Lui

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Il mattino seguente, Suguru fu il primo a svegliarsi ed essere l'inconsapevole testimone del fallimento di Satoru di rimanere in piedi per un'altra nottata.
  Un raggio di sole si era infiltrato dalla finestra, illuminando i due con una striscia di luce sulle lenzuola mentre il moro iniziò a prendere coscienza di sé e di dove si trovasse: la notte precedente, ricordò di essersi completamente abbandonato tra le braccia del ragazzo che ancora russava con beatitudine al suo fianco.
  Suguru si prese un momento per strofinarsi gli occhi, comprendendo di non avere scampo dalla presa dell'amico mentre rimase ancora qualche lungo minuto a crogiolarsi in quella confortevolezza. O meglio, persuadersi di non avere assolutamente via di fuga era certo la cosa più conveniente da fare.
  Non avrebbe voluto che Satoru venisse a scoprire dei suoi reali problemi di essere uno stregone, perché neanche l'onorevole portatore dei Sei Occhi avrebbe mai potuto fare qualcosa a riguardo: il compito degli stregoni era da sempre stato quello di proteggere e tutelare i più deboli dalla crudeltà delle maledizioni, da grandi poteri derivano grandi responsabilità ed era una verità su cui per lui non vi era discussione. La propria Tecnica aveva sì degli effetti collaterali alquanto fastidiosi, ma Suguru era convinto che col tempo sarebbe riuscito ad esserne totalmente padrone ed il terribile sapore delle maledizioni non lo avrebbe più piegato nel cuore della notte.
  Suguru si appoggiò meglio sul cuscino, percependo il sonno cercare di prendere di nuovo il sopravvento mentre cercava di resistergli. I suoi occhi stanchi si posarono infatti sulla sveglia poggiata sul comodino, notando che Satoru avrebbe a breve dovuto prepararsi per le lezioni da cui lui era temporaneamente esonerato: non aveva idea che il ragazzo avesse tentato di rimanere sveglio ancora una volta nel caso in cui si fosse sentito male, ma le occhiaie sotto ai suoi occhi non erano un buon segno e Satoru pareva totalmente immerso nel sonno.
  Il moro non lo avrebbe svegliato, così aveva appena deciso mentre richiuse gli occhi come se nulla fosse successo.
  Se c'era una cosa che invece Suguru odiava, era l'aver finito con l'innamorarsi proprio di Satoru e di ogni cosa che celava sotto la sua dura corazza che con dolcezza gli aveva tolto. Non che detestasse essersi innamorato, detestava essersi innamorato di Satoru: lui amava mettersi in mostra, era abituato ad una fama ed un'attenzione smisurate e come avrebbe potuto anche solo accontentarsi di qualcuno come lui? No, non era una cosa possibile. Non importava che ora il compagno fosse nel suo letto e ancora lo cingesse tra le sue braccia, illudersi non era affatto nella sua natura di volpe spaventata. Se si fosse lasciata addomesticare, poi come mai avrebbe potuto tornare alla sua vita di prima a seguito di un abbandono?
  Suguru socchiuse gli occhi, domandandosi come ci fosse finito in quel letto con Satoru e lasciando che i propri pensieri si perdessero nelle rimembranze del passato.

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