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31 Ottobre 2018

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31 Ottobre 2018.

L'intera area urbana a ridosso della metropolitana, gremita di giovani travestiti per festeggiare Halloween, da qualche ora era diventata il palcoscenico di uno scenario degno da film horror.
Shibuya era sotto attacco.
Bloccate da un velo anti-uomo calato appositamente per trattenere al suo interno quanti più civili possibili, le persone erano in preda al panico, altre ritenevano il tutto una trovata mediatica, altre ancora si sentivano male e reclamavano a gran voce di essere liberate.
Nel chaos generale, tuttavia, i più attendevano con impazienza l'arrivo di colui che- stando a quanto si vociferava- avrebbe risolto l'intera situazione con la sua sola presenza.
Nessuno sembrava avere una lontana idea di chi fosse quell'individuo, ma per quanto la sua identità fosse ignota, il suo nome continuava a circolare e a scivolare di bocca in bocca tra le strade e i gruppi di ostaggi imprigionati all'interno della barriera.
"Se volete essere liberati, fate in modo di trascinarlo qui".

«Satoru Gojo-»
«Satoru- Gojo?!!», ripeté il preside Yaga, lanciando un'occhiataccia al povero Ijichi, quasi che fosse sua la colpa di quanto stava accadendo a Shibuya.
«O-ovviamente io sto solo riportando quanto confermatomi dalle finestre sulla zona- come sempre, ma», si schermò, «se posso permettermi, non escluderei che si tratti di una trap-»
«È ovvio che si tratta di una trappola!», esclamò il superiore, fiondandosi all'uscita dell'edificio. «Dov'è Nanami? Lo voglio qui- Nitta!»
«Sì, preside!»
«Tu e Ijichi, andate a radunare tutti gli studenti e gli assistenti stregoni- anche quelli non disponibili!», dispose, dirigendo poi le sue falcate verso l'istituto principale.
Gojo, per fortuna, non si trovava troppo lontano.
Al suo arrivo, la squadra era già stata quasi interamente assemblata e divisa nei vari gruppi di intervento.
«Non voglio studenti dentro la stazione, ci siamo intesi?», ripeté per l'ennesima volta il preside. «Vi voglio al confine della barriera, in supporto ai civili- lontani dagli accessi alla metropolitana, sono stato abbastanza chiaro?!»
«E ti pareva- la parte noiosa spetta sempre a noi», sbuffò Maki, alzando gli occhi al soffitto.
Megumi e Itadori si scambiarono un'occhiata fulminea.
La porta, finalmente, si spalancò.
Il professor Gojo era arrivato.
«Saaalve a tutti- quanto è grave da uno a dieci?», sospirò, dandosi un'occhiata attorno. «Ah- però... dalle facce- si direbbe un dieci. Ma da Incontro di Scambio o da processione demoniaca?»
«Satoru», lo interruppe Yaga, riassumendogli brevemente la situazione che imperversava a Shibuya. «La faccenda è seria, quasi certamente c'è lo zampino di quello stregone nero»
«Ma non mi dire», tagliò corto lui, scivolando lo sguardo su Itadori. Dopodiché lo rivolse al resto dei presenti e si adombrò. «Mei Mei?»
«Non l'abbiamo ancora-»
«Bene, lo farò io. Lasciate Yuji con me. Voi cominciate pure ad andare», dispose assolutista e, sfilandosi il telefono dalla tasca, si avviò all'uscita della stanza col resto dei presenti.
«Nanami-»
«Non ho voglia di sentire battute, Gojo. Né cosa devo o non devo fare», lo anticipò lo stregone, cui erano stati assegnati due dei migliori studenti dell'Istituto.
Ino Takuma.
E Megumi Fushiguro.
Lo sguardo del collega stregone, tuttavia, era insolitamente serio e scolpito nella fredda pietra. Lanciando una rapida occhiata al giovane protetto, Gojo gli diede quindi le spalle e si rivolse a Nanami con voce cupa e ferma.
«Per favore- cerca solo di stargli più addosso che con l'altro».
Dopo un primo istante di esitazione, l'uomo annuì. «E Itadori?»
«Yuji lo affiderò a Mei Mei»
«Sicuro sia una buona idea? Quella donna venderebbe persino quel moccioso che si porta sempre appresso, pur di portarsi a casa la pelle-»
«Considerando la cifra che ho intenzione di pagarle, è esattamente per questo che Yuji l'ho affidato a lei», ribatté Gojo. «Le dirò di trattarlo come se fosse una sua- estensione corporea», sogghignò.
E così, rimasto solo con il recipiente di Sukuna, professore e studente osservarono i compagni allontanarsi verso l'uscita dell'Istituto.
«Fushiguro!», esclamò Yuji, serrando i denti nel vederlo allontanarsi di spalle col signor Nanami e l'altro membro della squadra.
Voltandosi con le mani in tasca, Megumi gli rivolse un'occhiata calma e consapevole, cui Itadori reagì annuendo determinato.
Non c'era alcunché da temere: dalla loro avevano il professor Gojo e stregoni del calibro di Nanami.
Loro, Kugisaki, la senpai Zenin, Panda, Inumaki- si sarebbero rivisti tutti.
Prima di voltarsi nuovamente indietro, Fushiguro scivolò gli occhi sul volto del professore- e il suo sorriso lieve, per quanto tranquillo e intriso di sicurezza, gli riempì l'animo di un'improvvisa e fredda inquietudine.
«Tutto bene, ragazzo?», gli domandò Nanami, vedendolo rimanere indietro di qualche passo.
«Sì», rispose, mollando la presa dal volto di Gojo per riprendere a camminare. «Sì, tutto bene».
Ma per quanto si sforzasse di ignorarlo, quel presentimento angosciante che covava in petto voleva suggerire tutt'altro.
Concentrati, Megumi.
Resta concentrato.
Resta concentrato.
Resta- concentrato.

L'Autunno di FushiguroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora