Cinema

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I primini di quell'anno scolastico erano solamente due, sebbene fossero promettenti come ogni studente accolto alla Jujutsu high: Kento Nanami, un giovane dai capelli biondo cenere e neanche un briciolo di sopportazione verso Satoru, e Yu Haibara, un ragazzo solare che riusciva a rallegrare persino le tetre giornate del suo suscettibile compagno di classe.
  Era impossibile non apprezzare la giovialità di Yu e persino Suguru non aveva mai nascosto di gradire la sua compagnia, più volte fermandosi a chiacchierare con lui nel corridoio ed incoraggiando Satoru a prendere esempio da qualcuno chiaramente migliore di lui. Anche Shoko trascorreva spesso il suo tempo libero con Yu, ben presto suscitando i sospetti del duo di ficcanaso.
  «Per me c'è sotto qualcosa» sussurrò Satoru al proprio banco, seguendo con gli occhi la ragazza uscire dalla classe per rispondere alla chiamata di Yu dal corridoio.
  «Haibara è un bravo ragazzo. Sicuramente migliore di noi» rispose Suguru, ancora una volta mostrando la propria simpatia verso il giovane. Dopo qualche istante, i due incrociarono gli sguardi e le parole non sarebbero poi state così necessarie affinché si capissero. «È una pessima idea Satoru».
  «Ma tu ti stai annoiando», ribatté l'amico suscitando incertezza sul da farsi, «e io ti sto offrendo un po' di divertimento, di adrenalina. Una botta di vita in più».
  «Adrenalina, hai detto bene. Perché se ci vede... » incominciò col dire il moro, poi però decidendo di non mentire a sé stesso. «Tanto è inutile. Va bene, facciamolo».
  Satoru cinguettò soddisfatto. «Sapevo che non mi avresti deluso».
  Grazie a discutibili attività di spionaggio, la coppia criminale era riuscita a scoprire che Shoko e Yu si fossero dati appuntamento al cinema in città. Appoggiandosi alla scusa che quel pomeriggio non avessero nulla di meglio da fare, avevano pedinato l'amica fino all'ingresso del teatro e la osservarono persino mentre si metteva in fila per acquistare i biglietti.
  «Almeno hai visto che ticket hanno preso?» Chiese Suguru mentre cercava anche lui di vedere qualcosa e carpire informazioni.
  «No. Ma ho visto che sono entrati della sala numero 2, dai muoviti!»
  Sfruttando le ombre della sala a loro favore, i ragazzi si nascosero dietro due giganteschi contenitori di popcorns che Satoru aveva voluto ad ogni costo e presero posto diverse file dietro a Shoko e Yu. La giovane non si era accorta di nulla e continuava ignara a chiacchierare, con anche l'amico troppo immerso nella conversazione per poter notare alcunché di anomalo.
  L'albino continuò a tempestare Suguru di domande di cui neanche lui poteva sapere le risposte, quali ad esempio 'di cosa parla il film?', 'quanto dura?', 'tra quanto finisce la pubblicità?' e così via dicendo. Il tutto naturalmente accompagnato da una lotta per la supremazia del bracciolo centrale, battaglia conclusasi con l'accordo pacifico che avrebbero fatto a turni.
  Quando finalmente le luci si spensero completamente ed incominciò la riproduzione, fu annunciato sul grande schermo il titolo del film che li avrebbe intrattenuti per qualche ora.
  «Heavenly Forest? Ma che è?» Fu la prima reazione di Satoru, già con il labbro arricciato in segno di evidente disgusto.
  «Ah, mi ricordo qualcosa. Ho visto il trailer per caso, è una storia d'amore».
  «Eh?!»
  «Cosa pensavi, che si andassero a guardare un thriller? E non urlare per favore, o ci buttano fuori e puoi dire addio sia al tuo brillante piano che ai miei soldi per il biglietto».
  «Quanto dura?»
  «Penso sulle due ore Satoru» cercò di liquidarlo esasperato. «Rassegnati e chiudi la bocca, che tutti ci stanno guardando storto».
  Il ragazzo parve finalmente arrendersi, affondando nella poltrona spazientito ed incominciando a masticare aggressivamente i popcorns come rumorosa protesta. Più il tempo passava però, più pareva immergersi negli intrighi della storia mentre Suguru lo osservava di sottecchi: ormai le loro braccia avevano finito con lo sfiorarsi timide sul bracciolo e, sfruttando lo spazio laterale degli occhiali da sole, poteva vedere i suoi occhi azzurri attenti a cogliere ogni movimento sullo schermo. Tanti capricci per nulla come suo solito—concluse—eppure, vi pensava con un affettuoso sorriso sulle labbra. 
  Satoru invece non osava accennare ad alcun movimento col braccio, come se di fianco avesse un gatto suscettibile e pronto a spostarsi al minimo accenno di sussulto. Perché nella sua convinzione, se fosse rimasto immobile, il moro non si sarebbe accorto che le loro braccia si stessero toccando nel buio della sala.
  Verso la conclusione della pellicola, l'albino si chiuse in un silenzio sospetto che durò fino ai titoli di coda. Suguru pensò che fosse semplicemente concentrato sulle ultime scene, ma ad un certo punto lo sentì chiaramente tirare su con il naso.
  E ci mise pochi attimi a tirare fuori il telefono per fargli delle foto, materiale fondamentale per poterlo ricattare in un futuro molto prossimo.
  «È solo polveroso e i miei bellissimi occhi sono sensibili!» Fu la giustificazione di Satoru mentre tentava disperato di prendere il cellulare dell'amico.
  «Usa un fazzoletto cazzo, stammi lontano!»
  La loro copertura era ufficialmente saltata.

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