30. Ama mihi cum mererem minus

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Realizzai che L non aveva mangiato tutto il giorno precedente ed era stremato, probabilmente non sentiva la fame per via della febbre e della nausea ma avrebbe dovuto mangiare, non importava cosa, bastava che mangiasse.

Qualche minuto dopo, verso le 8.15, sentimmo bussare alla porta. Sapevo perfettamente chi fosse e andai ad aprire lanciando un sorrisetto a L che mi guardava con aria interrogativa. Tornai un minuto più tardi con una torta alle fragole tra le mani, avevo visto il detective mangiarla con gusto più volte e forse sarebbe riuscita a fare tornare l'appetito al ragazzo. Ne tagliai una grossa fetta e la appoggiai su un piattino con una forchettina accanto e la portai in camera al ragazzo."Non accetto scuse per questa, ne devi mangiare almeno qualche boccone ok?"Il ragazzo rise con la sua solita voce soffice: "ok ammetto di non avere assolutamente fame ma direi che questa è una strategia vincente per farmi mangiare" sorrisi soddisfatta a quelle parole, a differenza del ragazzo io non avevo mai amato le torte, ero il tipo di persona che ai compleanni impazziva per le patatine e le pizzette mangiandole tutto il tempo ma quando distribuivano la torta accettava per gentilezza e trovava sempre qualcuno che ne volesse mangiare una fetta in più.Il ragazzo invece mangiò poco più di metà fetta, poi si fermò leggermente nauseato, per una persona che non voleva assolutamente mangiare andava più che bene. In quel momento bussarono gli agenti alla porta, appoggiai la torta sul comodino accanto ad L in modo che se avesse voluto avrebbe potuto finirla più tardi e andai ad aprire. Appena entrarono diedi loro la notizia del risveglio di L e furono tutti sollevati come me, Watari in particolar modo, l'uomo si avvicinò alla stanza rimanendo tuttavia fermo sulla porta per salutare L il quale ricambiò con una voce leggermente debole, gli inglesi avevano davvero dei modi decisamente freddi per dimostrare affetto ragionai pensando alla reazione esagerata che avevano tutti i miei parenti, compresi quelli che non vedevo da anni, ogni volta che avevo un po' di febbre. Decidemmo che il ragazzo si sarebbe dovuto riposare ancora almeno un giorno o due e poi, se se la fosse sentita e se avesse continuato a migliorare, avrebbe potuto riprendere le indagini.Andai in camera a dare la notizia a L che riluttante annuì accettando"Dovresti provare a dormire un po' ora, cosa ne dici?" Gli sussurrai mentre con una mano gli accarezzavo l'interno gomito nel punto dove si era formato il livido violaceo a causa dell'ago.Il ragazzo sembrava davvero esausto per via della febbre alta, mormorò un qualcosa di simile ad un "va bene", perciò gli sorrisi e gli lasciai un bacio "se hai bisogno di qualcosa chiamami, okay?"Il ragazzo annuì e io tornai verso la sala. La mattina trascorse velocemente tra indagini e momenti in cui scivolavo nella mia camera dove si trovava L per sapere come stesse e rimanere con lui a tenergli compagnia qualche minuto, un paio di volte lo trovai addormentato, in quei casi non lo disturbavo e tornavo alle indagini in sala, ma quando invece era sveglio sembrava stare decisamente meglio e la fronte scottava meno, riuscii a fargli finire anche la fetta di torta avanzata anche se non gli permisi di averne dell'altra per paura potesse fargli male. La sera il ragazzo ebbe un altro attacco di crampi, stavamo chiacchierando nel letto, lui era sdraiato e io seduta con le gambe incrociate accanto a lui, la febbre di L si era abbassata a 38 che non era sicuramente bassa ma dopo due giorni passati con la temperatura a 40 erano passi avanti, stando meglio il ragazzo aveva riniziato a chiacchierare e ridere con mio enorme sollievo. Quella sera ero riuscita anche a fargli mangiare un piatto di pasta in bianco e infatti sembrava stare decisamente meglio ed essere più in forze. Dopo qualche minuto mentre parlavamo, lo vidi aggrottare leggermente le sopracciglia puntellandosi sui gomiti e appoggiandosi una mano sullo stomaco cercando di non dare importanza al movimento. Avevo imparato a conoscere L e avevo notato come il ragazzo avesse qualche problema di orgoglio e cercasse sempre nascondere quando stava soffrendo, magari poteva funzionare con gli altri ma non con me. Stavo per chiedergli come si sentisse quando lo vidi sdraiarsi di nuovo chiudendo gli occhi per il dolore diventato ormai insopportabile mentre con una mano si teneva lo stomaco e cercava di soffocare un lamento. Qualche goccia di sudore gli scendeva dalla fronte per lo sforzo, rimasi accanto a lui ad accarezzarlo, asciugandogli il viso, mentre aspettavamo passassero i crampi, appoggiai la mia mano sulla sua accarezzandolo gentilmente con il pollice mentre gli spostavo le ciocche di capelli che gli ricadevano sul viso, intanto gli parlavo e lo rassicuravo dicendogli che presto sarebbe passato tutto e sarebbe stato meglio. Quando finalmente furono finiti vidi il ragazzo rilassare I muscoli prima contratti, mi avvicinai a lui appoggiandomi sui gomiti e gli lasciai un bacio leggero sul labbro inferiore "Stai meglio?" Mi guardò con gli enormi occhi scuri umidi di lacrime per il dolore annuendo, mi si strinse il cuore a vederlo così, mi coricai accanto a lui appoggiando la testa sul cuscino vicino alla sua per stargli vicino mentre gli accarezzavo il petto."Vedrai che tra qualche giorno passeranno, te lo prometto"Il ragazzo mi si avvicinò ancora appoggiando la testa sul mio petto come un cucciolo che cerca riparo, lo iniziai ad accarezzare cercando di farlo tranquillizzare vedendo che non si era ancora ripreso totalmente dai crampi. Dopo qualche minuto passato in silenzio in quella posizione il ragazzo alzò il viso guardandomi negli occhi e depositandomi un bacio sulla fronte: "Sei una ragazza speciale, lo sai? Io non ti merito" alzai gli occhi incrociando il suo sguardo: "Scherzi? L sei tu quello speciale, non io, sei il detective più famoso del mondo, un genio e bellissimo, è più probabile sia io a non meritare te" Il ragazzo rise lievemente a quelle parole: "questo solo perchè il mondo non ha mai conosciuto te, non ha mai visto come ti comporti quando qualcuno ha bisogno di aiuto accorgendotene forse ancora prima della persona stessa, il mondo non ha mai visto il tuo sorriso quando vedi la neve, nè ha mai visto quanto sei bella quando dormi e sei tranquilla" Il ragazzo mi accarezzò distrattamente con il suo tocco dolce e leggero continuando a parlare:"Credimi, se il mondo conoscesse (y/n) (y/s) la preferirebbe di gran lunga ad L... forse il mondo sarebbe un posto migliore se ci fossero più persone che si interessano della felicità del prossimo, anche di chi non conoscono trattando tutti con gentilezza perchè, come dici sempre tu,《Non sai mai cosa sta vivendo lo sconosciuto che hai davanti in quel periodo e un semplice atto di gentilezza potrebbe essere l'unico raggio di sole della sua giornata》, invece di detective che risolvono crimini per hobby" Lo guardai in silenzio accarezzandogli l'avambraccio, il ragazzo sorrise alzando lo sguardo nei miei occhi e riprendendo a parlare: "Ama mihi cum mererem minus, quoniam erit cum ne egerent"Sorrisi guardandolo con ammirazione e accarezzandogli la mandibola: "Catullo, non pensavo lo avessi letto"Il ragazzo annuì sorridendo a sua volta e io mi strinsi ancora più a lui lasciandogli un ultimo bacio.


Let's Value Our Lives || L x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora