia e sotto di loro si allargò un pentagramma con lettere in cirillico violaceo. Dopo poco, all'interno iniziò a soffiare un vento gelido che dall'esterno iniziava a stringersi verso l'interno. Angel si tenne la parte frontale del vestito per evitare di mostrare le sue grazie, e Charlie lo imitò. Quello aveva tutta l'aria di una specie di portale. «Che trucchetto spicciolo, uno spettacolo davvero noioso.» commentò Alastor camminando verso il demone volpe. Questo sogghignò. «Noioso è il tuo continuo commentare!» ribatté. Prima che il cervide potesse rispondere, il "tornado" si chiuse su di loro.

Charlie aprì gli occhi, ritrovandosi tra le braccia di Nazar. Si rimise ritta, imbarazzata, cercando con lo sguardo i suoi amici. Alastor era l'unico in piedi, assolutamente Intoccato, mentre Husk era aggrappato spasmodicamente ad Angel. «Porca puttana non farlo mai più cagna del cazzo!» berciò il barista. Nazar scrollò le spalle, indifferente. «Eravamo in ritardo.»
Charlie riconobbe il Doomsday district, a giudicare da come si intravedeva la torre dell'orologio. Era il luogo dove vi erano i locali più in della città. «Benvenuti al Wonderland!» si entusiasmò il demone volpe varcando la soglia di un locale violaceo, dalle grandi vetrate colorate dalla quale si intravedevano chaise-longue con tavolinetti bassi, separè con disegni fantasiosi e un lungo bancone. Quando entrarono, l'odore di cannabis e incenso le fece lacrimare gli occhi. Si voltò preoccupata verso i suoi amici, vedendo Angel bloccato sull'ingresso, la mano stretta spasmodicamente in quella di Husk. «Spero che nessuno di voi abbia problemi di droga.» sogghignò Nazar, avvicinandosi con un colpo flessuoso della lunga coda verso il bancone. «Che pezzo di merda! -ringhiò Huskier, poi guardò il pornodivo- Noi ce ne andiamo.» Angel scosse la testa, mettendo su un sorriso falso. «No! Ce la posso fare...» Charlie gli prese due mani, stringendole. «Angie vai, non è giusto che tu debba stare in un posto del genere.» le mise la quarta mano sulla spalla, cercando di confortarla. «Ci siete voi qui con me, non farò nulla di peccaminoso principessa. -Guardò Husk e gli fece l'occhiolino- Forse.» il gatto parve molto contrariato, ma nonostante tutto si poteva notare il rossore sulle sue guance. Charlie sorrise confortata, cercando lo sguardo di Alastor, concentrato con una smorfia sorridente a guardare l'ambiente. «Detka, vieni, ti voglio presentare la titolare di questa deliziosa baracca.» si sentì prendere per i fianchi e lo sguardo affilato di Alastor si concentrò subito lì: gli occhi che lampeggiavamo dal rosso al nero. «Non facciamola attendere oltre allora!» cinguettò il demone della radio, porgendole il braccio. Lei lo accettò velocemente, ma la stretta sui suoi fianchi si fece più serrata, tanto che quando Nazar la forzò a girarsi, lo fece, ritrovandoselo spaventosamente vicino. Si sentì fortemente a disagio, ma sorrise comunque, tesa. L'occhio che aveva sul petto le stava palesemente guardando la scollatura, mentre gli altri la guardavano con una luce seducente. «È la mia serata ricordi?» lei sorrise più ampiamente, per mascherare il crescente senso di disagio. «Certo!» lui si staccò dalla principessa il tanto per porgerle il braccio, che Charlie si vide costretta ad accettare. Nazar era gelido come ghiaccio, attutito appena dalla stoffa, e lei rimpianse il calore che sentiva durante i contatti con Alastor. Lo guardò da sopra la spalla, rimasto immobile, le braccia incrociate dietro la schiena: li fissava con un sorriso feroce, il volto piegato leggermente verso il basso che lo faceva sembrare ancor più grottesco. Charlie si rigirò, rabbrividendo, più per concentrarsi sul non cadere sui tacchi vertiginosi che per altro. Nazar le sorrise mentre appoggiava la mano su quella della principessa che fece di tutto per non ritirarla, le parole di Angel che la ammonivano sull'interesse del vulpide nei suoi confronti.
Al bancone una demone coniglia bianca sorrideva con i denti aguzzi, gli incisivi uniti in unico dentone appuntito. Indossava un vestitino alla "Alice nel paese delle meraviglie", con la gonna a palloncino azzurra e il grembiulino bianco; i semi delle carte ricamati sopra in nero e rosso. Un fiocco faceva capolino dello stesso colore della gonna, tra gli arricciati capelli rossi. La guardò, gli occhi neri dalle pupille rosse, applaudendo entusiasta dopo aver tirato una striscia di una polverina granulare marrone, probabilmente eroina. Rise sguaiatamente allungando le mani chiuse a pugni. «Indoviiina!» ridette. Charlie deglutì, guardando confusa Nazar, che ridacchiò a sua volta e toccò il pugno destro. La coniglietta urlacchiò entusiasta, aprendo le dita e rivelando delle pasticche rosse con dei coniglietti sopra. «Prendi una brioche zuccherino!» e le porse le pasticche. Charlie scosse la testa, il disagio che la assaliva sempre di più. «No grazie!» la coniglietta fece spallucce, ingoiando le due pastiglie come fossero caramelle. La bionda si portò una mano alla bocca, scioccata, voltandosi indietro verso Angel Dust e Husk che li avevano raggiunti. «Che cos'era?» Il primo aveva una faccia contrita. «Ecstasy.» rispose e guardò il retro del bancone, pieno di macchinari oltre che di bottiglie di centinaia di colori diversi. Nazar rise. «È un club molto particolare.» spiegò e la signorina saltò oltre il bancone, prendendo Charlie e facendole fare una giravolta. «La regina di cuori AHAHA!» Charlie finse una risata, cercando lo sguardo dei suoi amici. Non fece in tempo però che lei gli prese il volto con le mani. «Come ti chiami zuccherino?» Charlie provò a tirarsi indietro ma la stretta era troppo forte. «Charlie.» si arrese infine. Lei rise, lasciandola di colpo e facendola finire tra le braccia del demone volpe. «Ma che sgradevole individuo!» intervenne Alastor, mentre la peccatrice smanettò nelle tasche del vestito, cacciando una bustina che passò a Nazar. «La tua preferita!» lui la prese, posandola con noncuranza sul bancone. «Grazie Chemie.» lei fece un inchino teatrale, guardando poi Alastor. «Il cavaliere rosso!» rise, poi puntò ad Angel, guardandolo con una smorfia. «La regina bianca.» la principessa abbozzò un sorriso. «Tu sei il bianconiglio?» la musica si fermò, le luci sfarfallarono e Charlie si ritrovò a tremare dalla paura, finché Alastor non si parò davanti a lei, aprendo teatralmente le braccia. «Suvvia mia cara, è così ovvio che sia Alice!» le luci tornarono e Chemie sorrise nuovamente, battendo le mani. «Oh si! Io sono Alice!» e fece una piroetta su se stessa. Guardò il demone della radio con faccia complice. «Il cavaliere rosso è proprio un tipetto affascinante Bianconiglio! Dovevi condurlo prima da Alice!» Charlie si voltò verso Nazar che ridacchiò. «Appena lo ho trovato mia cara.» Husk ringhiò. «Questa qui è una tossica squagliata.» Chemie notò il cilindro sulla sua testa e si illuminò. «Il cappellaio!» Rise sguaiatamente e tirò fuori dalle tasche altre pasticche colorate. «Volete entrare anche voi nel Wonderland?» Angel deglutì scuotendo la testa. «Ci siamo già tesoro.» Chemie roteò gli occhi. «La Regina Bianca è proprio una guastafeste!» piagnucolò. E si rivolse ad Husk con occhi speranzosi. «Il cappellaio invece gradirà un tea!» e lanciò in aria le pastiglie, che esplosero in coriandoli di mille colori. La coniglietta risaltò dietro al bancone, ridendo a crepapelle, scomparendo in una porta sul retro. Charlie si voltò verso Nazar, che si era allungato a prendere una bottiglia di liquido bianco e vi stava disciogliendo la bustina che la proprietaria gli aveva consegnato. «Se non volete toccare droga vi conviene non bere nulla che vi prepari lei.» avvertì guardandosi intorno. «Il nostro privè e di la.» E si incamminò sorseggiando il suo drink. Charlie si sentiva tremendamente a disagio in un posto come quello e tremendamente in colpa per averci portato gli amici. «Che merda! Non posso nemmeno bere.» si rammaricò Angel Dust stringendosi nelle spalle. «Vado via.» dichiarò. Charlie gli sorrise annuendo, e guardò il felide e il ragnetto camminare fuori dal locale. Si voltò verso Alastor che la stava già guardando con un ringhio duro sulle labbra. Se possibile la principessa si sentì ancora più in colpa. «Al se non vuoi restare non ti biasimerò se te ne andrai.» ma la verità era che voleva rimanesse: aveva paura di restare lì da sola, soprattutto con la sensazione sgradevole che quel nuovo lato di Nazar le procurava. A proposito di lui lo vide fare cenno da un divanetto, mentre parlava con un demone corvo dai capelli lunghi, che li guardava dalla distanza con sospetto. La bionda sospirò forzando un sorriso nella loro direzione. «Mia Cara la serata si sta facendo interessante! Non potrei mai lasciarti a metà dello spettacolo suvvia! Ne va del mio codice di gentiluomo.» commentò allegramente Alastor, incamminandosi verso il privè e non aspettando risposta di Charlie. Lei lo seguì, il cuore in gola e lo stomaco stretto tra il sollievo di una presenza amica e l'ansia: non sapeva come avrebbe fatto a reggere tutta quella situazione...

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