18. The Nighthawks

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Stavo camminando nei corridoi dell'hotel per tornare in stanza, c'era qualcosa di strano quel giorno, le stanze sembravano tutte vuote e silenziose, ero forse da sola in tutto il corridoio.

Salii l'ultima rampa di scale per arrivare al nono piano dove si trovava la nostra suite, si sentivano solo i miei passi ovattati per via della moquette sul pavimento.
Aprii la porta della nostra stanza inserendo la tessera, L non c'era quel giorno, me la chiusi alle spalle entrando. Un freddo improvviso mi pervase il corpo... l-le finestre erano tutte spalancate?

Mi guardai intorno indietreggiando spaventata, avevo paura che qualcuno fosse entrato in stanza approfittando della nostra assenza.
Mi pietrificai in silenzio alcuni secondi cercando di captare qualche rumore che indicasse la presenza di qualcuno nella stanza ma non udii nulla, tutto era fermo e silenzioso... eppure c'era qualcosa che non andava.

Mi girai verso la mia destra di colpo sentendomi improvvisamente osservata.
Un viso, a pochi centimetri dal mio con gli occhi spalancati che mi fissava, provai ad urlare ma non mi uscì la voce, indietreggiai velocemente perdendo l'equilibrio e cadendo per terra mentre la donna a cui apparteneva il viso si ergeva dritta davanti a me,
era pallida,
no,
era inconsistente,
era un fantasma.

Aveva il ventre aperto che gocciolava sangue traslucido sul pavimento,
La guardai in viso, stava piangendo
Mi fissò negli occhi qualche secondo, poi iniziò a gridare: "Perchè mi hai lasciato morire? Perchè hai lasciato che loro mi uccidessero?"
La riconobbi immediatamente, era la ragazza di 22 anni uccisa il giorno prima dai trafficanti di organi...
Aprii la bocca per urlare non tanto dalla paura quanto dal fatto che quella situazione stava diventando intollerabile. Era davvero morta per causa mia...? Questa volta mi uscì la voce.


Aprii gli occhi svegliata dal mio stesso grido, ero seduta sul mio letto... stavo tremando incontrollabilmente
"U-un s-s-sogno?" Dissi con voce fievole a me stessa.
Mi guardai intorno, ero nella mia camera nella suite.
Una mano calda mi sfiorò la schiena, mi voltai di colpo spaventata. Era L che fino a qualche momento prima stava dormendo accanto a me e che ora mi guardava preoccupato: "Hey tranquilla, era solo un brutto sogno" sussurrò il ragazzo accendendo la luce per farmi tranquillizzare ulteriormente.

Stavo ancora tremando
"Cosa sognavi?" Mi chiese prendendomi tra le sue braccia rassicuranti e accarezzandomi gentilmente.
D'istinto nascosi la testa nell'incavo del suo collo chiudendo gli occhi e stringendomi a lui come a cercare la sua protezione, sentivo come se l'incubo non mi avesse ancora abbandonata del tutto e fosse ancora intorno a me
Mi salirono le lacrime ripensando al sogno, sbattei velocemente le palpebre per mandarle via "...La ragazza" mormorai con un filo di voce.
Il detective capì al volo cosa intendevo e a quale ragazza mi riferivo, mi fece appoggiare la testa sul suo petto e posandomi un bacio sulla testa provò a tranquillizzarmi parlando con voce calma e comprensiva: "Shhh, va tutto bene piccola, non pensarci più, devi capire che non saremmo proprio riusciti a salvarla, anzi avremmo rischiato solamente che per colpa della nostra avventatezza avremmo perso tutto il vantaggio che abbiamo ora sui rapitori, sarebbero morte ancora più persone"
Mentre diceva ciò il ragazzo mi accarezzava lentamente i capelli nella speranza di calmarmi continuando a sussurrarmi parole dolci all'orecchio.

Erano le 4 di notte, dopo un'oretta il ragazzo si riaddormentò mentre io non riuscii più a chiudere occhio, sentivo il mio corpo freddo e non riuscivo a smettere di pensare alla frase che mi diceva la ragazza nel sogno mentre piangeva, pensavo a tutti quelli che erano morti uccisi dai criminali che stavamo cercando. Era anche colpa nostra se erano morti? Se avessimo già catturato i colpevoli loro non sarebbero morti...
La vita di tutti noi è davvero così precaria ed è davvero così facile per uno sconosciuto incontrato per caso per strada privarcene in poco più di un secondo. Improvvisamente mi sentii sola e vulnerabile, mi strinsi al corpo del ragazzo addormentato per cercare un po' di calore e consolazione e passai la notte in quella posizione.

La mattina avevo delle occhiaie degne di quelle di L quando non dormiva da 5 giorni per continuare le indagini, ma nonostante ciò ero piena di determinazione nel trovare i colpevoli. Non avrei voluto accettare altre morti.

Let's Value Our Lives || L x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora