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«Furube, Yura-yura»

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«Furube, Yura-yura».

Sigillato.
Lo stregone più potente dell'Era Moderna, Satoru Gojo, era stato sigillato.
L'intero corso degli accadimenti che avevano sconvolto Shibuya la notte di Halloween non era servito ad altro che a quello: a sigillare Gojo, riducendolo definitivamente all'inoffensività per spianare così la strada al resto degli abominevoli piani perpetrati dal potente stregone nero che albergava nel corpo di Suguru Geto.
Relegato il più forte fuori dai giochi, dal momento esatto in cui Gojo era stato rinchiuso all'interno della Soglia della Porta dei Condannati, gli eventi non avrebbero potuto fare altro che precipitare in una spirale inesorabile di morte e sangue senza precedenti.
Migliaia e migliaia di civili persero la vita, chi direttamente e chi dopo essere stato trasfigurato dalla tecnica della manipolazione dell'anima di Mahito.
Ovunque, dentro e fuori dalla metropolitana, stregoni neri, maledizioni di ogni livello e umani modificati portavano terrore e devastazione, rendendo pressoché nulli gli interventi da parte del gruppo di stregoni presenti in zona.
Di questi furono in molti, quella notte, a perire nel tentativo di fermare la falce di morte e distruzione che era ormai pronta ad abbattersi sull'intera nazione- e chi non aveva incontrato la morte era comunque rimasto gravemente ferito e sconfitto in battaglia.
Naobito Zenin, Kento Nanami, molti degli assistenti stregoni all'infuori della barriera.
Nobara Kugisaki.
Maki Zenin.
Toge Inumaki.
Ino Takuma.
E molti altri ancora.
Persino Yuji Itadori aveva visto la morte in faccia, scontrandosi in duello con l'incarnazione di uno degli uteri maledetti, Choso.
Megumi Fushiguro l'aveva pari modo sfiorata per mano del padre Toji Zenin, reincarnato e diventato una spietata macchina assassina di stregoni per mezzo del rituale occulto eseguito dalla vecchia Ogami.

E tuttavia il peggio non era che appena incominciato.

Sukuna, il re delle maledizioni, forte delle dita ingerite grazie all'intervento della maledizione Jogo, aveva preso pieno controllo del corpo di Itadori- ed era pronto a dare il suo contributo per spargere ancora più morte e devastazione in ogni dove.
Ignaro di tutto, Megumi si ritrovava nel frattempo ancora una volta tra l'incudine e il martello.
«Uh?! Ma dove stai scappando?!».
Gravemente ferito e sanguinante, Fushiguro si rialzò da terra e continuò ad avanzare in strada.
Colpito vilmente alle spalle da uno degli stregoni neri al comando del fantoccio di Geto, quella volta si sentì davvero ad un passo dalla morte.
Continuò ad avanzare, ormai ben consapevole di non avere altra scelta.
Era troppo distante dalla postazione della signorina Ieiri: non sarebbe riuscito a raggiungerla, non con quel maledetto alle calcagna.
E no, non morirò per mano di quello scarto della società, si disse.
«Si può sapere cosa diavolo stai borbottando?»
«Ci siamo», ansimò finalmente Megumi, riversando sempre più sangue dalle innumerevoli ferite. «Sì- qui andrà benissimo».
Trascinandosi a stento sul cemento grezzo, raggiunse quindi il margine opposto della carreggiata.
E si voltò.
Alle sue spalle, Haruta Shigemo.
E in mano, l'ultima carta disponibile da giocare per farlo fuori.
L'asso che avrebbe potuto rendere la sua morte un po' meno vana e forse piu dignitosa di quella di molti altri.
«Furube, Yura-yura», recitò, tirandosi a stento sulle gambe.
Sollevando i pugni, diede così inizio al rituale di soggiogamento.
Quello che nessuno, nella storia del suo clan, era mai riuscito a portare a termine.
«Spada a Otto Else. Generale Divino del Precetto Eretico.
Makora!», evocò, serrando le dita.
Annunciato da un coro di ululati gelidi e sinistri, Mahoraga apparve alle spalle di Megumi, cristallizzando l'aria e saturandola del vibrante terrore di Haruta.
«No- no, no, fermo! Ma che cazzo fai-», tremò.
«Ehi, pezzo di merda!», esclamò Fushiguro e un ghigno appagato gli contorse il viso di un'espressione alienata.
Megumi, ormai, era pronto a morire.
«Io ti precedo, okay?! Vedi di mettercela tutta!».
E detto ciò, raggiunto da un affondo impossibile del colosso, lo stregone delle Dieci Ombre si vide scaraventare via come un pupazzo.
Schiantandosi contro una serranda, si afflosciò privo di sensi sul fianco.
E tutto, attorno a sé, divenne buio.

L'Autunno di FushiguroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora